Perché il neonato piange la sera?

Valentina Montagna | Editor

Ultimo aggiornamento – 24 Febbraio, 2025

Una madre tiene in braccio un neonato che piange

I neonati fino a 3 mesi piangono in orari serali per motivi diversi: fame, stanchezza, per il disagio che crea loro il pannolino sporco, per rumori esterni e altri fattori ambientali. Ma non solo.

I pianti inconsolabili dei bambini nei primi mesi di vita possono essere legati anche a malesseri di natura fisiologica, transitoria o a cause che invece richiedono maggiore attenzione medica.

Comuni nei neonati sono i disagi gastrointestinali, come coliche gassose, reflusso gastroesofageo o dischezia che provocano gonfiore, dolore e disagio. La dischezia è un disturbo funzionale transitorio in cui il neonato mostra difficoltà a coordinare i muscoli durante l'evacuazione.

Nei mesi successivi, invece, dai 4-5 mesi fino al primo anno di vita, le cause di irritabilità e pianto nei bambini sono legate alla dentizione e ai bisogni che cambiano di pari passo con lo sviluppo cognitivo.

Quali sono le cause del pianto serale del neonato nei primi 3 mesi di vita?

Si pensa che il sonno del neonato sia dolce e tranquillo, finché l'esperienza diretta non porta a conoscere cosa succede realmente nei primi mesi di vita del bambino. Il "neonato isterico" non è un falso mito, ma una possibilità che ogni genitore può trovarsi a dover affrontare.

I pianti a dirotto si concentrano perlopiù nelle ore serali, irrompendo spesso anche a notte fonda in apparenza senza una valida ragione.

Vediamone alcune tra le più comuni e cosa fare per calmare il pianto disperato del bambino.

Fame e scatti di crescita

I risvegli del neonato accompagnati dal pianto nelle ore serali e notturne dipendono il più delle volte dalla sensazione impellente di fame. Ma questo è normale: i bambini molto piccoli mangiano 24 ore su 24, ogni 2 o 3 ore. Col tempo, la necessità di mangiare così spesso cambia lasciando passare intervalli di tempo più ampi tra una poppata e l'altra.


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Proprio nei primi mesi di vita, il bambino passa attraverso i cosiddetti "scatti di crescita" che li rendono più affamati e insaziabili durante la notte. Gli scatti di crescita si verificano a intervalli irregolari e possono durare alcuni giorni, durante i quali il bambino potrebbe richiedere poppate più frequenti.

Disturbi gastrointestinali nei neonati

Nei neonati, il sistema digerente ancora in fase di sviluppo può causare difficoltà digestive, gas e gonfiore addominale, flatulenza e dolori.  

Nel caso in cui vi sia un problema di intolleranza, questi disturbi potrebbero essere legati a una produzione inefficiente di enzimi necessari per digerire il lattosio o altre proteine del latte. Anche se questa è una condizione meno comune, infatti la maggior parte dei neonati digerisce bene il lattosio, un componente naturale del latte materno.

I disagi gastrointestinali più comuni nei primi mesi di vita sono le coliche e il reflusso gastroesofageo. 

Le coliche gassose (o coliche del lattante) sono un disturbo comune nei primi mesi di vita che si manifesta con pianti anche notturni per i disagi causati dal gonfiore addominale.

Le cause delle coliche nei neonati non sono ancora completamente comprese, ma si ritiene che siano multifattoriali.

Tra le ipotesi più accreditate vi sono l'immaturità del sistema digestivo, alterazioni del microbiota intestinale, una maggiore sensibilità agli stimoli ambientali, che possono provocare sintomi tra cui il gonfiore addominale e la difficoltà a evacuare. 

Il reflusso del neonato è un altro disturbo comune nei neonati che si verifica nei primi mesi di vita con la risalita del cibo presente nello stomaco fino all'esofago. Si tratta di un fenomeno temporaneo caratterizzato dai classici "rigurgiti", dovuto alla non ancora piena maturità del cardias, la valvola che si trova tra stomaco ed esofago.

La maggior parte dei disturbi gastrointestinali nei neonati è considerata fisiologica e tende a risolversi spontaneamente con la crescita. 

Infiammazione intestinale nei neonati all'origine delle coliche gassose: le ipotesi

Alcuni studi suggeriscono che i neonati con coliche presentano livelli più elevati di calprotectina fecale, un marker di infiammazione intestinale. Questo dato ha portato i ricercatori a ipotizzare uno stato infiammatorio subclinico all'origine dei sintomi delle colichePertanto, non è considerato un indicatore affidabile di infiammazione intestinale in questa fase.

È però vero che la calprotectina fecale è fisiologicamente alta nei primi mesi di vita dei neonati (fino a 500 µg/g) soprattutto nei primi mesi di vita e non è specifica per le coliche. Per questo motivo, la comunità scientifica non la considera un indicatore affidabile di infiammazione intestinale in questa fase.

