Si possono prendere antibiotici in gravidanza? La risposta, supportata dalle massime autorità sanitarie come l'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), è che non solo si possono assumere antibiotici in gravidanza, ma a volte è necessario per proteggersi da infezioni che possono compromettere la salute di mamma e bambino.
Il vero rischio, infatti, non risiede nel farmaco, che viene valutato dallo specialista, ma nel lasciare che un'infezione progredisca senza essere curata.
La paura istintiva è legata all'azione di assumere un farmaco, ma le evidenze scientifiche dimostrano che la scelta di non trattare un'infezione batterica diagnosticata, comporta rischi concreti e molto più gravi sia per la madre che per il feto, tra cui parto pretermine, natimortalità e malformazioni congenite.
Quando prendere antibiotici in gravidanza?
Si possono prendere gli antibiotici in gravidanza quando il medico fa una diagnosi certa di infezione, prescrivendo il medicinale più sicuro nella dose più bassa per il tempo necessario.
Durante la gestazione, infatti, il corpo della futura mamma diventa più vulnerabile ad alcune forme di infezioni; questo cambiamento, del tutto normale, avviene perché l'organismo si adatta per accogliere e far crescere il feto.
È il sistema immunitario a subire una naturale "modulazione", quindi per evitare di "rigettare" il feto, che ha un patrimonio genetico diverso, le difese immunitarie della madre si attenuano leggermente.
Questo equilibrio perfetto per la gravidanza la rende, però, più esposta all'attacco di batteri patogeni.
Quali sono le possibili infezioni durante la gravidanza?
A questo cambiamento naturale se ne aggiungono altri di tipo meccanico: man mano che l'utero si ingrandisce, esercita una pressione sempre maggiore sulla vescica e sugli ureteri.
Una pressione che può causare il rallentamento del flusso di urina e un suo possibile ristagno, creando un ambiente ideale per la proliferazione batterica e aumentando e il rischio di cistiti e infezioni delle vie urinarie.
Ecco alcune possibili infezioni durante la gestazione:
- infezioni delle vie urinarie: una semplice cistite, se trascurata, può risalire le vie urinarie e trasformarsi in pielonefrite, una seria infezione renale. In gravidanza, questa condizione può progredire rapidamente, portando a sepsi materna (un'infezione generalizzata), travaglio pretermine e basso peso del bambino alla nascita;
- vaginosi batterica: questo squilibrio della flora batterica vaginale, a volte asintomatico, è associato a un aumento del rischio di rottura prematura delle membrane, parto pretermine e, in alcuni casi, aborto nel secondo trimestre;
- streptococco di gruppo B: molte donne sono portatrici sane di questo batterio senza saperlo. Se non gestito con una profilassi antibiotica durante il travaglio, può essere trasmesso al neonato durante il parto, causando infezioni gravissime come meningite, sepsi, polmonite e danni neurologici permanenti;
- infezioni sistemiche: qualsiasi infezione batterica non controllata può avere conseguenze devastanti, tra cui parto pretermine, natimortalità e danni agli organi del bambino in via di sviluppo.
Quali antibiotici si possono prendere in gravidanza?
La medicina oggi dispone di antibiotici con un profilo di sicurezza documentato in gravidanza, che permettono al medico di consigliare i più adatti per ogni specifica situazione.
Esistono alcune classi di antibiotici il cui utilizzo si basa su una solida mole di studi che ne attestano la sicurezza:
- penicilline: questa famiglia di farmaci, che include principi attivi molto noti come l'amoxicillina e l'ampicillina, è considerata la prima scelta per molte infezioni batteriche in gravidanza. Numerosi studi hanno confermato che il loro uso non è associato a un aumento del rischio di malformazioni congenite. Anche l'associazione di amoxicillina con acido clavulanico, presente in molti farmaci, è ritenuta sicura;
- cefalosporine: farmaci come Cefalexina e Cefaclor appartengono a un'altra classe di antibiotici beta-lattamici studiati e utilizzati. Sono considerati sicuri e rappresentano una valida alternativa, utilizzata per trattare infezioni urinarie e respiratorie.
