Vitamina K potenziata, può davvero aiutare il cervello a rigenerarsi? Il nuovo studio

Alessandra Familari | Editor

Ultimo aggiornamento – 17 Ottobre, 2025

Un cervello composto da frutta e verdura contenenti la vitamina k.

Una vitamina K in versione “potenziata” potrebbe aiutare il cervello a riparare sé stesso

A dare risposta  é una ricerca condotta in Giappone e pubblicata su ACS Chemical Neuroscience, che sembra aprire prospettive inedite nella prevenzione e nel trattamento delle malattie neurodegenerative come Alzheimer e Parkinson.

Ma cos'é la vitamina K potenziata? e come funziona? Vediamo cosa dice lo studio a cura dei ricercatori del Shibaura Institute of Technology.

Vitamina k superpotenziata: il funzionamento sul cervello

Il team di ricerca ha creato analoghi sintetici della vitamina K, combinandoli con acido retinoico, una sostanza derivata dalla vitamina A nota per il ruolo che ricopre nel campo dello sviluppo neuronale. 

Queste nuove molecole, definite “vitamine K supercaricate”, hanno mostrato la capacità di stimolare la crescita di nuovi neuroni e di attraversare efficacemente la barriera emato-encefalica, un passaggio cruciale per ogni potenziale terapia cerebrale.


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Fino a oggi, la vitamina K era conosciuta soprattutto per il suo ruolo nella coagulazione del sangue e nella salute delle ossa. 

Ma diversi studi recenti hanno evidenziato un legame diretto con la funzione cerebrale, la memoria e la protezione neuronale.
Le nuove scoperte aggiungono un tassello importante: secondo i ricercatori, alcune forme modificate della vitamina K possono favorire la differenziazione neuronale, ovvero il processo con cui le cellule progenitrici si trasformano in neuroni maturi.

Nel dettaglio, gli scienziati giapponesi hanno sintetizzato 12 varianti ibride di vitamina K e ne hanno analizzato gli effetti sulle cellule nervose. Una di esse, chiamata Novel VK, ha mostrato risultati sorprendenti:

  • ha triplicato la capacità di trasformare cellule staminali neurali in neuroni rispetto alla vitamina K naturale;
  • ha attivato il recettore mGluR1, già noto per il suo ruolo nella comunicazione tra cellule cerebrali;
  • ha attraversato la barriera emato-encefalica in modelli animali, mantenendo un’elevata stabilità e concentrazioni durature nel cervello;
  • ha dimostrato di convertirsi più facilmente nella forma bioattiva (MK-4), potenziando così la sua efficacia.

Le proprietà elencate rendono Novel VK un candidato senz'altro promettente per lo sviluppo di farmaci rigenerativi in grado di rallentare, o addirittura invertire, i processi di degenerazione neuronale.

Vitamina K potenziata: una nuova speranza per Parkinson e Alzheimer?

Le malattie neurodegenerative incarnano, senza dubbio alcuno, una delle principali sfide della medicina moderna. Colpiscono milioni di persone nel mondo e comportano un progressivo declino cognitivo e motorio compromettendo la qualità di vita dei pazienti.
Le terapie oggi esistenti possono meramente attenuare i sintomi, ma non hanno ancora la capacità di arrestare la perdita dei neuroni.

Il nuovo studio giapponese, pur ancora in fase sperimentale, suggerisce che stimolare la rigenerazione neuronale attraverso molecole ispirate alla vitamina K potrebbe diventare una strada concreta per contrastare queste malattie.

“Un farmaco derivato dalla vitamina K che rallenti la progressione dell’Alzheimer o ne migliori i sintomi potrebbe cambiare radicalmente la qualità di vita dei pazienti e ridurre l’impatto economico dell’assistenza a lungo termine”, spiega il professor Yoshihisa Hirota, coordinatore della ricerca.

Secondo gli esperti, le potenzialità di questa scoperta potranno essere applicate nel campo del supporto cognitivo in fase precoce o nella prevenzione del declino neuronale associato all’invecchiamento. Tuttavia, saranno necessari ulteriori studi per verificare la sicurezza e l’efficacia clinica di questi nuovi composti.

La scoperta di una vitamina K “supercaricata” segna un passo importante nella ricerca neurologica: per la prima volta, un derivato di questa vitamina dimostra la capacità di favorire la rigenerazione dei neuroni in modo stabile e mirato.
Se i risultati verranno confermati negli studi clinici sull’uomo, potremmo trovarci di fronte a una nuova classe di terapie rigenerative per il cervello, capaci di restituire speranza a milioni di persone colpite da Alzheimer, Parkinson e altre malattie neurodegenerative.


Fonti:

Science Daily - Supercharged vitamin k could help the brain heal itself. Engineered vitamin K analogues could spark neuron regeneration, and new hope for reversing neurodegenerative decline.



Alessandra Familari | Editor
Scritto da Alessandra Familari | Editor

Durante il percorso di studi in Lettere moderne ho avuto occasione di partecipare a diverse realtà editoriali che mi hanno introdotta nel mondo della scrittura web. Dopo tre anni di esperienza nel giornalismo, con particolare focus sulla sociologia e la psicologia sociale, ho cominciato a occuparmi di articoli sul benessere.

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