Oltre il dolore: il percorso della gravidanza con la vulvodinia

Arianna Bordi | Autrice e divulgatrice esperta in salute femminile, psicologia e salute del cervello

Ultimo aggiornamento – 10 Novembre, 2025

Una dottoressa di ostetricia e ginecologia parla con una giovane paziente incinta durante una visita in una clinica. Un medico esperto in camice fornisce consigli medici nell'ambulatorio dell'ospedale.

La vulvodinia, una condizione di dolore cronico nell'area vulvare spesso caratterizzata da bruciore, irritazione e ipersensibilità, rappresenta una sfida significativa nella vita di molte donne.

Quando questa condizione si sovrappone al desiderio di maternità o al percorso della gestazione, sorgono domande e preoccupazioni specifiche che toccano aspetti come la fertilità, la gestione del dolore durante i nove mesi, l'impatto sul travaglio e sul parto, nonché il benessere nel post-partum.

Grazie alla collaborazione con il portale Vulvodinia Online e in occasione della Giornata Internazionale della Vulvodinia, proviamo a sciogliere alcuni dubbi con i contributi della Dott.ssa Angela De Vanna, Fisioterapista, OMPT, Consuente Sessuale, e della Dott.ssa Daria Vescio, Fisioterapista e Osteopata.

Periodo del concepimento: ci sono differenze rispetto alle donne che non soffrono di vulvodinia?

Vescio: "Per quanto riguarda il concepimento ritengo che la sfida più grande sia il rapporto penetrativo. La donna che soffre di vulvodinia e vuole provare ad avere una gravidanza deve sicuramente essere supportata a livello farmacologico dal ginecologo.

Non è vero che non ci sono terapie possibili da somministrare in gravidanza o alla ricerca di essa ma sicuramente deve esserci un rapporto aperto e di fiducia con il proprio ginecologo in modo da potergli comunicare tutto.

La ricerca della gravidanza deve essere supportata inoltre da un percorso riabilitativo ad hoc che deve iniziare molto prima della ricerca della stessa; consiglierei in oltre di associare il percorso anche a dei trattamenti di osteopatia (ottima alleata nella ricerca e durante la gravidanza stessa per ottenere e mantenere un equilibrio corporeo su più fronti); per quanto riguarda la possibilità di restare incinta non ci sono differenze tra chi soffre di vulvodinia e chi no."

Quali possono essere le sfide legate alla vulvodinia durante la gestazione?

De Vanna: "Le donne che soffrono di vulvodinia sono spesso preoccupate per l'impatto che la gravidanza e il parto potranno avere sui loro sintomi, si domandano più spesso se la ricerca di gravidanza sia una buona scelta per la propria storia clinica e durante la gestazione si affidano a maggiori controlli e cure.

La paura più comune è che un area pelvica in partenza più sensibile e dolente possa incrementare la sintomatologia durante il periodo gestazionale o aumentare il rischio di lacerazioni perineali e richiesta di cesareo.

Uno studio prospettico ha reclutato 102 donne in gravidanza, di cui 57 con vulvodinia e 41 senza, ha seguito e monitorato il percorso dei due gruppi durante la gravidanza, il parto e il post parto ai 3 e 6 mesi: sono stati registrati dati sulla variazione di intensità del dolore e monitorati parametri psico-emotivi come ansia, paura e depressione.


Potrebbe interessarti anche:


I risultati indicano che le donne con vulvodinia hanno mostrato una riduzione dell’intensità del dolore vulvare nel post-parto maggiormente per chi ha partorito per via vaginale, in entrambi i gruppi sono stati registrati alti livelli di ansia nella fase gestazionale, mentre il gruppo con vulvodinia ha mostrato livelli più alti paura legati al parto.

Quali considerazioni possiamo apprendere da questo studio? Le donne in gravidanza con vulvodinia hanno riscontrato miglioramenti postpartum nei sintomi del dolore vulvare, dato maggiore per la modalità di parto vaginale.

Questo dato non dovrà mai essere un incentivo alla ricerca di gravidanza come “cura” della vulvodinia in donne che non hanno desiderio di gravidanza e nemmeno un incoraggiamento ad accelerare i tempi nelle coppie che pensano ad un futuro insieme in questa direzione.

undefined

Si tratta di uno studio che deve costituire invece una fonte di rassicurazione e sostegno a tutte le donne con vulvodinia che scelgono di affrontare questo percorso per poter avere un vissuto più sereno e consapevole."

