Quanto l’arte può esserci alleata per quanto riguarda il nostro benessere psicologico? Vediamo un approfondimento in merito.
La psicologia ha bisogno dell’arte: scopriamo in che modo
"Numerose ricerche scientifiche evidenziano come l'immersione nelle attività artistiche possa effettivamente modulare la risposta fisiologica allo stress.
In particolare, questi studi dimostrano una correlazione significativa tra la pratica artistica e la diminuzione dei livelli di cortisolo, un ormone notoriamente associato allo stress.
Parallelamente, si osserva una riduzione nella secrezione di altri ormoni stressogeni all'interno dell'organismo," spiega Adrienne Hundley, responsabile dello sviluppo e dell'erogazione dei servizi presso l'Art Pharmacy di Atlanta.
“Quando ci concediamo una pausa dal ritmo frenetico, ritagliandoci uno spazio per respirare profondamente e dedicandoci con attenzione a un'attività che intrinsecamente genera gioia e appagamento, si innescano veri e propri effetti fisiologici benefici sul nostro corpo."
Nonostante il campo delle "arti su prescrizione medica" sia ancora oggetto di approfondite indagini scientifiche, le evidenze preliminari suggeriscono un potenziale significativo nel mitigare i sintomi dell'ansia e della depressione, oltre a favorire un più profondo senso di connessione sociale.
Dena Trujillo, CEO di Crisis Text Line, è profondamente consapevole della crescente crisi di salute mentale che affligge gli Stati Uniti.
Il servizio riceve annualmente oltre un milione di richieste di supporto, e un'analisi del 2023 rivela che la solitudine e l'isolamento rappresentano fattori primari che spingono le persone a cercare aiuto, con una persona su cinque che li identifica come una problematica significativa.
Un'analisi approfondita di 87.000 conversazioni anonimizzate con giovani utenti ha rivelato che due delle risorse comunitarie più frequentemente citate come fonte di sollievo e miglioramento del benessere emotivo sono "la partecipazione attiva a musica, scrittura, arti visive e performative" e "le opportunità di socializzazione strutturate".
"Idealmente, per massimizzare i benefici, è auspicabile integrare regolarmente queste pratiche artistiche nel proprio stile di vita," raccomanda vivamente Hundley. "Incoraggiamo caldamente un impegno con cadenza almeno mensile, sebbene una frequenza maggiore possa certamente amplificare gli effetti positivi, qualora gli impegni lo consentano," precisa. "Anche dedicare una sola ora al mese a queste attività può rappresentare un'abitudine preziosa per coltivare e rafforzare la resilienza emotiva nel tempo."
In un'ottica più ampia si tratta di ridefinire il concetto di salute, spostando il focus da parametri strettamente fisici come la velocità di corsa o il grado di flessibilità (qualità certamente apprezzabili, se raggiungibili) verso una prospettiva più olistica che valorizzi la presenza nella propria esistenza di elementi che infondano, come afferma Tasha Golden, PhD, autrice e direttrice di ricerca per l'International Arts + Mind Lab presso la Johns Hopkins School of Medicine, "significato profondo, piacere intrinseco, uno scopo vitale appagante e una generale sensazione di soddisfazione.”
Ciononostante, è fondamentale riconoscere che nei momenti di profonda difficoltà e carenza di energia anche intraprendere attività minime può rappresentare una sfida considerevole.
In tali circostanze, è assolutamente accettabile e anzi consigliabile procedere con estrema gradualità: "Spesso, quando una persona si trova a fronteggiare la depressione, sperimenta una marcata difficoltà nell'identificare desideri o interessi: nulla sembra suscitare un vero coinvolgimento," spiega Golden.
In questi frangenti delicati, il suo suggerimento è quello di muovere passi piccolissimi, accettando come punto di partenza anche il più modesto degli sforzi.
