Maculopatia e invalidità: informazioni utili e pratiche per gestire questa condizione

Dr. Christian Raddato Medico Chirurgo
Redatto scientificamente da Dr. Christian Raddato, Medico Generale |
A cura di Valentina Montagna

Ultimo aggiornamento – 18 Novembre, 2025

Una donna fa una visita oculistica

La maculopatia è una malattia che colpisce la macula, il punto centrale della retina. È lì che si concentra la visione nitida, quella che serve per leggere, guidare, riconoscere un volto. Quando la macula si rovina, la vista centrale si perde poco a poco. Non si diventa ciechi del tutto, perché la visione laterale resta, ma senza dubbio la vita cambia.

Questo articolo mette insieme la parte medica e quella legale. Perché non basta sapere cos'è la maculopatia, bisogna capire anche come viene valutata quando si parla di invalidità civile.

Maculopatia e invalidità civile: cosa riconosce la legge

La diagnosi di maculopatia non basta da sola per avere l'invalidità civile. Conta quanto la vista è ridotta, misurata in decimi e in gradi di campo visivo. È la funzione visiva residua che decide la percentuale di invalidità, secondo le tabelle ministeriali del 1992 ancora oggi in vigore.

Le tabelle ministeriali: percentuali e codici

Ogni condizione oculare ha un codice e una percentuale assegnata, ecco alcuni esempi:

  • cecità monoculare: 30%;
  • cecità monoculare con forte riduzione dell’altro occhio: dal 71% all’80%;
  • cecità monoculare con visus molto basso nell’altro occhio: fino al 90%;
  • cecità assoluta: 100%;
  • restringimento del campo visivo sotto i 10°: 80%.

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Un caso particolare è quello del diabete complicato da maculopatia: qui le tabelle portano la percentuale tra il 91% e il 100%. La presenza di una malattia sistemica come il diabete agisce da moltiplicatore, perché somma danni diversi che insieme pesano molto di più.

La soglia critica: i "ventesimisti"

I "ventesimisti" sono i pazienti che hanno un visus residuo pari o inferiore a 1/20 in entrambi gli occhi, anche con la migliore correzione possibile.

Questa soglia è decisiva, sotto 1/20:

  • si ottiene il riconoscimento di cecità parziale;
  • si ha diritto a un'indennità speciale, indipendente da età e reddito, che nel 2024 è di 221,20 euro al mese per 12 mensilità.

Non è una cifra che cambia la vita, ma è un sostegno concreto.

Cumulo delle prestazioni e indennità di accompagnamento

Un altro aspetto importante è la cumulabilità. Chi ha maculopatia grave può sommare le prestazioni per cecità parziale con altre forme di invalidità.
 
Per esempio, se oltre alla perdita visiva ci sono malattie che impediscono di camminare da soli o di compiere le azioni quotidiane (lavarsi, vestirsi, cucinare), si può ottenere anche l'indennità di accompagnamento.

La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 346 del 1989, ha chiarito che le due prestazioni possono coesistere. Dunque, la maculopatia può essere una parte di un quadro clinico più complesso che dà diritto a un sostegno economico maggiore.

L’iter della domanda: ecco come funziona 

Per chiedere l'invalidità civile per maculopatia si deve passare attraverso la commissione medico-legale dell'INPS. La domanda si presenta online o tramite patronato, dopo aver ottenuto il certificato medico introduttivo.

Ma attenzione, la diagnosi di maculopatia non è sufficiente. Serve un referto aggiornato con la misurazione del visus e del campo visivo

Cos'è la maculopatia

La maculopatia, chiamata anche degenerazione maculare, è una malattia cronica che colpisce milioni di persone. Solo in Europa si stima che riguardi circa 30 milioni di individui, soprattutto anziani. È la causa più frequente di invalidità visiva.

Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la degenerazione maculare legata all’età (AMD/DMLE) rappresenta il 41% di tutti i casi di cecità e ipovisione nei Paesi industrializzati, colpendo circa 30 milioni di persone nel mondo.

In Italia, il Ministero della Salute conferma che la DMLE è la principale causa di perdita della capacità visiva e cecità nei soggetti sopra i 65 anni che vivono nelle aree economicamente sviluppate.

Una donna fa una visita oculistica

La stessa fonte ministeriale segnala una prevalenza molto elevata nella popolazione italiana over 60.

Quali sono i fattori di rischio e le cause della maculopatia?

Fattori di rischio e cause della maculopatia possono essere diverse:

  • età: la forma senile è la più comune e inizia dopo i 55 anni;
  • circolazione ridotta: meno sangue e nutrienti arrivano ai tessuti oculari, le cellule muoiono e la vista centrale si spegne;
  • altre malattie: diabete, colesterolo alto, pressione alta aumentano il rischio;
  • stile di vita: fumo, obesità, esposizione al sole senza protezioni peggiorano la situazione;
  • genetica: anche la predisposizione conta (chi ha già un occhio colpito, ha circa il 10% di probabilità che anche l'altro si ammali).

Quali sono i sintomi della maculopatia?

La malattia arriva in silenzio. All'inizio il paziente non si accorge di nulla, perché l'occhio sano copre quello malato.

