Una pasta per abbassare il colesterolo cattivo: lo studio UniBa

Alessandra Familari | Autrice e divulgatrice informazione sanitaria

Ultimo aggiornamento – 07 Luglio, 2025

Diversi tipi di pasta.

Mangiare un piatto di pasta per abbassare il colesterolo? Secondo una nuova sperimentazione potrebbe essere possibile.

Un innovativo trial clinico condotto dall’Università Aldo Moro di Bari (UniBa) ha evidenziato i benefici di una nuova pasta funzionale in grado di ridurre significativamente i livelli di colesterolo non‑HDL, noto come “colesterolo cattivo”.

Frutto di una collaborazione tra ateneo, imprese pugliesi e istituzioni, il progetto ha dimostrato, in soli tre mesi, il ruolo potenziale della nutraceutica e l’importanza della ricerca traslazionale come alleati della salute pubblica.

La pasta che abbassa il colesterolo: ecco la sperimentazione

I risultati del progetto, sviluppati grazie alla collaborazione tra UNIBA, Molino Casillo (storica azienda pugliese del settore agroalimentare e l'azienda informatica CONSIS di Barisono), sono stati pubblicati su European Psychiatry.

La sperimentazione, guidata da Antonio Rampino, docente del Dipartimento di Biomedicina traslazionale e neuroscienze, ha coinvolto un gruppo di soggetti affetti da sindrome metabolica, inclusi pazienti in cura con farmaci psichiatrici. Dopo tre mesi di assunzione, i partecipanti hanno registrato una marcata diminuzione dei livelli di colesterolo non‑HDL.

Ma vediamo nel dettaglio come si è svolta la sperimentazione.

Lo studio ha previsto un approccio che si è mosso su due livelli: clinico e preclinico.

In ambito clinico, il trial ha coinvolto 300 soggetti, in buona parte affetti da sindrome metabolica, una condizione multifattoriale associata a obesità, ipertensione, insulino-resistenza e dislipidemia. I partecipanti hanno consumato per tre mesi una pasta arricchita con ingredienti funzionali brevettati. 

Cosa ne è emerso? I risultati hanno evidenziato una riduzione statisticamente significativa del colesterolo non-HDL, considerato più predittivo del rischio cardiovascolare rispetto al solo LDL, secondo le più recenti linee guida internazionali. 

In particolare, è stato osservato un decremento significativo, variabile in funzione del profilo metabolico di partenza. 

In parallelo, la sperimentazione è stata condotta con test in vitro su colture cellulari epatiche. Qui è emerso che l’estratto presente nella pasta è in grado di ridurre numero e dimensioni delle gocciole lipidiche intracellulari, ovvero alterazioni tipicamente indotte da alcuni psicofarmaci. 

Questo effetto, secondo i ricercatori, potrebbe indicare un’azione epatoprotettiva e potenzialmente modulante il metabolismo lipidico.

Ma, nel complesso, cosa significa? 

I risultati mostrano che questa pasta funzionale potrebbe ridurre il colesterolo “cattivo” anche in persone che assumono psicofarmaci, i quali tendono ad apportare alterazioni metaboliche, come l’aumento dei lipidi nel sangue. Ne risulta, dunque, che l’alimento potrebbe offrire una forma di protezione anche per pazienti vulnerabili agli effetti collaterali metabolici delle terapie psichiatriche

Mangiare regolarmente questa pasta, dunque, potrebbe aiutare a ridurre il colesterolo “cattivo”, diminuendo così il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari. Questo fattore rivela la sostanziale rilevanza della sperimentazione, poiché attesterebbe il ruolo significativo dell’alimentazione, dove in alcuni casi potrebbe affiancare l’uso di farmaci nel controllo dei disturbi metabolici.

In attesa di studi più estesi e conferme su larga scala, l’iniziativa rappresenta, senz'altro, un esempio virtuoso di ricerca traslazionale e collaborazione tra mondo accademico, industria e sanità pubblica.

Alessandra Familari | Autrice e divulgatrice informazione sanitaria
Scritto da Alessandra Familari | Autrice e divulgatrice informazione sanitaria

Dopo gli studi in Lettere Moderne, ed esperienze giornalistiche si è specializzata in divulgazione su tematiche come salute del cervello, alimentazione e attività fisica, si occupa di informazione scientifica con un approccio rigoroso e multidisciplinare. Su Pazienti.it firma articoli dedicati ai legami tra nutrizione, sport e benessere mentale, evidenziando come le scelte quotidiane possano influire sulla salute del corpo e della mente. Tra i temi affrontati: il ruolo dell’attività fisica nella prevenzione delle malattie cardiovascolari e neurodegenerative; la connessione tra alimentazione e funzioni cognitive; i meccanismi attraverso cui il movimento migliora l’umore, la memoria e la qualità del sonno. La sua scrittura unisce evidenza scientifica, chiarezza comunicativa e orientamento pratico: ogni articolo invita il lettore a comprendere meglio come allenare non solo il corpo, ma anche il cervello. Il suo obiettivo è promuovere una cultura del benessere integrato, fondata su consapevolezza, conoscenza e prevenzione quotidiana. .

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