Spavento per stimoli esterni

I neonati fino a 3-4 mesi di età attraversano una fase in cui il riflesso di spavento è molto attivo. Possono essere facilmente sorpresi o spaventati da stimoli esterni, come rumori improvvisi o movimenti bruschi, e questo può interrompere il loro sonno.

Un padre tiene in braccio un neonato che piange

Ciò nonostante, non serve molto per calmarli: un semplice contatto fisico con i genitori, come una carezza o una stretta delicata, è sufficiente per farli sentire al sicuro e aiutarli a riaddormentarsi.

Il pannolino sporco e le temperature ambientali

Un pannolino sporco o una temperatura ambientale inadeguata possono causare irritabilità nel neonato. Il bambino esprime il suo disagio piangendo, a volte in modo isterico perché il pianto è l'unico mezzo attraverso il quale può comunicare il bisogno di aiuto per risolvere il problema.

Malesseri generici

Quando un bambino si sveglia di notte piangendo, è importante verificare che non vi siano cause legate a eventuali malesseri fisici, come febbre o dolori addominali

In queste situazioni, è utile prestare attenzione a segnali comportamentali che possono indicare il problema: ad esempio, se si strofina le orecchie potrebbe avere un fastidio all'orecchio, se si sfrega gli occhi o il naso potrebbero esserci allergie o raffreddori. 

Cause di irritabilità e pianto serale o notturno nei neonati dai 4-5 mesi al 1° anno di vita

Nei mesi successivi, dai 4-5 mesi fino al primo anno di vita, le cause di irritabilità e pianto cambiano. La dentizione è una delle principali fonti di disagio in questa fase perché causa dolore e prurito alle gengive.

Inoltre, lo sviluppo cognitivo ed emotivo porta a nuovi bisogni e comportamenti: regressioni del sonno, ansia da separazione, abitudini e richieste di attenzione. Tutti questi fattori possono essere all'origine del pianto e dei frequenti e improvvisi risvegli notturni.

Dal 4°-5° mese, il pianto del bambino potrebbe anche dipendere da fattori come: 

  • dentizione: tra i 4 e i 6 mesi disturba il sonno a causa di dolore e prurito alle gengive;
  • regressioni del sonno nelle diverse fasi dello sviluppo neurologico (4°-6°-8°-12°-18°-24° mese) che possono portare a risvegli notturni e irritabilità;
  • richiesta di attenzioni;
  • incubi notturni;
  • ansia da separazione, che spesso si manifesta verso il settimo-ottavo mese;
  • attaccamenti ad alcune routine della nanna.

La dipendenza da persone, oggetti o rituali per addormentarsi può generare stress emotivo e pianto quando il bambino si risveglia tra un ciclo di sonno e l'altro senza trovare il proprio supporto abituale.

Cosa fare per rilassare il neonato quando piange?

Quando il bambino piange di notte, è importante accertarsi che i suoi bisogni primari siano soddisfatti:

  • fame;
  • bisogno di un cambio di pannolino;
  • difficoltà a eruttare;
  • disagio per il troppo caldo o freddo (controllare che non sudi o che non abbia mani/piedi freddi, la temperatura ideale è 20-22°C).

Una volta appurate queste condizioni, se il pianto persiste potrebbe dipendere da altre cause come le difficoltà digestive e l'accumulo di aria.

Cosa fare nell'immediato per calmare il pianto del bambino?

È importante accertarsi che i pianti del bambino non siano effettivamente legati ai disturbi gastrointestinali sopra descritti o che non siano dipesi da un malessere transitorio come la febbre. In questo caso, ci si rivolgerà al pediatra che ne accerterà le cause e prescriverà il rimedio più opportuno.

Se è la presenza di gas intestinali a provocare continui disagi, si può sempre consultare il pediatra per ricevere consigli sul da farsi. Un rimedio immediato è quello di mantenere il bambino in posizione verticale dopo i pasti, massaggiandone la schiena e il pancino con movimenti circolari in senso orario.

Per evitare le conseguenze del reflusso, invece, si può sollevare leggermente la testa del lettino (con un angolo di inclinazione max 30°).

Valentina Montagna | Editor
Scritto da Valentina Montagna | Editor

La mia formazione comprende una laurea in Lingue e Letterature Straniere, arricchita da una specializzazione in Web Project Management. La mia esperienza nel campo si estende per oltre 15 anni, nei quali ho collaborato con nutrizionisti, endocrinologi, medici estetici e dermatologi, psicologi e psicoterapeuti e per un blog di un'azienda che produce format televisivi in ambito alimentazione, cucina, lifestyle.

a cura di Dr. Giuseppe Pingitore
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