Arte come cura: uno studio italiano
Una ricerca pionieristica presentata oggi presso il prestigioso Palazzo Reale di Milano, nell'ambito dell'innovativo progetto ASBA (Anxiety, Stress, Brain-friendly museum, Approach - Il museo alleato del cervello contro ansia e stress) coordinato dall'Università di Milano-Bicocca, ha rivelato dati sorprendenti sull'impatto delle attività museali sul benessere psicologico.
Se la semplice contemplazione dei capolavori custoditi in un museo rappresenta già di per sé un'esperienza profondamente coinvolgente a livello emotivo, la ricerca ASBA apre nuove prospettive sul ruolo potenziale di questi istituti culturali.
I musei potrebbero evolvere ulteriormente, trasformandosi in veri e propri presidi di benessere, capaci di offrire un rifugio terapeutico contro l'ansia e lo stress.
Lo studio, ideato da Annalisa Banzi, ricercatrice del CESPEB (Centro Studi sulla Storia del Pensiero Biomedico) dell’Università di Milano-Bicocca, e condotto nell'arco degli ultimi tre anni coinvolgendo un campione di oltre 350 cittadini, unitamente a decine di operatori museali, ha fornito una solida conferma dell'efficacia di tutte le attività proposte dai ricercatori all'interno del contesto museale nel ridurre i livelli di ansia e stress dei partecipanti.
La misurazione di questi indicatori è stata effettuata all'inizio e alla conclusione di ciascun incontro attraverso l'impiego di questionari standardizzati e strumenti di valutazione quantitativi e qualitativi.
In aggiunta, un gruppo di partecipanti ha acconsentito alla registrazione della propria attività elettro-corticale mediante un dispositivo BCI (Brain-Computer Interface) wireless e indossabile. Questa tecnologia avanzata ha permesso di rilevare e registrare la frequenza dell'attività elettrica cerebrale, offrendo un monitoraggio oggettivo dell'impatto dell'esperienza museale sul benessere psico-fisico dei soggetti coinvolti.
La Mindfulness si è rivelata la strategia più incisiva nello studio ASBA, specialmente tra gli individui che presentavano livelli iniziali elevati di ansia e stress; in questo gruppo si è osservata una notevole riduzione di quasi il 25% in entrambi i fattori.
Anche l'Arteterapia, un approccio terapeutico, che utilizza il processo creativo artistico per esplorare sentimenti, risolvere conflitti emotivi e promuovere la consapevolezza di sé, ha prodotto effetti significativi, con una diminuzione del 20% nei livelli di ansia e stress.
Inoltre, la strategia sperimentale Nature+Art, che ingegnosamente combina gli stimoli offerti dal patrimonio museale con l'immersione in elementi naturali, ha evidenziato una riduzione di circa il 15% nei livelli di ansia e stress, un risultato simile a quello ottenuto con le Visual Thinking Strategies (VTS), ossia discussioni guidate e strutturate di fronte a opere d'arte, volte a sviluppare il pensiero critico, l'osservazione dettagliata e la capacità di interpretazione.
Infine, l'ArtUP si è dimostrato un metodo efficace nel fornire approfondimenti culturali radicati nella storia dell'arte e nella comprensione delle vicende artistiche, promuovendo al contempo un dialogo aperto e profondo sulla dimensione affettiva e psicologica che le opere suscitano in chi le fruisce.
«Grazie alla ricchezza e alla varietà dei dati raccolti attraverso questo studio rigoroso, siamo ora in grado di supportare con maggiore forza l'ipotesi che il museo possa a pieno titolo essere considerato un ambiente privilegiato per la cura di sé e il potenziamento del benessere individuale. Inoltre, l'analisi dei risultati ha evidenziato come ciascuna tecnica indagata generi esperienze uniche e sfaccettate. In altre parole, l'arte e i musei non solo possiedono la capacità di alleviare l'ansia e migliorare il benessere psicologico, ma lo fanno attraverso una molteplicità di percorsi e con effetti qualitativamente distinti», ha commentato Claudio Lucchiari, docente di Psicologia presso l'Università Statale di Milano e coordinatore dello studio.