Ernia ombelicale in gravidanza: cause, sintomi e cosa fare

Arianna Bordi | Editor

Ultimo aggiornamento – 29 Agosto, 2025

donna incinta si tocca il pancione

La gravidanza è un periodo di grandi cambiamenti per il corpo femminile, e tra le varie trasformazioni, alcune condizioni possono emergere o peggiorare; una di queste è l'ernia ombelicale, una preoccupazione comune per molte future mamme.

Come si gestisce questa condizione? Questo articolo offre una guida completa per informare e rassicurare le future mamme su cause, sintomi e trattamenti.

Cos'è l’ernia ombelicale e perché si verifica in gravidanza

In condizioni normali l’ombelico è già un punto naturalmente più debole dell’addome e la pressione esercitata dalla crescita dell’utero durante la gestazione può favorire la comparsa di un’ernia, che si verifica quando una parte dell’intestino o del tessuto adiposo fuoriesce attraverso un punto debole della parete addominale nella zona dell’ombelico.

Tra i fattori di rischio associati a gravidanza ed ernia ombelicale figurano:

Dunque, la combinazione tra l’aumento di volume dell’addome e il rilassamento muscolare fisiologico in gravidanza può rendere l’ernia più evidente o farla comparire ex novo.

Sintomi dell’ernia ombelicale in gravidanza

I sintomi dell’ernia ombelicale in gravidanza possono variare a seconda della dimensione dell’ernia e della presenza di eventuali complicazioni. Il segno più evidente è la comparsa di un gonfiore o una protuberanza morbida intorno all'ombelico.

Altri sintomi includono:

  • gonfiore o rigonfiamento visibile nella zona ombelicale;
  • dolore o fastidio, soprattutto durante sforzi o tosse;
  • sensazione di pressione o bruciore nella zona dell’ombelico;
  • in alcuni casi la protuberanza può essere "riducibile", ovvero può rientrare spingendola delicatamente con le dita.

È importante distinguere tra un semplice rigonfiamento ombelicale, comune in gravidanza, e un’ernia vera e propria; se l’area è dolente, tesa o arrossata, potrebbe trattarsi di un caso più serio, come l’ernia strozzata.

Il legame tra ernia ombelicale e gravidanza

C'è un'assodata correlazione tra gravidanza ed ernia ombelicale, perché ci sono diverse ragioni per cui un'ernia preesistente può peggiorare o una nuova può manifestarsi durante i nove mesi.

Aumento della pressione intra-addominale

Man mano che l'utero cresce per accogliere il bambino, la pressione all'interno della cavità addominale aumenta notevolmente e spinge contro la parete addominale, evidenziando eventuali punti di debolezza.

Rilassamento dei tessuti connettivi

Gli ormoni della gravidanza, in particolare la relaxina, hanno il compito di ammorbidire e rendere più elastici i legamenti e i tessuti connettivi del corpo, preparandolo al parto.

Si tratta di un processo, però, che può anche indebolire la parete addominale, rendendola più suscettibile alla formazione di un'ernia o al peggioramento di una già esistente.

Separazione dei muscoli retti dell'addome

Durante la gravidanza i due muscoli retti dell'addome (ossia quelli che formano la "tartaruga") possono separarsi lungo la linea alba.

È una condizione nota come diastasi dei retti che crea un'ulteriore debolezza nella parte centrale dell'addome e che può aggravare o favorire lo sviluppo di un'ernia addominale in gravidanza, inclusa quella ombelicale.

Quando preoccuparsi e rivolgersi al medico

Sebbene l'ernia ombelicale in gravidanza sia spesso benigna, è fondamentale conoscere i segnali di allarme che richiedono attenzione medica immediata.

Alcuni sintomi possono indicare una complicanza grave come l'incarcerazione (quando il tessuto erniato rimane intrappolato e non può essere spinto indietro) o lo strozzamento (quando l'apporto di sangue al tessuto intrappolato viene interrotto, una condizione molto pericolosa).

È bene rivolgersi immediatamente al pronto soccorso se si notano:

  • dolore intenso e improvviso nella zona dell'ernia;
  • alterazione del colore della protuberanza: se diventa rossa, bluastra o scura;
  • nausea, vomito o stitichezza grave: questi possono essere segni di un'ostruzione intestinale;
  • impossibilità di ridurre l'ernia manualmente: se la protuberanza diventa dura e non rientra;
  • febbre.

Rischi e complicazioni per mamma e bambino

Nella maggior parte dei casi, l’ernia ombelicale e gravidanza possono convivere senza gravi conseguenze.

Alcune complicanze, però, vanno monitorate:

  • ernia strozzata: quando una porzione dell’intestino rimane intrappolata, causando un’ostruzione intestinale. è una condizione d’emergenza che richiede un intervento tempestivo;
  • possibili difficoltà nel travaglio se l’ernia è molto voluminosa;
  • fastidi posturali e maggiore disagio nella parte finale della gravidanza.

È, quindi, fondamentale il monitoraggio da parte di un ginecologo e, in alcuni casi, di un chirurgo.

Diagnosi e monitoraggio dell’ernia ombelicale in gravidanza

La diagnosi avviene generalmente attraverso l’esame obiettivo durante le visite ginecologiche o con una visita chirurgica.

In alcuni casi si ricorre a un’ecografia addominale, utile per valutare le dimensioni dell’ernia e l’eventuale coinvolgimento intestinale.

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La sorveglianza clinica è solitamente sufficiente se l’ernia non provoca sintomi gravi, ma è necessario rivolgersi al medico in caso di:

  • dolore acuto e persistente;
  • nausea, vomito, febbre;
  • gonfiore duro e non riducibile.

