Un ordine del giorno approvato al Senato apre a una novità significativa per la tutela economico-sanitaria dei pazienti oncologici: a partire dal 2026, sarà possibile detrarre fiscalmente al 19 % le spese sostenute per l’acquisto di alimenti a fini medici speciali, purché prescritti da un medico specialista.
L’iniziativa, proposta dal senatore Gian Marco Centinaio durante la discussione sul decreto-legge Economia, colma un vuoto normativo che da anni lasciava scoperte le famiglie costrette a ricorrere a questi prodotti per far fronte alla malnutrizione indotta dalle terapie antitumorali.
Un sostegno concreto per chi affronta il tumore
Per molte persone in trattamento oncologico, alimentarsi non è semplice.
Gli effetti collaterali di chemioterapia, radioterapia o interventi chirurgici possono compromettere l’assunzione di nutrienti essenziali, esponendo il paziente a diverse conseguenze, tra cui:
- perdita di peso;
- debolezza;
- maggiore vulnerabilità clinica.
In questi casi, l’integrazione nutrizionale tramite alimenti a fini medici speciali (AFMS) non è un’opzione accessoria, ma una parte integrante della cura. Tuttavia, finora queste spese non rientravano tra quelle detraibili nella dichiarazione dei redditi, nonostante i costi non trascurabili e la prescrizione da parte di medici.
Il provvedimento accolto dal governo nasce proprio per sanare questa incongruenza, offrendo un supporto economico mirato ai pazienti oncologici con diagnosi documentata e necessità nutrizionali certificate.
Cosa prevede la nuova misura
La misura consiste nell’introduzione, a partire dal 1° gennaio 2026, della detraibilità Irpef al 19 % per le spese sostenute per AFMS destinati a pazienti oncologici. La misura sarà valida inizialmente per il triennio 2026–2028.
Potranno beneficiarne i malati affetti da tumori specifici (ad esempio a carico di testa e collo, esofago, stomaco, pancreas, fegato, polmoni), esclusi i lattanti, che abbiano una diagnosi clinica accompagnata da prescrizione medica “parlante”, cioè contenente indicazioni esplicite relative al trattamento nutrizionale.
Come per altri dispositivi sanitari detraibili, sarà necessario conservare fatture o scontrini parlanti, con indicazione del codice fiscale del paziente e della tipologia di prodotto acquistato.
La richiesta di rendere detraibili questi alimenti era da tempo sostenuta da medici, associazioni di pazienti e nutrizionisti clinici, anche alla luce delle evidenze scientifiche sul ruolo della nutrizione nel sostenere l’esito delle terapie oncologiche.
In molte patologie tumorali, la malnutrizione è correlata a una maggiore tossicità dei trattamenti, a una più lunga degenza ospedaliera e a una peggiore prognosi complessiva.
Pertanto, garantire un accesso più equo agli AFMS significa anche aumentare l’efficacia del percorso terapeutico e ridurre il rischio di complicanze.
Il senatore Centinaio ha definito la misura come una risposta “a un vulnus normativo che penalizzava chi già affronta un percorso difficile”. E ha aggiunto: “Chi combatte contro un tumore non dovrebbe preoccuparsi anche di come sostenere economicamente la propria nutrizione clinica”.
Quali sono gli alimenti detraibili?
Gli alimenti a fini medici speciali sono prodotti destinati a soggetti con esigenze nutrizionali particolari, derivanti da condizioni cliniche precise. Nel contesto oncologico, possono includere:
- formule iperproteiche o ipercaloriche;
- soluzioni in polvere o liquidi pronti all’uso;
- miscele specifiche per disfagia o cachessia;
- integratori prescritti in caso di resezioni chirurgiche o deficit di assorbimento.
La detraibilità sarà limitata a questi prodotti, escludendo quelli di libera vendita o a finalità generica, anche se “salutistici”.
La detrazione introdotta non solo riduce l’onere economico diretto, ma riconosce ufficialmente il valore clinico della nutrizione in oncologia.
Si tratta di un segnale importante: l’alimentazione non è un aspetto accessorio della cura, ma una componente fondamentale per mantenere forza, peso e qualità della vita durante i trattamenti.
Dal 2026, i pazienti e le loro famiglie potranno inserire queste spese nel modello 730 o Redditi, come già accade per farmaci e dispositivi medici. Sarà però cruciale rivolgersi al proprio medico curante o al nutrizionista clinico per una prescrizione corretta e utilizzare canali di acquisto che forniscano documentazione fiscale adeguata.