Andrea Camilleri, nato a Porto Empedocle nel 1925 e scomparso nel 2019, è stato uno degli scrittori italiani più letti e amati del Novecento.
Con il suo stile ha saputo portare la Sicilia e le sue sfumature linguistiche nella letteratura contemporanea, conquistando milioni di lettori con il personaggio del commissario Montalbano.
Vediamo alcune delle frasi più rappresentative del suo pensiero.
Le frasi di Andrea Camilleri sulla vita
Camilleri ha sempre dato importanza ai gesti quotidiani, ai piaceri semplici: quando parla della felicità lo fa senza retorica. Invita a rallentare, osservare, trovare senso anche nei dettagli più piccoli.
Queste frasi racchiudono un invito a vivere il quotidiano senza cercare per forza l'eccezionale; a osservare i piccoli segnali di vita, come ascoltare il vento, è lì che, secondo lui, si nasconde la vera bellezza:
- "Io sono stato povero e ho conosciuto il successo in tarda età. Tutto è arrivato tardi nella mia vita, e questa è una fortuna: mi sento come di aver vinto alla Sisal. Il successo fa venire in prima linea l'imbecillità. Se avessi ottenuto da giovane quel che ho oggi, non so come sarebbe finita. Non conosco il mio livello di imbecillità." (da un’intervista de Il Venerdì di Repubblica del 2002)
- “Lo scirocco è uno dei momenti più belli che possano essere concessi all'uomo, in quanto l'incapacità di movimento in quei giorni ti porta a stare immobile a contemplare una pietra per tre ore, prima che arrivi un venticello. Lo scirocco ti dà questa possibilità di contemplazione, di ragionare sopra alle cose, anche se è un po' difficile, in quelle circostanze, sviluppare il pensiero che è un po' "ammataffato", collosa, come la pasta quando scuoce.” (da un’intervista de Il Secolo XIX del 2001)
- "Se mentre mangi con gusto non hai allato a tia una pirsona che mangia con pari gusto allora il piaciri del mangiare è come offuscato, diminuito." (da La prima indagine di Montalbano)
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- "I soldi mi hanno tolto l'ansia di offrire una sicurezza alla mia famiglia, questo mi basta." (da un’intervista de Il Venerdì di Repubblica del 2002)
- "In tutti i miei romanzi il piano dell'indagine coincide con il piano della ricerca della verità, sociale, filosofica, o direi più semplicemente "umana". Vi è l'uomo che si confronta con se stesso, o cerca se stesso." (da un’intervista de L’Unità del 2002)
- "Il commissario Montalbano, dopo aver superato i cinquanta anni, compie un bilancio della propria vita ma ha paura di guardare la sua vera immagine, di scavare nei meandri della sua psiche, così come tutti gli uomini. Perché in fondo ognuno di noi preferisce restare all'immagine ufficiale che di sé ha dato, la quale non crea turbamenti, inquietudini." (da un’intervista de L’Unità del 2002)
Altre frasi significative di Andrea Camilleri
Da un’intervista de Il Secolo XIX del 2001
Da "Ora dimmi di te. Lettera a Matilda"
da "Un mese con Montalbano"
Da "Montalbano, l'attesa e la morte"
Da un’intervista de L’Unità del 2001
Pensieri riflessivi di Camilleri
Camilleri non credeva nelle verità assolute: nei suoi libri la verità è qualcosa da cercare, mettere in dubbio, soppesare. Non esiste una sola verità, ma è fondamentale allenarsi a riconoscerla, anche tra le righe.
In tempi di informazione contaminata da tante fonti che portano alla disinformazione, il suo invito alla lucidità è più attuale che mai. Cercare la verità non significa urlare, ma osservare e pensare con attenzione:
- "Allora cos'era? È assai difficile spiegare perché ci si innamori di una persona, figurarsi di una città. Beh, forse era la perfetta armonia tra gli abitanti e le loro case, tra gli abitanti e il loro cielo, tra gli abitanti e il loro mare, forse era la parlata strascicata e indolente, forse erano i volti che incontravi verso il porto, cotti dalla salsedine ma cosi pronti ad aprirsi in un bonario sorriso." (da La ragazza di Boccadasse, in Blue Genova Liguria)
- "Come fa uno a farisi capace che il tempo passa, e lo cangia, se tutti i jorni e tutte le notti non fa altro che ripetiri squasi meccanicamenti gli stissi gesti e diri le stisse paroli?" (da Un giro in giostra, in Gran Circo Taddei e altre storie di Vigàta)
- "La letteratura è uno strumento critico che può aiutare a svelare le verità, a smascherarle. La fantasia narrativa può aiutare a riflettere e capire la realtà che ci circonda." (da un’intervista de L’Unità del 2005)
- "Il problema da qualche anno nel nostro Paese che si va facendo sempre più gravoso, fino a diventare insopportabile, è la violenza sulle donne. Questo tipo di violenza che spesso e volentieri arriva all’omicidio, magari effettuato nei modi più crudeli e più barbari, ha una caratteristica: nella maggior parte dei casi viene compiuto da fidanzati, ex fidanzati, mariti, ex mariti. Viene fuori un desolante quadro di arretratezza dei nostri costumi, di sconsolante angustia mentale. In Italia una gran quantità di maschi, di qualsiasi classe sociale, considera la donna oggetto di sua proprietà in aeternum, come se non dovesse avere mai più la libertà… Questa concezione è il modo più degradante e più abietto di considerare la persona umana […]." (Intervento su Rai Uno, 8 novembre 2017)
- "L'omo, va a sapiri pirchì, si fa pirsuaso istintivamenti che ogni cangiamento comporti un certo movimento, 'nveci i cangiamenti veri succedono ammucciati sutta all'apparenza dell'immobilità." (da Un giro in giostra, in Gran Circo Taddei e altre storie di Vigàta)