Oltre ai farmaci di prima linea, esistono altre opzioni che il medico può considerare, valutando il rapporto tra benefici e potenziali rischi, sempre sulla base delle evidenze.
- macrolidi: questa classe comprende farmaci come l'Eritromicina e l'Azitromicina. L'Eritromicina è stata a lungo considerata sicura. Alcuni studi più recenti hanno sollevato l'ipotesi di una possibile, seppur rara, associazione con malformazioni cardiache o del sistema urinario se assunta nel primo trimestre;
- l'azitromicina, invece, è ritenuta sicura per l'uso nel secondo e terzo trimestre di gravidanza;
- clindamicina: un antibiotico indicato per specifiche infezioni batteriche che il medico valuterà considerando i possibili effetti collaterali, tra cui un basso rischio statistico di malformazioni muscolo-scheletriche.
Antibiotici da usare con cautela o da evitare
La cautela non conosce disinformazione. Ecco perché bisogna aggiornarsi da fonti ufficiali sugli antibiotici controindicati in gravidanza, soprattutto durante i primi mesi.
Antibiotici in gravidanza nel primo trimestre
Le prime 12-13 settimane di gestazione sono il periodo dell'organogenesi, la fase delicata in cui si formano tutti gli organi e gli apparati del bambino. Durante questo tempo, l'embrione è più vulnerabile all'azione di agenti esterni.
Durante i primi tre mesi di gravidanza, i medici adottano un atteggiamento di estrema prudenza nel prescrivere farmaci.
Anche se molti antibiotici sono sicuri, alcuni potrebbero non essere adatti in questo primo periodo:
- nitrofurantoina: un farmaco molto efficace, usato per trattare le cistiti. Le linee guida internazionali ne sconsigliano l'uso nel primo trimestre a causa di una possibile, seppur debole, associazione con alcuni difetti congeniti. È inoltre da evitare a termine gravidanza (dalla 38a settimana in poi) perché può causare un tipo di anemia (anemia emolitica) nel neonato;
- trimetoprim/sulfametossazolo: questo antibiotico combinato è un antagonista dei folati. Sappiamo che l'acido folico è utile per il corretto sviluppo del sistema nervoso del feto, dunque l'uso di questo farmaco è sconsigliato nel primo trimestre per il rischio di difetti del tubo neurale. Se usato verso la fine della gravidanza, può inoltre aumentare il rischio di ittero grave nel neonato.
Gli antibiotici controindicati in gravidanza
Esistono alcune classi di antibiotici evitate durante tutta la gravidanza a causa dei rischi documentati per il feto:
- tetracicline (es. Doxiciclina): questi farmaci hanno la caratteristica di legarsi al calcio. Se assunti dopo le prime settimane di gestazione, possono depositarsi nelle ossa e nei denti in via di sviluppo del feto, causando una colorazione giallo-marrone permanente dei denti da latte e rallentando la crescita ossea;
- fluorochinoloni (es. Ciprofloxacina, Levofloxacina): la preoccupazione per questa classe di antibiotici deriva da studi su animali, che hanno mostrato possibili danni alle cartilagini e alle articolazioni in fase di crescita. Per un principio di massima cautela, il loro uso in gravidanza è evitato, a meno che non siano l'unica alternativa disponibile per trattare un'infezione grave.
- aminoglicosidi (es. Gentamicina, Streptomicina): questi potenti antibiotici, usati per infezioni molto serie, possono attraversare la placenta comportando il rischio di tossicità per il feto. Possono danneggiare i reni (nefrotossicità) e l'orecchio interno (ototossicità), potendo causare sordità permanente nel bambino.
Come affrontare le infezioni più tipiche in gravidanza
Alcune infezioni in gravidanza sono più comuni e devono essere trattate in modo corretto. Vediamo quali sono e come si devono affrontare:
Antibiotici per cistite in gravidanza
Le infezioni urinarie sono tra i disturbi più frequenti in gravidanza, a causa dei cambiamenti ormonali e della pressione dell'utero sulla vescica.