È fondamentale informare il proprio ginecologo o medico di base non appena si notano i sintomi, per una diagnosi tempestiva e per escludere altre condizioni.

Raramente, in gravidanza, sono necessari ulteriori accertamenti diagnostici come ecografie, a meno che non ci siano dubbi o sospetti di complicanze.

Trattamento dell’ernia ombelicale in gravidanza

Nella maggior parte dei casi non si interviene chirurgicamente durante la gravidanza, a meno che non si tratti di un’ernia addominale in gravidanza complicata o strozzata.

Trattamento conservativo

Se l'ernia è piccola, non dolorosa e non causa complicanze, il medico opterà probabilmente per un approccio conservativo, che include:

  • riposo e riduzione degli sforzi: evitare il sollevamento di pesi e attività che aumentano la pressione addominale;
  • utilizzo di supporti addominali o fasce: questi possono offrire sollievo e contenere la protuberanza, ma devono essere usati con cautela e sempre sotto consiglio medico, per evitare pressioni eccessive sull'utero;
  • gestione della stitichezza e della tosse: mantenere le feci morbide attraverso una dieta ricca di fibre e liquidi, ed eventualmente l'uso di lassativi sicuri in gravidanza, è cruciale per evitare sforzi. Allo stesso modo, trattare la tosse cronica riduce la pressione sull'addome;
  • monitoraggio dei sintomi: è importante prestare attenzione a qualsiasi cambiamento nei sintomi e riferirlo immediatamente al medico.

È interessante notare che, in molti casi, l'ernia ombelicale tende a migliorare o addirittura a scomparire spontaneamente dopo il parto, quando la pressione intra-addominale diminuisce e i tessuti riacquistano tonicità.

Trattamento chirurgico

La chirurgia per l'ernia ombelicale in gravidanza è un'evenienza molto rara e viene considerata solo in casi eccezionali, come un'ernia strozzata o incarcerata, condizioni che rappresentano un'emergenza medica.

L’intervento chirurgico può essere preso in considerazione dopo il parto, soprattutto se l’ernia persiste o peggiora; in casi urgenti, però, l’operazione può essere eseguita anche in gravidanza, preferibilmente nel secondo trimestre.

La riparazione dell'ernia può avvenire con tecniche diverse, tra cui:

  • chirurgia laparoscopica: meno invasiva, con piccole incisioni;
  • chirurgia "open": con un'incisione più grande, spesso riservata a ernie più grandi o complesse.

I tempi di recupero variano a seconda del tipo di intervento e delle condizioni individuali.


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Prevenzione e consigli pratici per l’ernia ombelicale

Sebbene non sia sempre possibile prevenire l'ernia ombelicale in gravidanza, specialmente in presenza di una predisposizione genetica, ci sono alcune misure che le future mamme possono adottare per ridurre il rischio o gestire i sintomi:

  • mantenere un peso sano: sia prima che durante la gravidanza, un peso adeguato riduce lo stress sulla parete addominale;
  • evitare di sollevare pesi eccessivi: chiedere aiuto per oggetti pesanti e, se si deve sollevare qualcosa, piegare le ginocchia e usare la forza delle gambe, non della schiena o dell'addome;
  • tecniche corrette per alzarsi e sedersi, soprattutto dal letto e durante la notte: è consigliabile rotolare su un fianco prima di sollevarsi, per evitare di sforzare i muscoli addominali;
  • gestire la tosse e la stitichezza: come menzionato, evitare sforzi eccessivi è cruciale;
  • esercizi per rafforzare il core: se approvati dal medico, esercizi mirati per il pavimento pelvico e i muscoli addominali profondi possono aiutare a mantenere la tonicità della parete addominale.

Come già anticipato, l’uso di panciere elastiche può dare sollievo in caso di fastidio, ma va sempre concordato con lo specialista.

FAQ – Domande frequenti sull’ernia ombelicale in gravidanza

Vediamo alcuni dubbi sull'ernia ombelicale durante la gestazione:

Cosa succede se ho un’ernia ombelicale e rimango incinta?

Una preesistente ernia può aumentare di dimensione, perciò è importante avvisare il ginecologo e valutare il monitoraggio o l’eventuale riparazione dopo la gravidanza.

Si può partorire con un’ernia ombelicale?

Sì, nella maggior parte dei casi il parto vaginale è possibile; in presenza di ernie molto voluminose, il medico potrebbe consigliare il cesareo.

L’ernia ombelicale può causare dolore al bambino?

Non influenza direttamente il bambino, che è ben protetto all'interno dell'utero e dal liquido amniotico.

Il rischio sorge solo in caso di complicanze gravi per la madre, come l'incarcerazione o lo strozzamento dell'ernia, che sono comunque rare.

Posso spingere durante il travaglio se ho un'ernia ombelicale?

Nella maggior parte dei casi sì, poiché la presenza di un'ernia ombelicale in gravidanza raramente controindica il parto vaginale.

Il ginecologo o l'ostetrica di riferimento valuterà la dimensione e la natura dell'ernia e potrebbe dare indicazioni specifiche su come gestire le spinte durante il travaglio, ma di solito non è un ostacolo.

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Scritto da Arianna Bordi | Editor

Dopo la laurea in Letteratura e Lingue straniere, durante il mio percorso di laurea magistrale mi sono specializzata in Editoria e Comunicazione visiva e digitale. Ho frequentato corsi relativi al giornalismo, alla traduzione, alla scrittura per il web, al copywriting e all'editing di testi.

a cura di Dr.ssa Anna Maria Ferri
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