È normale se il neonato mangia sempre? Sì, è del tutto normale. I neonati hanno bisogno di poppate frequenti, anche ogni ora, soprattutto nelle prime settimane di vita.
Questo comportamento, chiamato allattamento a richiesta o "cluster feeding", quando le poppate sono ravvicinate, è il modo in cui la natura assicura che il piccolo riceva tutto il nutrimento e il conforto di cui ha bisogno per crescere.
Anzi, le poppate frequenti, con uno schema di allattamento ogni ora, aiutano il corpo della mamma ad aumentare la produzione di latte in base alle esigenze del suo bambino.
Dunque, per quanto possa essere poco comprensibile e anche faticoso, il neonato che sta sempre attaccato al seno sta facendo qualcosa di perfettamente normale e temporaneo. Col tempo imparerà a distanziare le poppate.
Perché il neonato vuole mangiare ogni ora?
In caso di allattamento continuo, anche ogni ora, viene naturale chiedersi cosa ci sia dietro. I motivi sono legati alla fisiologia e ai bisogni del neonato nelle sue prime settimane di vita.
Lo stomaco piccolo e la digestione rapida
Alla nascita, lo stomaco di un neonato è grande circa come una ciliegia, quindi contiene solo 5-7 ml di liquido. Anche nei giorni seguenti, mentre si riempie gradualmente (arrivando a 30-40 ml verso una settimana di vita), resta comunque piccolo.
Il colostro, il primo latte che la mamma produce nei primissimi giorni, è ricco di anticorpi ma con meno grassi rispetto al latte maturo, quindi il bimbo ne digerisce piccole quantità velocemente. Dopo poco il bambino ha di nuovo fame.
Ecco perché nei primi giorni può arrivare a una media di 8-12 poppate nelle 24 ore, alcune anche molto ravvicinate tra loro. Ribadiamo che questo atteggiamento è normale e sano, il latte sta soddisfacendo i suoi bisogni.
Il suo alimentarsi è come fare tanti piccoli spuntini anziché pochi pasti abbondanti, esattamente ciò che serve al suo organismo in questa fase di crescita.
Crescita rapida e "scatti di crescita"
E a proposito di crescita, i neonati raddoppiano il peso dalla nascita in pochi mesi, una crescita impressionante, resa possibile anche dall'aumento di richiesta di latte a momenti alterni. Ci sono giorni in cui il bimbo è ancora più attaccato del solito, in coincidenza con gli scatti di crescita intorno alle 2-3 settimane, 6 settimane, 3 mesi, ecc.
Durante queste fasi, il piccolo ha un appetito vorace e potrebbe cercare la poppata ogni ora per una naturale stimolazione del latte che occorre alla sua crescita. Più chiede latte, più la mamma è in grado di produrne. Una volta terminato il fabbisogno legato agli scatti di crescita, il bimbo probabilmente tornerà a ritmi più tranquilli (fino al prossimo scatto di crescita).
"Cluster feeding": poppate a grappolo nelle ore serali
In molti casi si verifica questo schema. Il neonato è sereno di mattina/pomeriggio con poppate distanziate, poi verso sera si "attacca a oltranza", cercando poppate ogni ora. Questo fenomeno è chiamato cluster feeding, letteralmente "allattamento a grappolo", e succede in particolare nel tardo pomeriggio/sera, tra le 18 e le 22.
Il piccolo, in pratica, fa tante piccole poppate consecutive, a volte intervallate da pianti e agitazione. Perché lo fa?
Ci sono un paio di spiegazioni possibili. In primis, potrebbe voler "fare il pieno" prima del suo periodo di sonno più lungo (molti neonati dopo il cluster serale dormono un blocco di 3-4 ore). Secondo motivo: le ore serali sono quelle in cui si accumula la stanchezza e gli stimoli della giornata. L'unica fonte di rassicurazione per il bambino è stare attaccato al seno, dove trova nutrimento e contatto.
