"Sentire le voci" e schizofrenia: uno studio svela cosa accade davvero nel cervello

Alessandra Familari | Editor

Ultimo aggiornamento – 23 Ottobre, 2025

Una donna con schizofrenia seduta a terra in una stanza.

Per la prima volta, un team di ricerca australiano ha osservato con precisione cosa accade nel cervello delle persone che soffrono di schizofrenia e sperimentano allucinazioni uditive

Dopo decenni di ipotesi, gli scienziati dell’University of New South Wales (UNSW) hanno individuato un meccanismo neurologico che potrebbe spiegare il fenomeno: una disfunzione del sistema di riconoscimento del proprio discorso interiore, che porta il cervello a scambiare la voce dei pensieri per una voce reale proveniente dall’esterno.

Lo studio, pubblicato su Schizophrenia Bulletin, rappresenta una delle prove sperimentali più forti a sostegno di una teoria discussa da oltre 50 anni.

Ma vediamo, attraverso i dettagli dello studio, le dinamiche che si celano dietro "le voci".

Sentire le voci e schizofrenia: il legame con la “voce interiore”

Ogni individuo, nel corso della giornata, sperimenta il dialogo mentale con il proprio sé: si tratta del discorso interiore, Il quale viene formulato attraverso il linguaggio, la voce interna che accompagna pensieri e ragionamenti. 

In condizioni normali, il cervello riconosce che quella voce é parte del proprio sé e non la confonde con stimoli esterni.


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Negli individui schizofrenici, invece, questo meccanismo sembra interrompersi o alterarsi, tanto che il cervello interpreta la voce interna come se appartenesse a un altro da sé. La voce viene percepita come fosse esterna, di qualcun altro. È da qui che nascono le allucinazioni uditive.

A regolare questo processo è un meccanismo chiamato corollary discharge: una sorta di “nota interna” che il cervello invia a se stesso ogni volta che produce un suono, un pensiero o un movimento. Tale dinamica serve per segnalare che l’azione è autogenerata, evitando di percepirla come esterna.

Cosa succede nel cervello di chi sente le voci: i dettagli sullo studio

I ricercatori hanno coinvolto tre gruppi di persone:

  • 55 pazienti con schizofrenia e allucinazioni uditive recenti;
  • 44 pazienti schizofrenici senza allucinazioni recenti;
  • 43 persone sane come gruppo di controllo.

Durante l’esperimento, un elettroencefalogramma (EEG) ha registrato l’attività cerebrale dei partecipanti mentre immaginavano un suono (“bah” o “bih”) e poi ne ascoltavano uno dei due. Quando il suono immaginato coincideva con quello ascoltato, nei soggetti sani si osservava una riduzione dell’attività cerebrale, segno che il cervello aveva “previsto” il suono e lo riconosceva come proprio.

Nei pazienti con allucinazioni uditive, al contrario, l’attività cerebrale aumentava. Questo indica che il loro cervello non riconosce come propria la voce immaginata, ma la vive come un suono esterno, reale.

Ma perché é da considerarsi una scoperta tanto rilevante?

Secondo il professor Thomas Whitford, autore senior dello studio, “nelle persone che sentono le voci, il cervello reagisce al discorso interiore come se provenisse da qualcun altro. Questo spiega perché le voci sembrano così reali”.

I risultati non solo chiariscono uno dei misteri più discussi della psichiatria, ma potrebbero aprire la strada a nuove strategie di prevenzione e diagnosi precoce.

Gli autori intendono ora verificare se l’alterazione del corollary discharge possa diventare un biomarcatore neurofisiologico utile a:

  • individuare chi è più a rischio di sviluppare psicosi;
  • monitorare l’efficacia delle terapie;
  • comprendere meglio i meccanismi cerebrali del linguaggio e della coscienza.

Lo studio dell’UNSW incarna quello che può essere considerato un passo decisivo, importante, significativo verso la comprensione del legame tra voce interiore e percezione della realtà. Un modo di comprendere potenzialmente utile all'avvicinarsi di possibili cure, metodi di diagnosi più tempestive e prevenzione.
In futuro, individuare il malfunzionamento di questo sistema potrebbe permettere di prevenire o attenuare i sintomi psicotici in chi è predisposto, migliorando la qualità di vita e la consapevolezza di milioni di persone affette da disturbi dello spettro schizofrenico.


Fonti:

Schizophrenia Bullettin -  Corollary Discharge Dysfunction to Inner Speech and its Relationship to Auditory Verbal Hallucinations in Patients with Schizophrenia Spectrum Disorders 




Alessandra Familari | Editor
Scritto da Alessandra Familari | Editor

Durante il percorso di studi in Lettere moderne ho avuto occasione di partecipare a diverse realtà editoriali che mi hanno introdotta nel mondo della scrittura web. Dopo tre anni di esperienza nel giornalismo, con particolare focus sulla sociologia e la psicologia sociale, ho cominciato a occuparmi di articoli sul benessere.

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Alessandra Familari | Editor
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