In un’epoca in cui la disinformazione corre più veloce dei fatti, coltivare un pensiero aperto e critico diventa essenziale.
Non si tratta solo di controllare le fonti o di riconoscere immagini manipolate: secondo nuove ricerche, bastano interventi cognitivi semplici e brevi per migliorare la capacità di distinguere tra verità e falsità.
Lo studio, pubblicato su riviste di psicologia cognitiva, suggerisce che l’apertura mentale non sia un tratto immutabile, ma un’abilità allenabile con strategie mirate.
L’arte di pensare aperto
Molti programmi di alfabetizzazione mediatica si concentrano su strumenti pratici: riconoscere fonti affidabili, individuare false logiche o capire quando un’immagine è manipolata.
Queste strategie sono utili, ma la mente gioca un ruolo centrale. Allenare la propria apertura mentale, significa sviluppare un atteggiamento curioso, meno giudicante e più riflessivo, capace di ridurre il rischio di credere a informazioni fuorvianti.
Cosa ha mostrato la ricerca
I ricercatori hanno condotto due esperimenti per capire se le persone potessero diventare più “apertamente critiche” nei confronti delle informazioni.
Ai partecipanti è stato proposto un breve promemoria sulla necessità di valutare le prove in maniera equilibrata e sono stati avvertiti delle cinque trappole cognitive più comuni:
- sovrastimare la propria posizione: essere troppo sicuri delle proprie convinzioni senza considerare che potrebbero essere errate;
- ignorare punti di vista alternativi: non prendere in considerazione opinioni diverse dalla propria;
- credere di comprendere qualcosa finché non bisogna spiegarla: pensare di sapere qualcosa fino al momento in cui si deve spiegare chiaramente, rivelando eventuali lacune di comprensione;
- cercare solo conferme alle proprie convinzioni: selezionare informazioni che confermano le proprie idee ignorando quelle contrarie (bias di conferma);
- interpretare tutte le informazioni in modo da rafforzare la propria visione: adattare i fatti o le prove per farli combaciare con ciò che già si crede, anche se non corrispondono alla realtà.
Dopo questa breve “sessione di allenamento mentale”, i partecipanti hanno mostrato un aumento significativo della loro capacità di pensare in modo critico e aperto, misurata con lo strumento “Actively Open-Minded Thinking” (AOT).
I risultati concreti sono stati sorprendenti: i soggetti tendevano meno a credere a teorie complottiste, diventavano più cauti nel condividere contenuti online e, nel secondo studio, miglioravano nettamente nella distinzione tra fatti reali e falsità.
4 abitudini quotidiane per pensare in modo più critico
Gli autori suggeriscono alcune abitudini semplici per potenziare l’apertura mentale:
- fermarsi prima di condividere: prima di condividere un articolo, un post o una notizia, fare un momento di pausa e chiedersi se il contenuto potrebbe cadere in una delle cinque trappole cognitive;
- mettersi nei panni di chi la pensa diversamente: prima di confermare un’opinione forte, provare a immaginare il punto di vista opposto. Chiedersi: “Cosa potrebbe farmi cambiare idea? Quali prove sarebbero convincenti?”;
- riconoscere i propri limiti: ammettere che non sempre si conosce tutto. Un buon test è provare a spiegare chiaramente un concetto: se non si riesce, significa che serve approfondire;
- favorire la curiosità: creare abitudini e ambienti in cui è normale mettere in discussione le informazioni, fare domande, controllare fonti e ammettere incertezza. Circondarsi di persone curiose e riflessive che stimolino il pensiero critico.
Queste pratiche, pur semplici, hanno effetti misurabili sulla qualità del pensiero e sulle decisioni quotidiane.
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Perché conta davvero
L’abilità di pensare in modo aperto non è utile solo contro le fake news: può proteggere da pseudoscienza, miti sanitari e teorie ingannevoli in generale. In un mondo in cui la competizione per la nostra attenzione è costante e i contenuti virali possono distorcere la realtà, allenare la mente aperta rappresenta una difesa efficace e a basso costo.
Secondo gli studiosi, bastano poche decine di secondi al giorno per rafforzare l’AOT, dimostrando che anche piccoli accorgimenti mentali possono fare una grande differenza nella capacità di discernere ciò che è vero da ciò che è falso.
Fonti:
- ScienceDirect - Norm-enhanced prebunking for actively open-minded thinking indirectly improves misinformation discernment and reduces conspiracy beliefs
- PubMed- Actively Open-Minded Thinking and Its Measurement