Non c'è dolore, ma ci sono due segnali chiari:

  • le immagini si deformano: le linee dritte diventano storte, gli oggetti sembrano piegati o più piccoli;
  • un buco nero al centro della vista: si chiama scotoma.

Diagnosi della maculopatia: gli esami da fare

La maculopatia non si vede da fuori. Non basta un semplice controllo della vista per accorgersene. Per scovarla servono esami precisi, che entrano nel dettaglio della retina e permettono al medico di capire quanto la malattia sia avanzata.

Il danno alla retina è irreversibile. Una volta che le cellule retiniche muoiono, non si rigenerano. Ecco perché la diagnosi precoce è lo strumento di prevenzione più importante. Arrivare tardi significa perdere tempo prezioso e vedere la malattia avanzare senza possibilità di recupero.

Vediamo quali sono gli esami diagnostici da fare

Fluoroangiografia: la mappa dei vasi sanguigni

La fluoroangiografia è un esame classico ma ancora molto utile. Si inietta un colorante fluorescente in una vena del braccio. In pochi secondi arriva agli occhi e colora i vasi sanguigni della retina. Con una speciale macchina fotografica, l'oculista scatta una serie di immagini che mostrano se ci sono perdite di liquido, microemorragie o zone in cui il sangue non arriva bene. È un esame un po' invasivo, ma fondamentale soprattutto per distinguere la forma secca da quella umida della malattia.

Tomografia a coerenza ottica (OCT): la fotografia in 3D della retina

Negli ultimi anni l'OCT è diventata lo strumento più usato. Funziona con un fascio di luce che attraversa l’occhio e scansiona la retina a strati. Il risultato è una sorta di TAC in miniatura, che mostra la retina in 3D e permette di misurare il suo spessore. Con l'OCT si possono vedere e scoprire alterazioni e danni microscopici ancora prima che il paziente se ne accorga attraverso sintomi evidenti.

Esami complementari

Oltre a questi, ci sono altri strumenti diagnostici che aiutano a completare il quadro:

  • OCT con angiografia (OCTA): una variante dell'OCT che permette di vedere la rete vascolare retinica, i vasi sanguigni, senza iniezione di coloranti;
  • Test di Amsler: un semplice reticolo di linee dritte che il paziente osserva. Se appaiono storte o deformate, è un segnale precoce di maculopatia;
  • Elettrofisiologia oculare: misura l'attività elettrica delle cellule retiniche e segnala deficit funzionali non visibili all’occhio del medico.

Perché la diagnosi precoce è decisiva

Nella maculopatia giocare sul tempo permette di intervenire prima che il danno diventi irreversibile. Le cellule retiniche danneggiate non si rigenerano. Una diagnosi precoce aumenta le chance di rallentare il danno e salvare la parte di vista che resta.

Terapia della maculopatia: cosa si può fare

La maculopatia non regredisce, ma la medicina oggi ha strumenti che possono rallentare la malattia, stabilizzare la vista e, in alcuni casi, migliorarla.

Trattamenti per la forma secca

Per la forma secca, la più diffusa e. la più lenta, non esiste ancora una cura definitiva, ma se ne può rallentare la progressione con:

  • controlli periodici;
  • integratori mirati, come vitamine A, C, E, zinco e luteina aiutano a proteggere le cellule retiniche dallo stress ossidativo;
  • modifiche nello stile di vita (stop al fumo, alimentazione ricca di antiossidanti, protezione dal sole).

Per la forma umida, invece, più aggressiva, esistono trattamenti come:

  • le iniezioni intravitreali di farmaci anti-VEGF: bloccano la crescita anomala dei vasi sanguigni sotto la retina. Queste iniezioni devono essere ripetute più volte, ma hanno cambiato il decorso naturale della malattia, permettendo di stabilizzare e in alcuni casi migliorare la vista. Molti pazienti riescono a mantenere la vista centrale e a condurre una vita quasi normale;
  • laser fotodinamico: usato meno spesso, serve in casi selezionati. Agisce chiudendo i vasi sanguigni che causano emorragie retiniche;
  • riabilitazione visiva: quando la vista centrale è persa, si può ricorrere alla riabilitazione visiva, ovvero il paziente può imparare a usare meglio la visione periferica con tecniche pratiche, esercizi, lenti speciali e strumenti elettronici che aiutano a leggere e muoversi in autonomia.

Prognosi

La parola che spaventa di più è "cecità". In realtà, la maculopatia raramente porta al buio totale. La visione periferica di solito rimane intatta e permette al paziente di orientarsi nello spazio.

La forma secca avanza lentamente. Molti pazienti conservano una parte utile di vista anche dopo anni. 

La forma umida, come premesso, è più veloce e aggressiva. Senza trattamento, può compromettere la vista in pochi mesi. Con le iniezioni anti-VEGF, invece, si può stabilizzare la malattia, rallentarla e in alcuni casi migliorare la visione.

Ma è bene essere consapevoli che la maculopatia non colpisce solo gli occhi. Può portare ansia, frustrazione, perdita di autonomia. Per questo è fondamentale un approccio completo, che affianchi alla terapia oculistica anche il supporto psicologico e pratico, per aiutare i pazienti a non sentirsi soli nella gestione quotidiana della malattia.

Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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