Si deve trattare anche la cosiddetta "batteriuria asintomatica", ovvero la presenza di una carica batterica nelle urine senza alcun sintomo, perché può aumentare il rischio di complicazioni.
Gli antibiotici che si possono assumere in questi casi sono amoxicillina, cefalexina e fosfomicina (principi attivi).
Attenzione a non confondere i sintomi della cistite (bruciore durante la minzione, sensazione di peso al basso ventre, urgenza di fare pipì) con il normale aumento della frequenza urinaria tipico della gravidanza.
Per una diagnosi certa, il medico richiederà sempre una urinocoltura, ossia un esame delle urine che identifica il batterio responsabile e testa la sua sensibilità ai vari antibiotici.
Streptococco di Gruppo B in gravidanza
In caso di tampone vagino-rettale positivo per lo streptococco di gruppo B (GBS) tra la 35a e la 37a settimana, questa frequente colonizzazione batterica può essere trattata con una profilassi antibiotica endovenosa (solitamente, penicillina o ampicillina) somministrata alla madre dall'inizio del travaglio fino al momento del parto.
Infezioni odontoiatriche e ascessi
Il mal di denti in gravidanza è un problema frequente che deve essere trattato, perché è pur sempre un'infezione che lascia circolare i batteri nel sangue.
Per gli ascessi dentali, l'antibiotico cui si ricorre per default è l'amoxicillina, in associazione con acido clavulanico, considerata sicura. Per il contenimento del dolore, il farmaco più sicuro è il paracetamolo.
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È invece importante evitare i Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei (FANS), come l'ibuprofene, specialmente nel terzo trimestre, in quanto possono influire sulla circolazione fetale.
Come trattare la vaginosi batterica in gravidanza
La vaginosi batterica è causata da un'alterazione dell'equilibrio del microbioma vaginale. I sintomi si riconoscono dalle caratteristiche perdite grigio-biancastre e dal tipico odore sgradevole. In molti casi, comunque, può anche essere asintomatica.
Si deve diagnosticare e trattare la vaginosi, perché è associata ad un aumento del rischio di parto pretermine, rottura prematura delle membrane e infezioni post-parto.
I farmaci più utilizzati per il trattamento sono il metronidazolo o la clindamicina, che il medico valuterà se e quando somministrare.
FAQ - Domande frequenti sugli antibiotici in gravidanza
Ecco due dubbi molto ricorrenti sull'assunzione di questi farmaci durante la gestazione:
Cosa fare se si prende un antibiotico prima di sapere di essere incinta?
La cosa più importante da fare è informare il medico del farmaco assunto, del dosaggio e della durata del trattamento.
Infatti, potrà fornire tutte le rassicurazioni del caso e programmare il normale percorso di monitoraggio della gravidanza, con ecografie di controllo (come la morfologica tra la 19a e la 21a settimana) per verificare il corretto sviluppo del feto.
Si può prendere l'antibiotico in gravidanza se si hanno solo raffreddore e tosse?
No, ma a prescindere dalla gravidanza, gli antibiotici sono efficaci contro i batteri ma completamente inutili contro i virus, che sono la causa del più comune raffreddore e dell'influenza.
Assumere un antibiotico in questi casi non porta alcun beneficio e, anzi, alla lunga innesca il meccanismo dell'antibiotico-resistenza.
Infatti, i sintomi di tosse e raffreddore virale in gravidanza si possono gestire con altri rimedi non farmacologici: tisane e bevande calde con miele e limone; umidificatore per alleviare la secchezza delle vie aeree; suffumigi (fumenti) con vapore acqueo o gargarismi con acqua tiepida e sale per lenire il mal di gola.
Fonti:
- Agenzia Italiana del Farmaco - Antibiotici in gravidanza: sì, se necessario. Aggiornate le schede sul sito AIFA dedicato;
- Sage Journals - Recommended Treatment for Urinary Tract Infection in Pregnancy;
- International Journal Environmental Research and Public Health - Use of Antibiotic Treatment in Pregnancy and the Risk of Several Neonatal Outcomes: A Population-Based Study;
- Pharmacotherapy - A review of antibiotic safety in pregnancy—2025 update