Iperfantasia e maladaptive daydreaming: ecco perché fantasticare potrebbe non essere poi così sano

Arianna Bordi | Editor

Ultimo aggiornamento – 03 Febbraio, 2025

Ragazza sdraiata sul letto con libro accanto

Cosa si intende per "iperfantasia" e "maladaptive daydreaming", definito anche "daydreaming disfunzionale"?

Scopriamo perché sognare ad occhi aperti e fantasticare su possibili scenari nella propria testa può rappresentare un atteggiamento problematico.

Ma quindi la fantasia non è uguale per tutti?

Le persone con iperfantasia potrebbero sperimentare un maggiore piacere nel fantasticare rispetto ad altre persone, ma questa stessa capacità può anche portare a forme di pensiero disadattivo.

Ad esempio, un individuo potrebbe trascorrere così tanto tempo immerso nelle proprie fantasie e immagini mentali da trascurare aspetti importanti della vita reale, come le relazioni interpersonali, il lavoro o gli studi.

Come spiegato dalla dottoressa Reshanne Reeder, docente di psicologia all'Università di Liverpool e studiosa delle differenze nella percezione, la documentazione di come le variazioni nell'immaginazione influenzino realmente le persone nella loro vita quotidiana sono allo stadio iniziale.


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“Se una persona ha un'iperfantasia spiccata per le immagini, è molto probabile che questa stessa capacità si estenda anche agli altri sensi. Ciò significa che potrebbero essere in grado di immaginare suoni, odori, sapori e sensazioni tattili con la stessa intensità e vividezza con cui visualizzano le immagini”, afferma.

Tuttavia, è importante sottolineare che l'iperfantasia non è necessariamente legata a una memoria superiore: il dottor Adam Zeman, professore onorario di neurologia presso l'Università di Exeter, membro onorario presso l'Università di Edimburgo e ricercatore che ha coniato i termini “afantasia” e “iperfantasia”, racconta che l'impatto dell'immaginazione sulla memoria è "molto inferiore a quanto si potrebbe prevedere".

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In media, infatti, le persone con iperfantasia o afantasia non hanno capacità di memoria significativamente diverse rispetto agli altri; ciononostante, emergono alcune peculiarità interessanti: sembra che le persone con iperfantasia abbiano una leggera predisposizione a ricordare meglio le informazioni di tipo visivo, così come i ricordi in prima persona delle proprie esperienze di vita. Questo suggerisce che la capacità di creare immagini mentali vivide potrebbe effettivamente influenzare la codifica e il recupero di alcuni tipi di ricordi.

La vividezza delle immagini mentali nelle persone con iperfantasia, se da un lato può essere fonte di gioia e creatività, dall'altro può anche rappresentare un fattore di rischio per la salute mentale.

Come afferma Zeman, queste persone potrebbero essere più vulnerabili a sperimentare immagini intrusive quando rievocano esperienze negative: la potenza di tali immagini, infatti, può essere tale da generare un vero e proprio trauma, anche nel caso di scene immaginate e non vissute direttamente.

I primi risultati suggeriscono una possibile correlazione tra iperfantasia e una maggiore suscettibilità a falsi ricordi e allucinazioni, sottolinea Reeder; inoltre, immagini mentali estremamente realistiche potrebbero confondere il confine tra realtà e immaginazione, portando a distorsioni nella percezione e nel ricordo degli eventi.

Alcuni studi suggeriscono che le capacità di immaginazione mentale possono variare nel tempo: ad esempi, una ricerca del 2022 ha rivelato come i livelli di immaginazione vivida tendano a diminuire con l'età, suggerendo una maggiore prevalenza dell'iperfantasia nei bambini.

Questo dato potrebbe indicare che l'iperfantasia è più comune nell'infanzia e che la capacità di creare immagini mentali vivide può affievolirsi con il passare degli anni.

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Poiché l'iperfantasia non è considerata una condizione clinica o un disturbo, non esiste un metodo formale per "diagnosticarla"; tuttavia, per valutare la capacità di immaginazione visiva di una persona, vengono comunemente utilizzati due questionari di riferimento: il Vividness Of Visual Imagery Questionnaire (VVIQ) e il Plymouth Sensory Imagery Questionnaire, entrambi disponibili online.

Non esiste un limite standard universalmente riconosciuto per definire l'iperfantasia, però i ricercatori tendono a considerare una persona affetta da iperfantasia se ottiene un punteggio di 75 o superiore su 80 nel VVIQ, spiega Zeman.

È importante notare che questi test si basano sull'auto-valutazione dei partecipanti e, di conseguenza, sono soggette a potenziali errori e distorsioni.

Maladaptive daydreaming: quando sognare ad occhi aperti diventa una gabbia

Il Maladaptive Daydreaming (MDD), traducibile come "sogno ad occhi aperti disadattivo" o "fantasia compulsiva", è un fenomeno psicologico in cui una persona è coinvolta in fantasie intense e vivide che occupano una quantità di tempo eccessiva, interferendo con la vita quotidiana.

Vediamo le sue caratteristiche principali:

  • fantasie intense e dettagliate: le persone con MDD creano mondi immaginari complessi e coinvolgenti, spesso con personaggi e storie elaborate;
  • eccessivo tempo dedicato alle fantasie: si trascorrono ore immerse nei propri pensieri, tanto da trascurare attività importanti come il lavoro, lo studio o le relazioni sociali;
  • difficoltà a controllare le fantasie: non si riesce a smettere di sognare ad occhi aperti, nemmeno quando si vorrebbe concentrarsi su altro;
  • movimenti ripetitivi: spesso le fantasie sono accompagnate da movimenti stereotipati come camminare avanti e indietro, dondolarsi o tamburellare le dita;
  • disagio e senso di colpa: la persona è consapevole che le sue fantasie sono eccessive e che le stanno causando problemi, ma non riesce a smettere.

Uno studio del 2017 ha evidenziato una comorbilità significativa tra il Maladaptive Daydreaming (MDD) e altri disturbi mentali: l80% dei partecipanti con sintomi riconducibili al MDD soddisfaceva anche i criteri diagnostici per l'ADHD, il 71% per il disturbo d'ansia, il 56% per la depressione e il 53% per il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC).

Questi dati suggeriscono una possibile correlazione tra il MDD e tali disturbi, anche se non è ancora chiaro se uno sia causa o conseguenza dell'altro: l'ADHD, ad esempio, potrebbe rendere più difficile la gestione delle fantasie e aumentare il rischio di svilupparlo; l'ansia e la depressione, a loro volta, potrebbero essere conseguenze del disagio causato dal MDD e dalla difficoltà a controllare le fantasie; infine, i comportamenti ripetitivi spesso associati al MDD potrebbero sovrapporsi ai sintomi del DOC.

In Italia è attivo un progetto interessante riguardo il daydreaming disfunzionale: si tratta dell’associazione Maladaptive Daydreaming Italia, una realtà che si occupa di offrire supporto alle persone che soffrono di questo disturbo psicologico, dando anche la possibilità di effettuare un test online.

Arianna Bordi | Editor
Scritto da Arianna Bordi | Editor

Dopo la laurea in Letteratura e Lingue straniere, durante il mio percorso di laurea magistrale mi sono specializzata in Editoria e Comunicazione visiva e digitale. Ho frequentato corsi relativi al giornalismo, alla traduzione, alla scrittura per il web, al copywriting e all'editing di testi.

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