È assolutamente normale incontrare difficoltà a dormire in seguito a un significativo cambiamento nella propria vita sentimentale.
Il motivo risiede nel modo in cui il nostro cervello opera: crea associazioni profonde tra l'ambiente e i nostri comportamenti; dunque, la presenza di un partner che dorme con noi può essere associata a un riposo sereno e profondo.
Scopriamo di più in questo approfondimento.
L'impatto della rottura sulla qualità del sonno
Quando una relazione si conclude, l'assenza del partner può perturbare seriamente questa consolidata associazione, portando a disturbi del sonno.
Per molti la fase di insonnia è transitoria, ma se i cambiamenti relazionali innescano associazioni o abitudini negative legate al sonno, la deprivazione può protrarsi ben oltre il superamento emotivo della rottura stessa.
L'assenza dell'ex partner dal letto, o il venir meno delle piccole interazioni della buonanotte, crea un vuoto tangibile. Il nostro cervello, abituato a certi schemi, si ritrova disorientato, privato dei segnali che prima lo inducevano al sonno.
In secondo luogo, e forse più impattante, le rotture sono spesso un concentrato di stress ed emozioni intense: rabbia, tristezza, ansia, senso di perdita e persino solitudine possono travolgerci.
L'insonnia acuta, quindi, non è altro che una risposta comune, quasi fisiologica, a questo tsunami emotivo; il nostro cervello, invece di rallentare per entrare nel regno dei sogni, rimane "acceso" e continuamente rielabora i pensieri legati al cambiamento relazionale e le emozioni ad esso connesse, tenendoci in uno stato di veglia indesiderato.
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Durante il giorno possiamo riuscire a distrarci, ma la notte, quando cala il silenzio, quei sentimenti di solitudine o di perdita che abbiamo cercato di reprimere emergono prepotentemente, impedendoci di chiudere occhio.
Sprofondare in un letto improvvisamente vuoto di notte non è solo un'immagine metaforica; è un promemoria fisico, palpabile, del cambiamento avvenuto e di tutte le emozioni che ne derivano; questa sola sensazione è sufficiente a disturbare il sonno.
La ragione più profonda risiede nel fatto che il nostro ambiente di sonno è radicalmente mutato: si è passati dal dormire insieme al dormire da soli. Il cervello, nel tempo, ha creato una potente associazione tra la presenza dell'altra persona e l'atto di addormentarsi.
Dopo una rottura, è come se dovesse disimparare questa associazione e "reimparare" a trovare il sonno in solitudine. È un processo di riadattamento neurobiologico che richiede tempo ed energia.
Come riuscire a riposare meglio
Riconquistare un sonno sereno dopo una rottura non è impossibile, ma richiede un impegno consapevole; spesso significa dover adattare l'ambiente in cui si dorme, rivedere e creare nuove routine pre-sonno e, forse la cosa più importante, modificare la propria prospettiva riguardo al riposo notturno e alla propria individualità:
- cambiare la posizione nel letto: provare a spostarsi al centro, oppure dall'altro lato rispetto a quello abituale. Infatti, anche un gesto apparentemente piccolo come questo può disorientare le vecchie abitudini e aprirne la strada a nuove;
- introdurre nuove sensazioni tattili: un cuscino per il corpo può offrire un senso di presenza e comfort, riempiendo un vuoto senza evocare l'ex partner. Oppure, una coperta di una nuova consistenza, come un pile morbido, un pesante plaid lavorato a maglia, qualcosa che sia completamente nuovo e associato solo al tuo comfort attuale;
- rivoluzionare la disposizione della camera da letto: anche piccoli spostamenti di mobili, l'aggiunta di una nuova lampada o la riorganizzazione degli elementi decorativi possono alterare la percezione dello spazio. Si tratta di accorgimenti che creano nuove associazioni del sonno, minimizzando l'impatto emotivo della perdita di un partner abituale e facilitando l'adattamento del cervello a un ambiente di riposo diverso;
- un riposo neutro: alcune persone trovano estremamente utile trascorrere un periodo di transizione in una stanza degli ospiti o in un'altra zona notte della casa. Questo perché tale spazio non è immediatamente e visceralmente associato all'ex partner, offrendo un ambiente "neutro" dove il cervello può iniziare a stabilire nuove routine di sonno senza il peso dei ricordi passati. È come dare al tuo cervello una "pausa" dal luogo del dolore emotivo;
- rilassamento e mindfulness: esercizi di respirazione profonda, meditazioni guidate per il sonno o semplici pratiche di consapevolezza possono aiutare a staccare la spina dalla giornata;
- podcast rilassanti o audiolibri: scegliere storie leggere, documentari o podcast con voci calme e piacevoli. L'obiettivo è distogliere la mente dai pensieri ossessivi legati alla rottura, permettendo al tuo cervello di rilassarsi senza sforzo;
- stretching delicato: qualche minuto di stretching leggero può sciogliere le tensioni fisiche accumulate, segnalando al corpo che è tempo di rallentare;
- rituali caldi e rilassanti: una tisana calda, un bagno rilassante o anche solo una doccia tiepida possono fare miracoli per distendere i nervi.
Queste nuove abitudini diventeranno un cambiamento "nuovo" e "positivo", un investimento nel benessere che va oltre la semplice compensazione della perdita.
Sono fondamentali non solo per superare l'insonnia immediata, ma anche per evitare che il sonno disturbato diventi un problema cronico; infatti, se emozioni come frustrazione e ansia diventano un'abitudine ogni volta che la testa tocca il cuscino, il cervello impara ad associare l'ora di andare a letto a questi stati d'animo stressanti, creando un circolo vizioso difficile da rompere.
Infine, se le difficoltà a dormire dopo una rottura diventano un problema persistente, se il sonno è problematico la maggior parte delle notti o se la mancanza di riposo influenza negativamente le tue attività diurne, potrebbe essere il momento di parlare con un medico o uno specialista del sonno.