La lattoferrina, naturalmente presente nel latte materno e in diverse secrezioni corporee, ha guadagnato popolarità come integratore alimentare, apprezzato per il supporto al sistema immunitario e per il suo ruolo nella gestione del ferro.
Come per qualsiasi principio attivo, però, è fondamentale conoscere le potenziali controindicazioni per garantirne un'assunzione sicura e consapevole.
Questo articolo si propone di esplorare in dettaglio chi dovrebbe fare attenzione all'uso della lattoferrina, quali sono i possibili effetti collaterali e in quali circostanze è consigliabile evitarne l'assunzione.
Cos'è la lattoferrina e come si assume
La lattoferrina è una glicoproteina che appartiene alla famiglia delle transferrine, che lega e trasporta il ferro naturalmente presente nei fluidi corporei, in particolare nel colostro materno e nel latte bovino, da cui viene solitamente estratta per la produzione di integratori.
Svolge un ruolo importante nella regolazione della risposta immunitaria e nella protezione contro infezioni batteriche e virali.
Le sue funzioni principali includono:
- supporto immunitario: agisce modulando la risposta immunitaria, stimolando l'attività delle cellule immunitarie e partecipando alla difesa contro patogeni;
- azione antimicrobica: lega il ferro, sottraendolo ai batteri che ne hanno bisogno per proliferare, e possiede un'azione diretta contro virus, batteri e funghi;
- proprietà antinfiammatorie: contribuisce a ridurre l'infiammazione modulando la produzione di citochine pro-infiammatorie.
Grazie a queste proprietà la lattoferrina è diventata un integratore ricercato per rafforzare le difese naturali, specialmente durante periodi di maggiore vulnerabilità o per il benessere intestinale.
Dosaggio sicuro e consigli di assunzione
La dose di lattoferrina comunemente utilizzata negli integratori varia tra i 100 e i 200 mg al giorno.
Bisogna, però;
- seguire le indicazioni riportate sul prodotto;
- in caso di terapie farmacologiche in corso, chiedere consiglio al medico;
- scegliere integratori certificati e privi di allergeni.
È importante, inoltre, ricordare che la lattoferrina non sostituisce una dieta equilibrata né un trattamento medico mirato.
Le principali controindicazioni della lattoferrina
Nonostante il suo profilo di sicurezza generalmente elevato, esistono specifiche condizioni o situazioni in cui l'assunzione di lattoferrina richiede cautela o è del tutto sconsigliata.
È cruciale essere informati su queste controindicazioni prima di iniziare qualsiasi integrazione:
Allergie e ipersensibilità
La principale e più evidente controindicazione riguarda i soggetti con allergia al latte vaccino o ai suoi derivati.
Essendo, infatti, la lattoferrina una proteina derivata dal latte, sebbene purificata, può contenere tracce di altre proteine del latte (come la caseina o le sieroproteine) capaci di scatenare reazioni allergiche in individui sensibili.
I sintomi possono variare da lievi (eruzioni cutanee, prurito, orticaria) a gravi (gonfiore del viso o della gola, difficoltà respiratorie, shock anafilattico).
Bisogna sottolineare, poi, che anche in assenza di un'allergia conclamata al latte alcuni individui potrebbero manifestare un'ipersensibilità individuale alla lattoferrina stessa o a eccipienti presenti nell'integratore; per questo motivo è sempre consigliabile iniziare con dosi basse e monitorare attentamente eventuali reazioni avverse.
Gravidanza e allattamento
Per quanto riguarda l'uso della lattoferrina durante la gravidanza e l'allattamento, non vi è una posizione univoca.
Esistono studi in gravidanza (es. anemia sideropenica) che mostrano efficacia e buona tollerabilità vs sali di ferro..È fondamentale, quindi, consultare il proprio medico o ginecologo prima di assumere qualsiasi integratore, inclusa la lattoferrina, per valutare il rapporto rischio/beneficio e assicurarsi che non vi siano controindicazioni specifiche per la propria condizione.
Interazioni farmacologiche
La lattoferrina, pur essendo una proteina naturale, può potenzialmente interagire con alcuni farmaci, alterandone l'efficacia o aumentando il rischio di effetti collaterali:
- farmaci anticoagulanti: data la sua capacità di legare il ferro e influenzare alcuni processi biologici, teoricamente la lattoferrina potrebbe avere un impatto sulla coagulazione del sangue. Sebbene non ci siano prove definitive di interazioni clinicamente significative, chi assume farmaci anticoagulanti (come warfarin o eparina) dovrebbe consultare il medico per evitare potenziali rischi di alterazione della coagulazione;
- farmaci immunosoppressori: la lattoferrina ha un'azione immunomodulante e in pazienti che assumono farmaci immunosoppressori (ad esempio, dopo un trapianto d'organo o per malattie autoimmuni gravi) la sua assunzione potrebbe teoricamente interferire con l'azione di questi farmaci, alterando la risposta immunitaria desiderata;
- integratori di ferro: la lattoferrina può competere con altre forme di ferro, alterando l’assorbimento o potenziandolo, con rischio di sovraccarico se assunta senza controllo.
