La vitamina D2 può ridurre i livelli di vitamina D3? il nuovo studio

Alessandra Familari | Editor

Ultimo aggiornamento – 18 Settembre, 2025

Una ricercatrice in laboratorio.

Un nuovo studio condotto dall’Università del Surrey (Regno Unito) ha portato alla luce una nuova evidenza: l’assunzione di vitamina D2 potrebbe ridurre la concentrazione di vitamina D3, nonché la forma più facilmente utilizzata dall’organismo.

Si tratta di una scoperta che stimola importanti interrogativi riguardo l’efficacia e l’impatto reali che i diversi integratori apportano alla funzione immunitaria.

Vitamina D: una necessaria panoramica

La vitamina D è un micronutriente fondamentale per il mantenimento della salute delle ossa, dei muscoli e del sistema immunitario. Viene prodotta naturalmente quando i raggi ultravioletti del sole trasformano il 7-deidrocolesterolo presente nella pelle in vitamina D3. Tuttavia, durante i mesi in cui la luce solare è scarsa, numerose linee guida sanitarie raccomandano l’assunzione di integratori per prevenire carenze.

Sul mercato sono disponibili due principali forme:

  • vitamina D3 (colecalciferolo), di solito derivata dalla lanolina, sostanza presente sulla lana delle pecore;
  • vitamina D2 (ergocalciferolo), che proviene soprattutto dai funghi.

Fino a oggi si riteneva che entrambe fossero equivalenti per il fabbisogno quotidiano.

La vitamina D2 blocca la Vitamina D3? Lo studio dell’Università del Surrey

La nuova meta-analisi ha esaminato 11 trial clinici randomizzati già pubblicati, coinvolgendo complessivamente 655 partecipanti. I risultati hanno evidenziato un effetto inatteso: l’integrazione con vitamina D2 riduce i livelli di vitamina D3 nel sangue.

Non è ancora chiaro il meccanismo alla base di questo fenomeno né se l’integrazione con D3 possa avere un impatto analogo sulla D2.

In diversi studi inclusi nell’analisi, i livelli di vitamina D3 nei soggetti che assumevano D2 erano addirittura inferiori rispetto ai gruppi di controllo che non assumevano alcun integratore.

Vitamina D2 e vitamina D3: le differenze

Oltre alla diversa origine, le due forme di vitamina D presentano funzioni parzialmente distinte:

  • la vitamina D3 sembra più efficace nello stimolare il sistema dell’interferone di tipo I, una delle prime difese contro virus e batteri;
  • la vitamina D2 potrebbe risultare utile in alcune popolazioni specifiche, ad esempio negli anziani, nei quali la conversione della D3 nella sua forma attiva (calcitriolo) può risultare meno efficiente.

Uno studio del 2022 ha inoltre suggerito che D2 e D3 abbiano ruoli complementari, ma non perfettamente sovrapponibili, nel supporto al sistema immunitario.

Ma cosa significa?

Secondo gli autori, questi dati suggeriscono che la vitamina D3 possa risultare più vantaggiosa della D2 nella maggior parte dei casi, garantendo funzioni immunitarie aggiuntive. 

Tuttavia, la vitamina D2 resta un’opzione valida, soprattutto per chi segue una dieta vegana o desidera evitare prodotti di origine animale.

Come sottolinea la ricerca, “l’assunzione di vitamina D2 assicura comunque livelli complessivi sufficienti di vitamina D”, sebbene la sua efficacia potrebbe essere inferiore rispetto alla D3, in particolare per quanto riguarda la protezione immunitaria.

Infatti, nei tempi più recenti si stanno aprendo nuove possibilità grazie alla ricerca biotecnologica. Un esempio è rappresentato da un pomodoro geneticamente modificato capace di produrre vitamina D3: una potenziale alternativa vegetale, ancora in fase di sperimentazione, che potrebbe rendere più accessibile questa forma di integrazione.

La carenza di vitamina D resta un fenomeno diffuso, soprattutto nei Paesi del Nord Europa. In inverno, in alcune aree del Regno Unito, non sono rari i casi di osteomalacia negli adulti (rachitismo nei bambini), condizione caratterizzata da dolori ossei, debolezza muscolare, stanchezza e maggiore suscettibilità alle infezioni.

Gli esperti ricordano quindi l’importanza di una valutazione medica personalizzata, capace di stabilire non solo la necessità di integrazione, ma anche la forma più indicata di vitamina D.

Le nuove evidenze scientifiche contribuiscono a chiarire un aspetto finora poco esplorato: la vitamina D2 e la vitamina D3 non sono esattamente intercambiabili. Sebbene entrambe garantiscano livelli adeguati del nutriente, la vitamina D3 sembra offrire benefici aggiuntivi, in particolare sul sistema immunitario. 

La scelta tra le due forme necessita quindi di tenere conto delle esigenze individuali, delle condizioni cliniche e delle preferenze alimentari.


Fonti:

New ScientistVitamin D supplements may lower your level of one type of vitamin D

Alessandra Familari | Editor
Scritto da Alessandra Familari | Editor

Durante il percorso di studi in Lettere moderne ho avuto occasione di partecipare a diverse realtà editoriali che mi hanno introdotta nel mondo della scrittura web. Dopo tre anni di esperienza nel giornalismo, con particolare focus sulla sociologia e la psicologia sociale, ho cominciato a occuparmi di articoli sul benessere.

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