L'età cambia il modo di percepire i colori e la loro brillantezza: ecco i risultati della ricerca

Arianna Bordi | Editor

Ultimo aggiornamento – 22 Agosto, 2025

Garofani rossi recisi e appoggiati su una scala di colori appoggiata su un tavolo di legno chiaro

Il nostro mondo sta diventando sempre più grigio, e non è solo un'impressione.

Secondo una ricerca del Science Museum Group del Regno Unito dalla metà del XX secolo c'è stato un notevole aumento degli oggetti di uso quotidiano di colore grigio.

Ma questo "invecchiamento cromatico" potrebbe non limitarsi alle automobili color cenere, ai tristi appartamenti dei millennial e alle camerette beige.

Gli scienziati ipotizzano che sia la nostra stessa percezione del colore a sbiadire con il tempo, alterando la nostra visione del mondo.

Scopriamo di più.

Perché cambia la percezione dei colori?

I cambiamenti nella percezione dei colori possono avere diverse origini e spesso dipendono da alterazioni strutturali dell'occhio.

Un esempio comune è la cataratta, una condizione che opacizza il cristallino e che può tingere la vista di una tonalità "brunescente" (giallo-marrone).

Secondo il dottor Andrew Iwach, dell'American Academy of Ophthalmology, un cristallino brunescente "può estrarre il blu e il verde" dal nostro ambiente. Per questo motivo dopo aver rimosso la cataratta, la differenza nella nitidezza dei colori può essere così evidente che Iwach indossa una cravatta blu brillante per la gioia dei suoi pazienti in fase di recupero; anche il glaucoma e la degenerazione maculare possono influire.

Una ricerca del 2024 ha suggerito che fino al 15% dei casi di demenza a livello globale potrebbe essere collegato a problemi di percezione dei colori, il che rende un esame della vista uno strumento importante per la diagnosi precoce e la mitigazione della malattia.

“Anche alcuni farmaci possono influenzare la percezione dei colori”, spiega il dottor Iwach. Il Viagra è uno di questi: i piloti, ad esempio, devono astenersi dall'assumerlo otto ore prima del volo per evitare che influisca sulla percezione delle tonalità del blu; altri farmaci, come quelli per il cuore o per la tubercolosi, possono avere effetti simili.

La ricerca suggerisce, però, che la percezione dei colori può cambiare nel corso della vita anche in assenza di malattie oculari o farmaci, si tratta di un fenomeno naturale legato all'invecchiamento.

Focus sull’età come fattore che influenza la nitidezza dei colori

Secondo Janneke van Leeuwen, neuroscienziata sociale e ricercatrice onoraria presso l'University College di Londra, c'è una tendenza costante osservata negli studi comportamentali degli ultimi trent'anni: gli anziani tendono a percepire i colori come meno vividi rispetto ai più giovani.

Curiosa di capire se davvero vediamo il mondo in modo diverso con l'età, e se questo cambiamento dipenda dagli occhi o dal cervello, Van Leeuwen ha condotto il suo studio nel 2023.

Lo studio ha coinvolto 17 giovani adulti e 20 anziani in un "esperimento di eye tracking": i partecipanti sono stati esposti a 26 colori, diversi per luminosità (quanto un colore appare chiaro o scuro) e saturazione (quanto un colore appare puro e intenso).

Tramite una telecamera che registrava il diametro della pupilla 1.000 volte al secondo, il team ha osservato la risposta degli occhi a ogni colore; hanno scoperto che le pupille degli anziani rispondevano meno ai colori più saturi, anche considerando la naturale riduzione delle dimensioni della pupilla con l'età.

Van Leeuwen spiega che il problema non è necessariamente negli occhi, ma nel cervello: le risposte pupillari sono controllate dal nucleo di Edinger-Westphal, una struttura del mesencefalo che riceve segnali dalla retina e dalla corteccia visiva.

Le reazioni delle pupille riflettono quindi sia ciò che l'occhio vede sia il modo in cui il cervello elabora quelle informazioni: il cervello diventa meno sensibile alla saturazione e alla vividezza dei colori non perché gli occhi non siano in grado di registrarli, ma perché la corteccia visiva potrebbe non interpretarli più con la stessa intensità.

La ricerca suggerisce che "gli anziani sembrano essere particolarmente meno sensibili all'intensità dei colori lungo il percorso magenta-verde"; questo fenomeno è probabilmente legato all'interazione tra i coni (le cellule della retina responsabili della visione dei colori) e i percorsi di elaborazione cerebrale.

Attualmente, Van Leeuwen sta continuando la sua ricerca per capire come queste differenze nella percezione della saturazione influenzino le sensazioni che i colori suscitano nelle diverse fasce d'età.


Potrebbe interessarti anche:


I risultati sono in linea con un fenomeno noto come effetto Helmholtz-Kohlrausch: il cervello tende a percepire i colori molto saturi come più luminosi, anche se la loro luminosità reale è identica a quella di colori meno saturi.

Questo effetto, considerato un tratto evolutivo utile per valutazioni come la maturazione della frutta, si manifesta nella corteccia visiva primaria.

Secondo Van Leeuwen ciò "supporta ulteriormente le nostre scoperte secondo cui il declino della sensibilità alla saturazione del colore nell'invecchiamento sano ha origine nel cervello, e non negli occhi".

Inoltre, la studiosa sottolinea che questa perdita di percezione della saturazione non segue lo stesso processo dell'insorgenza di alcuni tipi di demenza; molti anziani, infatti, sperimentano un calo della vista senza sviluppare demenza, che ha molteplici fattori di rischio.

undefined

Lo studio, però, offre preziose informazioni su come il nostro cervello cambia a seguito di un invecchiamento normale e sano, un contesto fondamentale per lo studio delle malattie neurologiche.

Al momento, i ricercatori non ritengono che le abitudini di vita possano influenzare significativamente questo processo; ci sono, però, prove che il cervello possa essere "allenato" a percepire il mondo in modo diverso.

Anya Hurlbert, scienziata del colore e della visione presso l'Università di Newcastle, cita uno studio del 2020 sugli occhiali EnChroma, che utilizzano una lente colorata per aumentare la saturazione e aiutare chi soffre di alcuni tipi di daltonismo.

I partecipanti con deficit nella percezione del colore rosso-verde che hanno indossato questi occhiali hanno riferito di vedere una maggiore saturazione anche dopo averli tolti.

Van Leeuwen osserva che "gli anziani tendono a valutare i colori più saturi in modo più positivo rispetto ai giovani... Il che sembra suggerire che potrebbero aver bisogno di stimoli aggiuntivi". Dunque, in alternativa, potrebbe essere utile circondarsi semplicemente di colori più intensi.

Fonti:

Arianna Bordi | Editor
Scritto da Arianna Bordi | Editor

Dopo la laurea in Letteratura e Lingue straniere, durante il mio percorso di laurea magistrale mi sono specializzata in Editoria e Comunicazione visiva e digitale. Ho frequentato corsi relativi al giornalismo, alla traduzione, alla scrittura per il web, al copywriting e all'editing di testi.

Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
Arianna Bordi | Editor
Arianna Bordi | Editor
in Salute

460 articoli pubblicati