La composizione del latte cambia nell’arco della giornata. Di sera ha meno volume e più grassi; il bambino mangia più spesso per ottenere quei grassi sazianti o perché il flusso è più lento e può rilassarsi.
In ogni caso, il cluster feeding è normale e non indica un problema, il seno non è vuoto, continua a produrre man mano che il bimbo stimola.
Bisogno di suzione e conforto (non è solo fame)
I neonati hanno un fortissimo riflesso di suzione, succhiare per loro è un istinto di sopravvivenza e anche un piacere. Il bimbo cerca il seno non perché abbia davvero fame, ma per soddisfare la sua voglia di ciucciare e per sentirsi al sicuro. Non a caso, già nel pancione succhiava il pollice.
Questa suzione non nutritiva (o comfort nursing) è importante perché calma il neonato quando è spaventato, dolorante o stanco. Al seno trova calore, odore familiare, battito cardiaco, voce materna e latte, elementi che lo rassicurano.
E infatti è tipico vedere il neonato attaccarsi al seno solo per qualche minuto dopo, ad esempio, un vaccino o un piccolo spavento, giusto il tempo di calmarsi. Oppure fa quelle poppate lunghissime e lente quando è assonnato, succhiando piano piano fino ad addormentarsi. Sono quelle suzioni deboli di fine poppata che non servono tanto a mangiare quanto a stringersi nell'abbraccio materno finché non si scivola nel sonno.
Dunque, sì, molte volte il neonato vuole stare attaccato al seno perché cerca il conforto materno. Può essere poco intuitivo per noi adulti, che non ricordiamo il meccanismo vissuto da piccoli, e pensiamo "ma hai mangiato mezz’ora fa!", ma per un neonato il seno della mamma è il suo "rifugio". Non c'è quasi nulla di più naturale per un neonato della ricerca della rassicurazione materna nei suoi primi mesi di vita.
Ritmo sonno-veglia ancora non sviluppato
Un neonato nelle prime 8-12 settimane non ha un ritmo circadiano definito, né la capacità di restare a lungo sveglio senza stancarsi. In pratica, il suo ciclo nelle 24 ore è "dormi - svegliati - mangia - dormi di nuovo, ripetuto molte volte.
È normale che di notte si svegli spesso per mangiare (ha bisogno anche di nutrimento notturno, il suo stomaco non regge tante ore vuoto) ed è anche normale che di giorno, a volte, voglia attaccarsi anche solo per addormentarsi.
Molti neonati vivono quasi "attaccati" perennemente nelle fasi di sonnellino leggero. Un attimo ciucciano, poi dormicchiano col capezzolo ancora in bocca, poi ricominciano. Piano piano, crescendo, diventano più reattivi e a parità di latte bevuto impiegano meno tempo al seno perché riescono a gestire meglio la suzione e iniziano anche a distinguere il giorno dalla notte.
Già verso 3-4 mesi molti bimbi fanno poppate più veloci e con pause un po' più lunghe tra loro, semplicemente perché sono cresciuti e sono più consapevoli. Ogni mese che passa il bimbo attraverserà diversi cambiamenti nei suoi ritmi.
Neonato sempre attaccato al seno: ecco alcuni consigli per gestire le poppate interminabili
Questi sette consigli su come affrontare le poppate continue possono la neomamma durante i primi mesi di vita del bambino.
Non ci sono orari per le poppate
Nei primi mesi il miglior "programma" è nessun programma. Il bambino dovrebbe poter attaccarsi al seno ogni volta che mostra segnali di fame (agitarsi, mettere le manine in bocca, fare il gesto di succhiare, piagnucolare) – idealmente prima che arrivi al pianto disperato. È bene non cercare di far passare per forza X ore perché i neonati hanno ritmi irregolari e possono avere fame anche dopo mezz'ora dalla poppata precedente.
Allattare a richiesta assicura che sia sazio e che la produzione di latte si calibri sui suoi bisogni. Allo stesso tempo, se ogni tanto dorme 3 ore di fila, ci si può riposare per svegliarlo dopo 3-4 ore solo nelle primissime settimane, se ha problemi di crescita. Altrimenti, si possono seguire i suoi ritmi anche nei sonnellini.
