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Emocoltura

Ematologia
Donna, sperimentatrice e incubatrice in laboratorio per scopi scientifici, controllo della temperatura e strumento per la microbiologia. Persona di sesso femminile, emocoltura e ricerca sulle cellule mediche per le malattie, test e macchinari per il DNA.

Cos'è l'emocoltura e perché si fa

L'emocoltura è un esame cui si ricorre per vedere se ci sono germi nel sangue (batteri o lieviti) quando si sospetta un'infezione generale, come nella sepsi, nelle infezioni da catetere, endocardite, febbre in neutropenia, infezioni correlate o in alcune febbri senza causa chiara. In questi casi si possono manifestare sintomi come febbre, brividi, spossatezza e peggiorare rapidamente lo stato di salute.

L'emocoltura serve a verificarne la presenza, a riconoscere il microrganismo responsabile e a capire quali antibiotici sono efficaci; avere risposte chiare permette al medico di impostare una terapia mirata, evitando cure inutilmente aggressive o poco utili.

Come si effettua l'emocoltura?

L'emocoltura non misura un valore come gli altri esami del sangue, ma cerca la crescita di un germe dentro speciali bottiglie. A differenza di molti altri esami ematici prevede il prelievo di almeno due campioni di sangue da vene diverse, a distanza di pochi minuti per aumenta la probabilità di trovare il germe e ridurre il rischio di scambiare per infezione una semplice contaminazione. Non è necessario il digiuno.

Questo metodo aiuta i medici a distinguere tra una vera infezione del flusso sanguigno e una semplice contaminazione del campione: se un microbo è presente in entrambi i campioni, prelevati da punti e in momenti distinti, è molto probabile che si tratti di un'infezione sistemica; se, invece, compare solo in un campione, potrebbe significare che questo è stato contaminato da batteri normalmente presenti sulla pelle del paziente durante il prelievo.

Occorre tenere a mente che gli antibiotici possono frenare la crescita dei microbi in laboratorio: ecco perché quando si può, il prelievo si fa prima di iniziare la terapia; se il trattamento è già in corso, conviene prelevare subito prima della dose successiva, quando la quantità di farmaco nel sangue è più bassa.

Procedura per emocoltura 

Prima dell'ago la pelle viene disinfettata con molta cura, poi il sangue viene raccolto in bottigliette speciali che contengono un brodo nutriente, il cosiddetto brodo per emocoltura, un liquido nutriente che permette ai microbi, se presenti, di moltiplicarsi e quindi di essere scoperti. 

Negli adulti si preleva un po’ più sangue rispetto a un normale esame: più volume comporta anche maggiori chance di individuare il responsabile.

All'interno dei flaconi c’è anche un anticoagulante per emocoltura, indicato con la sigla SPS, la cui funzione è evitare che il sangue coaguli e aiutare a conservare vivi gli eventuali germi finché il laboratorio non li analizza.

Campioni ematici per emocoltura in laboratorio

Una volta arrivati in laboratorio, i flaconi vengono messi negli incubatori, apparecchi che li tengono alla temperatura giusta e li monitorano di continuo. Se nel campione è presente un germe, l'apparecchio ne segnala la crescita; da quel momento il percorso è lineare.

Il tecnico esegue una prima colorazione al microscopio per orientarsi sul tipo di microrganismo, poi lo identifica con strumenti rapidi e avvia l'antibiogramma diretto, cioè il test che mostra a quali antibiotici il germe è sensibile.

In molte strutture questo passaggio è accelerato: una prima indicazione terapeutica può arrivare già nella stessa giornata in cui la bottiglia risulta positiva, il referto completo segue a breve.

In quanto tempo arriva il risultato?

Se il campione è positivo, il segnale compare entro 24-72 ore. In assenza di crescita, i flaconi restano in incubazione fino a 5 giorni prima di chiudere l'esame come negativo. Quando c'è un riscontro, il laboratorio può emettere un aggiornamento preliminare (per esempio la colorazione al microscopio) e completare in seguito con l'antibiogramma.

Come leggere il referto?

Positivo non vuol dire sempre emergenza, ma indica che è cresciuto un germe. Il medico confronterà il risultato con i sintomi per capire se è un'infezione vera (che va curata) oppure una contaminazione (germi della pelle finiti per errore nel campione). Se più prelievi risultano positivi allo stesso germe, è più probabile vi sia l’infezione.

Un risultato negativo è rassicurante, ma non esclude ogni causa. I virus non si vedono con l'emocoltura, alcuni germi sono difficili da coltivare e gli antibiotici in corso possono mascherare la presenza e la crescita del patogeno; se i disturbi continuano, il medico può decidere di ripetere l'esame o cercare altre spiegazioni.

FAQ – Domande frequenti sull'emocoltura

Ecco dei dubbi ricorrenti su questo esame di laboratorio:

Quali sono i rischi di una contaminazione nell'emocoltura?

Una contaminazione, come batteri dalla pelle che finiscono nel campione, può portare a falsi positivi, causando terapie antibiotiche inutili e ritardi nella diagnosi vera. Per evitarlo ci si deve assicurare che l'operatore disinfetti bene e prelevi da siti diversi. 

Come prepararsi al meglio per un'emocoltura?

Non serve digiuno, ma occorre idratarsi bene e informare il medico di eventuali antibiotici in corso per programmare il prelievo al momento giusto. Una strategia è bere acqua prima per facilitare il prelievo venoso.

L'emocoltura è l'unico esame per infezioni nel sangue?

No, l'emocoltura è specifica per batteri e lieviti, ma per virus o altri patogeni si usano test come PCR o sierologia; se l'emocoltura è negativa ma i sintomi persistono, il medico potrebbe prescrivere questi esami. Ad esempio, in un caso di febbre virale, l'emocoltura non rileva nulla, ma un test PCR conferma l'infezione e guida una terapia non antibiotica.

Cosa fare se l'emocoltura è negativa ma i sintomi continuano? 

In questi casi si deve parlare con il medico per capire se è il caso di ripetere l'esame o indagare altre cause, come infezioni localizzate o problemi non infettivi. 

Si può fare emocoltura a domicilio? 

Sì, è possibile fare emocoltura anche a domicilio, in contesti non ospedalieri, quando per esempio il paziente è allettato. È però necessario che il personale sia qualificato e che la raccolta segua la procedura corretta, che sia molto pulita. Il campione deve arrivare rapidamente in laboratorio per assicurarne l'integrità e l'accuratezza.
Dr. Christian Raddato Medico Chirurgo
Dr. Christian Raddato
medico generale

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