Capita spesse volte che nei genitori sorgano preoccupazioni legate al sonnellino pomeridiano dei bambini: “e se poi la notte non dormono?”.
Pertanto, l’Université Claude Bernard Lyon 1, in collaborazione con l’Université du Québec à Trois‑Rivières, ha condotto uno studio per verificare se vi fosse davvero un legame di negatività tra sonnellini e riposo notturno.
Secondo la ricerca scientifica, si tratta di una preoccupazione che potrebbe considerarsi infondata.
Infatti ricerche recenti hanno dimostrato che il riposo diurno nei bambini, non solo potrebbe non risultare problematico, ma potrebbe dimostrarsi perfino benefico.
Scopriamo cosa dice lo studio in merito.
Lo studio francese che ribalta la convinzione comune
I dubbi sollevati da genitori e scuole risiedono nell'apprensione che il riposino pomeridiano possa rubare tempo e qualità al riposo notturno nei bambini.
Ma è davvero così? La scienza ha voluto indagare, con l'obbiettivo di giungere a una risposta attendibile, verificata e concreta.
A occuparsi dell'indagine è stato un nuovo studio, condotto da Stéphanie Mazza e dal suo team presso l’Université Claude Bernard Lyon 1, in collaborazione con il Centre de Recherche en Neurosciences de Lyon e con l’Université du Québec à Trois-Rivières.
I ricercatori hanno monitorato 85 bambini di età compresa tra 2 e 5 anni provenienti da sei scuole materne francesi. Il sonno è stato misurato in modo oggettivo tramite actigrafi da polso (dispositivi che registrano movimenti e cicli di riposo) per una media di 7,8 giorni, e i dati sono stati incrociati con diari compilati dai genitori.
L’obiettivo era valutare se il sonnellino diurno nei bambini riduca davvero la quantità e la qualità del sonno notturno.
Che cosa hanno scoperto? I risultati, pubblicati come preprint su Research Square, smentiscono la preoccupazione più diffusa:
- ogni ora in più di sonnellino riduceva il sonno notturno di soli 13,6 minuti e ritardava l’addormentamento di 6,4 minuti;
- nei giorni in cui i bambini facevano il sonnellino, il tempo totale di sonno nelle 24 ore aumentava di 45 minuti;
- la durata del sonno notturno non influenzava la probabilità di fare un sonnellino il giorno successivo: non si tratta, dunque, solo di un “recupero” del sonno perso.
I dati qui riportati suggeriscono che, seppure il riposino sposti leggermente in avanti l’orario di addormentamento, il beneficio in termini di riposo complessivo si rivela nettamente superiore.
“I sonnellini aumentano significativamente la durata complessiva del sonno quotidiano, avvicinando i bambini alle raccomandazioni internazionali”, spiega Mazza. L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda, infatti, che i bambini tra i 2 e i 5 anni dormano dalle 10 alle 13 ore al giorno.
Benefici del sonnellino nei bambini e implicazioni pratiche per i genitori
Il sonnellino è un’abitudine tipica nei primi anni di vita e considerata fondamentale per lo sviluppo cerebrale e il consolidamento della memoria. Nonostante ciò, molti genitori, e anche diversi insegnanti nelle scuole materne, hanno sempre temuto che dormire di giorno possa portare a notti più agitate e a un minor numero di ore di riposo nei bambini.
La scoperta emersa da questo studio scioglie dunque un dubbio cruciale, non solo in merito a fattori di organizzazione educativa: i sonnellini sono associati, dalla ricerca scientifica, a un migliore apprendimento e a un corretto sviluppo cognitivo, e l’idea che possano “rubare” ore di sonno notturno ha spinto molti a limitarli.
Grazie a questi dati, è ora possibile agire senza timore, e supportando le potenzialità benefiche dei sonnellini pomeridiani.
“I genitori non dovrebbero preoccuparsi se il loro bambino ha ancora bisogno di un sonnellino prima dei 6 anni”, afferma Mazza. “Piuttosto che considerarli un ostacolo al riposo notturno, i sonnellini dovrebbero essere riconosciuti come una preziosa fonte di recupero, soprattutto per i bambini esposti a contesti scolastici e ambienti molto stimolanti”.
A sostenere e confermare questa visione è anche Rebecca Spencer, neuroscienziata presso l’Università del Massachusetts ad Amherst, che rafforzando le tesi dello studio afferma: “Se possono fare un sonnellino, lasciateli dormire”.
Questo studio incarna un contributo sostanziale, utile a rassicurare genitori ed educatori. Tuttavia, gli autori sottolineano che i risultati potrebbero variare in base al contesto culturale e alle abitudini di sonno dei diversi Paesi. Pertanto, si mostreranno necessarie ulteriori ricerche per confermare la validità dei dati su scala più completa e globale.
Per ora, il messaggio è quello di non avere timore. Un breve riposo diurno non solo non compromette il sonno notturno, ma aiuta i bambini a dormire di più e meglio, favorendo il loro sviluppo cerebrale e cognitivo.