Cosa si intende per "iperfantasia" e "maladaptive daydreaming", definito anche "daydreaming disfunzionale"?
Scopriamo perché sognare ad occhi aperti e fantasticare su possibili scenari nella propria testa può rappresentare un atteggiamento problematico.
Ma quindi la fantasia non è uguale per tutti?
Le persone con iperfantasia potrebbero sperimentare un maggiore piacere nel fantasticare rispetto ad altre persone, ma questa stessa capacità può anche portare a forme di pensiero disadattivo.
Ad esempio, un individuo potrebbe trascorrere così tanto tempo immerso nelle proprie fantasie e immagini mentali da trascurare aspetti importanti della vita reale, come le relazioni interpersonali, il lavoro o gli studi.
Come spiegato dalla dottoressa Reshanne Reeder, docente di psicologia all'Università di Liverpool e studiosa delle differenze nella percezione, la documentazione di come le variazioni nell'immaginazione influenzino realmente le persone nella loro vita quotidiana sono allo stadio iniziale.
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“Se una persona ha un'iperfantasia spiccata per le immagini, è molto probabile che questa stessa capacità si estenda anche agli altri sensi. Ciò significa che potrebbero essere in grado di immaginare suoni, odori, sapori e sensazioni tattili con la stessa intensità e vividezza con cui visualizzano le immagini”, afferma.
Tuttavia, è importante sottolineare che l'iperfantasia non è necessariamente legata a una memoria superiore: il dottor Adam Zeman, professore onorario di neurologia presso l'Università di Exeter, membro onorario presso l'Università di Edimburgo e ricercatore che ha coniato i termini “afantasia” e “iperfantasia”, racconta che l'impatto dell'immaginazione sulla memoria è "molto inferiore a quanto si potrebbe prevedere".
In media, infatti, le persone con iperfantasia o afantasia non hanno capacità di memoria significativamente diverse rispetto agli altri; ciononostante, emergono alcune peculiarità interessanti: sembra che le persone con iperfantasia abbiano una leggera predisposizione a ricordare meglio le informazioni di tipo visivo, così come i ricordi in prima persona delle proprie esperienze di vita. Questo suggerisce che la capacità di creare immagini mentali vivide potrebbe effettivamente influenzare la codifica e il recupero di alcuni tipi di ricordi.
La vividezza delle immagini mentali nelle persone con iperfantasia, se da un lato può essere fonte di gioia e creatività, dall'altro può anche rappresentare un fattore di rischio per la salute mentale.
Come afferma Zeman, queste persone potrebbero essere più vulnerabili a sperimentare immagini intrusive quando rievocano esperienze negative: la potenza di tali immagini, infatti, può essere tale da generare un vero e proprio trauma, anche nel caso di scene immaginate e non vissute direttamente.
I primi risultati suggeriscono una possibile correlazione tra iperfantasia e una maggiore suscettibilità a falsi ricordi e allucinazioni, sottolinea Reeder; inoltre, immagini mentali estremamente realistiche potrebbero confondere il confine tra realtà e immaginazione, portando a distorsioni nella percezione e nel ricordo degli eventi.
Alcuni studi suggeriscono che le capacità di immaginazione mentale possono variare nel tempo: ad esempi, una ricerca del 2022 ha rivelato come i livelli di immaginazione vivida tendano a diminuire con l'età, suggerendo una maggiore prevalenza dell'iperfantasia nei bambini.
Questo dato potrebbe indicare che l'iperfantasia è più comune nell'infanzia e che la capacità di creare immagini mentali vivide può affievolirsi con il passare degli anni.
Poiché l'iperfantasia non è considerata una condizione clinica o un disturbo, non esiste un metodo formale per "diagnosticarla"; tuttavia, per valutare la capacità di immaginazione visiva di una persona, vengono comunemente utilizzati due questionari di riferimento: il Vividness Of Visual Imagery Questionnaire (VVIQ) e il Plymouth Sensory Imagery Questionnaire, entrambi disponibili online.
Non esiste un limite standard universalmente riconosciuto per definire l'iperfantasia, però i ricercatori tendono a considerare una persona affetta da iperfantasia se ottiene un punteggio di 75 o superiore su 80 nel VVIQ, spiega Zeman.
È importante notare che questi test si basano sull'auto-valutazione dei partecipanti e, di conseguenza, sono soggette a potenziali errori e distorsioni.
Maladaptive daydreaming: quando sognare ad occhi aperti diventa una gabbia
Il Maladaptive Daydreaming (MDD), traducibile come "sogno ad occhi aperti disadattivo" o "fantasia compulsiva", è un fenomeno psicologico in cui una persona è coinvolta in fantasie intense e vivide che occupano una quantità di tempo eccessiva, interferendo con la vita quotidiana.
Vediamo le sue caratteristiche principali:
- fantasie intense e dettagliate: le persone con MDD creano mondi immaginari complessi e coinvolgenti, spesso con personaggi e storie elaborate;
- eccessivo tempo dedicato alle fantasie: si trascorrono ore immerse nei propri pensieri, tanto da trascurare attività importanti come il lavoro, lo studio o le relazioni sociali;
- difficoltà a controllare le fantasie: non si riesce a smettere di sognare ad occhi aperti, nemmeno quando si vorrebbe concentrarsi su altro;
- movimenti ripetitivi: spesso le fantasie sono accompagnate da movimenti stereotipati come camminare avanti e indietro, dondolarsi o tamburellare le dita;
- disagio e senso di colpa: la persona è consapevole che le sue fantasie sono eccessive e che le stanno causando problemi, ma non riesce a smettere.
Uno studio del 2017 ha evidenziato una comorbilità significativa tra il Maladaptive Daydreaming (MDD) e altri disturbi mentali: l80% dei partecipanti con sintomi riconducibili al MDD soddisfaceva anche i criteri diagnostici per l'ADHD, il 71% per il disturbo d'ansia, il 56% per la depressione e il 53% per il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC).
Questi dati suggeriscono una possibile correlazione tra il MDD e tali disturbi, anche se non è ancora chiaro se uno sia causa o conseguenza dell'altro: l'ADHD, ad esempio, potrebbe rendere più difficile la gestione delle fantasie e aumentare il rischio di svilupparlo; l'ansia e la depressione, a loro volta, potrebbero essere conseguenze del disagio causato dal MDD e dalla difficoltà a controllare le fantasie; infine, i comportamenti ripetitivi spesso associati al MDD potrebbero sovrapporsi ai sintomi del DOC.
In Italia è attivo un progetto interessante riguardo il daydreaming disfunzionale: si tratta dell’associazione Maladaptive Daydreaming Italia, una realtà che si occupa di offrire supporto alle persone che soffrono di questo disturbo psicologico, dando anche la possibilità di effettuare un test online.