Non sottovalutiamo la pericolosa romanticizzazione delle relazioni disfunzionali sui social media

Arianna Bordi | Editor

Ultimo aggiornamento – 19 Novembre, 2024

Ragazza preoccupata in cucina dopo un litigio col suo compagno

La romanticizzazione delle relazioni tossiche sui social media è un tema di crescente attenzione, specialmente per il suo impatto sui giovani. Questo fenomeno non solo distorce la percezione delle relazioni sane, ma contribuisce anche alla normalizzazione di comportamenti abusivi e manipolativi.

Vediamo di seguito un approfondimento in merito.

Romanticizzazione dell’amore tossico: parte tutto dai media

Questo fenomeno è particolarmente evidente in film, serie TV, romanzi e persino nella musica.

Ma perché si verifica? Vediamo alcune motivazioni:

  • appeal drammatico: le dinamiche conflittuali e intense delle relazioni tossiche creano storie avvincenti e drammatiche, che catturano l'attenzione del pubblico. Un esempio potrebbero essere i libri e i film della saga After di Anna Todd o It ends with us di Colleen Hoover, ma, in generale, molti libri del genere YA (Young Adult);
  • idealizzazione dell'amore: spesso l'amore manipolatorio viene presentato come un sentimento così intenso e travolgente da giustificare qualsiasi comportamento, anche quello negativo.

Ed ecco quali sono le inevitabili conseguenze:

  • normalizzazione di comportamenti tossici: le persone possono iniziare a considerare normali comportamenti come la gelosia eccessiva, il controllo, la manipolazione e la violenza psicologica;
  • difficoltà a riconoscere le relazioni tossiche: può diventare più difficile per le persone identificare una relazione malsana, poiché tendono a paragonarla alle rappresentazioni idealizzate dei media;
  • mancanza di consapevolezza: molte persone crescono esposte a queste rappresentazioni e, non avendo gli strumenti per riconoscere i comportamenti tossici, finiscono per idealizzarli;
  • influenza culturale: stereotipi di genere e aspettative culturali possono contribuire a normalizzare dinamiche di potere squilibrato e comportamenti manipolatori;
  • danni emotivi: esposizione costante a queste rappresentazioni può portare a sviluppare aspettative irrealistiche nelle relazioni e a subire danni emotivi.

Social media: quale è il loro ruolo rispetto al fenomeno?

Sui social media, come TikTok e Instagram, esiste una crescente tendenza alla romanticizzazione delle relazioni tossiche, un fenomeno che solleva preoccupazioni per la sua influenza sui giovani.

Questa tendenza si manifesta attraverso contenuti, veicolati, come anticipavamo prima, dai media, che idealizzano dinamiche disfunzionali, come la gelosia ossessiva, il controllo e la manipolazione, trasformandole in simboli di passione o dedizione romantica.

Ad esempio:

  • contenuti virali e trend: video, meme e post celebrano comportamenti tossici come dimostrazioni di amore intenso. Ad esempio, su TikTok, termini come "malessere" descrivono partner possessivi o manipolatori, etichettati ironicamente come figure affascinanti. Questo linguaggio normalizza dinamiche abusive, rendendole socialmente accettabili;
  • esempi mediatici: serie TV come Euphoria, Mare Fuori o, tornando indietro con gli anni, Gossip Girl sono spesso al centro di questi trend. I personaggi con comportamenti manipolativi o aggressivi vengono idealizzati, contribuendo a costruire una narrativa in cui le relazioni tossiche sono intriganti piuttosto che problematiche; 
  • ruolo dei programmi televisivi: programmi come Temptation Island mostrano relazioni disfunzionali in modo spettacolare, influenzando il pubblico a percepirle come normali o accettabili. Quando i protagonisti tornano insieme nonostante abusi emotivi, si rafforza l'idea che "l'amore supera tutto", anche comportamenti inaccettabili;
  • percezioni alterate delle relazioni sane: i giovani, principali consumatori di questi contenuti, possono interiorizzare l'idea che conflitti estremi e instabilità siano inevitabili o addirittura desiderabili in una relazione;
  • rischi per la salute mentale: l'esposizione a questi modelli può portare a giustificare abusi emotivi o a cercare inconsciamente partner con caratteristiche manipolative, aumentando il rischio di traumi relazionali.

È ormai noto che i social media amplificano standard relazionali malsani, influenzando negativamente le percezioni giovanili, e che la rappresentazione di standard relazionali malsani è particolarmente pericolosa per chi è alla ricerca di modelli da seguire nelle prime esperienze sentimentali.

Un'analisi su PHS Charge ribadisce che i media devono smettere di glorificare le relazioni tossiche e promuovere modelli positivi per il benessere mentale e sociale.

Le vittime di queste narrazioni possono sviluppare bassa autostima, difficoltà a riconoscere i segnali di abuso e problemi relazionali a lungo termine; infatti, la glorificazione di dinamiche tossiche rafforza l'idea che la sofferenza emotiva sia una parte accettabile delle relazioni.

@r4chae111 i dont get why toxic relationships are being so romanticized, like you want one until you’re actually in it #fyp #relatable #toxicrelationship ♬ original sound - Sanyio

Sebbene molte persone adulte siano in grado di identificare pattern relazionali sbagliati sia nei media che sui social, le nuove generazioni non hanno gli stessi strumenti e, di conseguenza, andrebbero guidate. 

È vero che i media possono rappresentare semplicemente una forma di intrattenimento, senza nessun fine educativo, ma le conseguenze dell'esposizione dei più giovani alla normalizzazione di una forma di amore che in realtà amore non è, ma è solo volontà di controllo e potere sull'altra persona, non possono essere ignorate.

I giovani cresciuti consumando questi contenuti, infatti, rischiano di interiorizzare l'idea che il controllo, la gelosia e i litigi siano normali o addirittura segni di amore autentico.

Arianna Bordi | Editor
Scritto da Arianna Bordi | Editor

Dopo la laurea in Letteratura e Lingue straniere, durante il mio percorso di laurea magistrale mi sono specializzata in Editoria e Comunicazione visiva e digitale. Ho frequentato corsi relativi al giornalismo, alla traduzione, alla scrittura per il web, al copywriting e all'editing di testi.

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