Vescio: "Durante la gestazione potrebbe presentarsi un peggioramento della contrattura muscolare per il peso uterino che aumenta e che quindi sollecita maggiormente il pavimento pelvico, ma questo ovviamente non è detto; potrebbe anche succedere che gli ormoni della gravidanza permettano un rilassamento della muscolatura pelvica.

In caso di un peggioramento possiamo intervenire con un team multidisciplinare affrontando caso per caso; ad ogni modo nulla influenzerà in maniera negativa il proseguimento della gravidanza, ci sarà solo da prendere delle contromisure maggiori. 

Sicuramente l’indicazione del massaggio perineale di preparazione al parto, in una donna con vulvodinia, va iniziato precocemente (non oltre la 25 settimana) e sicuramente consiglierei di non abbandonare il percorso fisioterapico."

Il parto spaventa sempre, ma se si soffre di vulvodinia possono presentarsi più incognite?

De Vanna: "Come in ogni gravidanza è consigliabile effettuare una valutazione del pavimento pelvico e impostare un programma di preparazione del perineo per il raggiungimento dell’elasticità e sostegno necessari.

È consigliabile mantenere o iniziare un attività motoria adattata per aiutare il corpo a gestire i cambiamenti e il sostegno dei carichi, mantenere un buon tono e trofismo alla muscolatura del corpo e facilitare il benessere psicologico; inoltre, è bene camminate all’aperto, relazioni sociali, rete di supporto e se necessario un supporto piscologico, sono tutti fattori che migliorano il proprio stato di salute psico-fisico facilitando il benessere della mamma e del bambino."

Vescio: "Il parto spaventa sempre tutti, vulvodinia o no: se abbiamo preparato il pavimento pelvico a dovere, il rischio di lacerazioni è lo stesso di chi non ha avuto problemi, anzi mi sentirei di dire anche minore visto il lavoro fatto.

Bisogna, però, assolutamente allertare il personale ostetrico della patologia in modo che durante il travaglio e le spinte possano prendere delle accortezze.

Infatti, il parto è sempre un’incognita: punterei l’attenzione sull’informazione della donna e del partner, non è assolutamente indispensabile un parto cesareo, che comunque non riduce a zero le problematiche pelviche; piuttosto penserei ad un percorso post partum con una presa in carico precoce."

Fonti:

Midwifery - A longitudinal case-control analysis of pain symptoms, fear of childbirth, and psychological well-being during pregnancy and postpartum among individuals with vulvodynia

Arianna Bordi | Autrice e divulgatrice esperta in salute femminile, psicologia e salute del cervello
Scritto da Arianna Bordi | Autrice e divulgatrice esperta in salute femminile, psicologia e salute del cervello

Arianna Bordi è una professionista dell'informazione con un forte impegno nella divulgazione di tematiche legate alla salute psico-fisica, al benessere cognitivo e sociale, agli strumenti di prevenzione. Racconta le nuove evidenze che emergono dalla ricerca scientifica, con un focus in particolare su salute femminile, igiene del sonno, salute del cervello, psicologia, relazioni, dispositivi medici innovativi e nutrizione. In un contesto editoriale saturo e dispersivo, il suo lavoro si distingue per l’autorevolezza e l’attenzione alle fonti di riferimento: offre risposte aggiornate e rilevanti, strumenti indispensabili per orientarsi con cognizione di causa nel complesso universo di salute e benessere. La sua abilità di spaziare su tematiche afferenti all’ambito scientifico con autorevolezza, tra salute mentale, medicina di genere e neurologia, le conferisce una credibilità trasversale, conquistando un pubblico eterogeneo: da chi intraprende percorsi personali a professionisti del settore sanitario e preventivo. Arianna Bordi, dunque, utilizza la divulgazione per ancorare la salute nella vita di tutti i giorni, rendendola una decisione informata e a portata di mano.

Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
Contenuti correlati
3 etlete, sulla pista da corsa
Fasi del ciclo e performance cognitiva: le donne reagiscono più rapidamente durante l’ovulazione

Il ciclo mestruale non è un limite: la ricerca mostra che nei giorni dell’ovulazione le donne ottengono tempi di reazione più rapidi e migliori prestazioni cognitive. L’attività fisica fa la differenza.