È, quindi, sempre buona prassi informare il proprio medico o farmacista di tutti i farmaci (da prescrizione e da banco) e gli integratori che si stanno assumendo prima di iniziare un nuovo trattamento con lattoferrina.
Patologie preesistenti
In presenza di determinate condizioni mediche, l'uso della lattoferrina richiede un'attenta valutazione da parte di un professionista sanitario:
- emocromatosi o altre condizioni di sovraccarico di ferro: la lattoferrina è coinvolta nel metabolismo del ferro. In patologie come l'emocromatosi, caratterizzate da un accumulo eccessivo di ferro nell'organismo, l'assunzione di lattoferrina potrebbe teoricamente aggravare il sovraccarico di ferro. Sebbene la lattoferrina leghi il ferro, la sua azione complessiva sul bilancio del ferro in queste condizioni complesse non è completamente chiarita e richiede cautela;
- malattie autoimmuni: poiché la lattoferrina modula il sistema immunitario, nei pazienti affetti da malattie autoimmuni (es. lupus eritematoso sistemico, artrite reumatoide) la sua assunzione dovrebbe essere valutata con estrema cautela. L'obiettivo è evitare una potenziale stimolazione immunitaria che potrebbe peggiorare la condizione sottostante;
- insufficienza renale o epatica grave: in presenza di grave insufficienza renale o epatica, il metabolismo e l'eliminazione dei principi attivi potrebbero essere alterati. Nonostante la lattoferrina sia una proteina naturale, infatti, in queste condizioni è sempre opportuno un consulto medico per valutare la sicurezza dell'integrazione.
In generale, se si soffre di una qualsiasi patologia cronica, è indispensabile consultare il proprio medico prima di assumere lattoferrina o qualsiasi altro integratore.
Effetti collaterali comuni
Oltre alle specifiche controindicazioni, è importante essere consapevoli dei potenziali effetti collaterali, che sono generalmente lievi e transitori.
I più comuni includono:
- disturbi gastrointestinali: nausea, gonfiore addominale, crampi, diarrea o stitichezza. Si tratta di sintomi sono spesso dose-dipendenti o nella prima fase di assunzione e tendono a risolversi riducendo il dosaggio o sospendendo temporaneamente l’integratore;
- reazioni allergiche lievi: come accennato, in soggetti sensibili, possono manifestarsi reazioni cutanee come prurito o eruzioni.
È raro, però, che si verifichino effetti collaterali gravi con la lattoferrina, soprattutto quando assunta ai dosaggi raccomandati.
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Quando sospendere l'assunzione
È importante saper riconoscere i segnali che indicano la necessità di sospendere l'assunzione di lattoferrina e rivolgersi a un medico:
- reazioni allergiche gravi: se si manifestano sintomi come difficoltà respiratorie, gonfiore del viso o della gola, forte orticaria diffusa, è necessario interrompere immediatamente l'assunzione e cercare assistenza medica d'urgenza;
- peggioramento di sintomi preesistenti: se una patologia cronica peggiora in concomitanza con l'assunzione di lattoferrina;
- effetti collaterali gastrointestinali persistenti o gravi: se nausea, diarrea o altri disturbi gastrointestinali diventano insopportabili o non si risolvono con la riduzione della dose.
In caso di dubbi o reazioni avverse inaspettate, la sospensione temporanea dell'integratore e un consulto medico sono sempre la scelta più prudente.
FAQ - Domande frequenti sulla lattoferrina
Vediamo alcuni dubbi ricorrenti su questo integratore:
La lattoferrina fa male al fegato?
Non ci sono evidenze scientifiche che la lattoferrina, assunta a dosi raccomandate, sia dannosa per il fegato in soggetti sani.
Però, in presenza di patologie epatiche preesistenti o condizioni che influenzano il metabolismo del ferro, è sempre consigliabile consultare il medico prima dell'assunzione.
Si può assumere lattoferrina tutti i giorni?
Sì, se prescritta o raccomandata da un medico, per un periodo limitato; non si raccomanda l’assunzione continuativa senza indicazione.