Riconoscere i segnali di fame e di sazietà
Riconoscere quando è il momento delle poppate è fondamentale, come anche capire quando è appagato. Se il bimbo succhia piano piano e si addormenta, o sputa il capezzolo e appare rilassato, probabilmente è pieno.
Altri segnali di sazietà: apre le manine (quando hanno fame spesso stringono i pugni), il ritmo di suzione rallenta molto. Se invece è affamato, farà capire di volere ancora cercando con la bocca se lo si stacca, piangendo forte con un pianto "di fame" insistente, infilando le dita in bocca.
È bene assecondare questi segnali, attaccandolo al seno finché mostra di voler poppare e quando dà segno di essersi staccato da solo, non insistere oltre. Questo crea un ritmo sinergico tra mamma e neonato, funzionale per distinguere, col tempo,un pianto di fame da un pianto di altro tipo.
Creare una routine serale anti-stress
Aiuta molto imparare a gestire questa fase della giornata. Il consiglio è quello di cenare prima dell'orario X in cui inizia l'irrequietezza quotidiana (spesso tra le 18-19), così si evita di allattare con lo stomaco vuoto e con poche energie.
Aiuta anche sistemarsi comodamente in un angolo di casa accogliente, dove rilassarsi e intanto idratarsi, visto che l'allattamento fa venire sete. La collaborazione del partner è molto confortante in questi momenti, considerando che la mamma che allatta spesso non avrà tempo o energia di fare molto altro.
Meglio usare fascia o marsupio per tenerlo addosso (e magari allattare in movimento)
I supporti porta-bebè sono molto utili per i bambini che vogliono un contatto continuo. In una buona fascia ergonomica, il neonato sta a stretto contatto con la mamma calmandosi e addormentandosi grazie a questo contatto.
Molte mamme riescono anche ad allattare direttamente nella fascia (ci vuole un po' di pratica con le posizioni, ma è fattibile, ad esempio regolandola perché il bimbo stia all'altezza giusta del seno). Così si può anche camminare, sbrigare piccole commissioni o semplicemente avere le mani libere mentre lui succhia o fa sonnellini brevi tra una poppata e l'altra.
Il ciuccio dopo la poppata
Dare il ciuccio dopo la poppata non interferisce se introdotto dopo 4–6 settimane e usato correttamente, contrariamente a quanto si pensa (cioè che possa interferire con l'allattamento). In realtà, dopo le prime 4-6 settimane in cui è bene abituare il bimbo solo al seno, introdurre un ciuccio per i momenti di puro conforto può aiutare.
Se il bambino si è nutrito a sufficienza, ma resta con quel forte bisogno di succhiare per rilassarsi, un ciuccio può appagarlo. Chiariamo: il ciuccio non va usato per posticipare una poppata quando ha fame, ma dopo che ha mangiato, se vuole ancora succhiare a vuoto. Molti neonati ci si addormentano.
L'importante è mantenerlo sempre un accessorio secondario, mai sostitutivo del seno. L'uso del ciuccio è associato a una riduzione del rischio di SIDS (morte in culla) secondo varie ricerche.
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Quando rivolgersi allo specialista: pediatra o ostetrica
Si dovrebbe cercare un aiuto professionale quando alcuni segnali preoccupano il genitore, ad esempio se il bimbo non sembra soddisfatto mai nemmeno dopo poppate lunghe, oppure se piange inconsolabilmente anche al seno, o ancora se l'allattamento sta causando un forte stress fisico o emotivo.
Pediatri e ostetrici sono figure che possono valutare se ci sono problemi risolvibili come un frenulo linguale corto che rende faticosa la poppata, o il reflusso che fa usare il seno come conforto ma poi il bimbo sta male lo stesso. Oppure possono semplicemente rassicurare sul fatto che sta crescendo bene e dare qualche dritta.