Con un post su Instagram accompagnato da una foto in sedia a rotelle, Enrica Bonaccorti ha annunciato di avere un tumore: "Mi sono nascosta anche con gli amici più cari, senza rispondere, senza richiamare".
Il racconto giunge dopo quattro mesi di silenzio, dove dichiara di sentirsi “più forte” ma anche spiazzata: "Fino a oggi mi sono bloccata nell’assenza".
Il caso Bonaccorti ha colpito il pubblico non per curiosità morbosa, ma perché mostra con realismo ciò che molti pazienti vivono nei primi mesi dopo la diagnosi oncologica: shock, riservatezza, routine stravolta.
Ripercorriamo pertanto quelle che sono le sfide fisiche, logistiche e psicologiche cui un paziente oncologico va incontro a seguito della prima diagnosi.
Enrica Bonaccorti e tumore: perché il silenzio dopo la diagnosi
A seguito di una notizia così forte e importante, ci si domanda perché molte persone scelgano di non parlare subito della malattia. Sono diverse e delicate le ragioni che più frequentemente possono celarsi dietro questa postura.
Proviamo a elencarne alcune per fare chiarezza:
- shock emotivo e bisogno di tempo per elaborare;
- incertezza terapeutica finché non è chiaro il percorso da intraprendere;
- protezione da domande, giudizi e attenzioni indesiderate;
- necessità di organizzare cure e supporti prima di rendere pubblico il problema.
Il silenzio, dunque, incarna spesso un meccanismo di difesa e di autogestione.
Diagnosi oncologica: come cambia la vita quotidiana
Ricevere una diagnosi di tumore, oltre ad avere un impatto sul piano emotivo e psicologico, assume il potere di cambiare in modo pratico e concreto il modo di vivere quotidiano.
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Proviamo, attraverso uno schema, ad elencare alcune sfaccettature pratiche della convivenza con la diagnosi di tumore.
Molti pazienti si trovano a:
- sottoporsi a visite ed esami frequenti;
- iniziare terapie (chemio, radio, farmaci mirati) con cicli regolari;
- affrontare effetti collaterali come stanchezza, nausea, perdita di appetito;
- riorganizzare lavoro, famiglia e vita sociale per far spazio alle cure;
- chiedere aiuto logistico per spostamenti e incombenze domestiche.
Non si tratta di una mera questione clinica: ogni giorno può portare energie variabili e la necessità di rinunciare a impegni sociali, ricreativi o lavorativi per motivi fisici o psicologici.
Spesse volte conducendo l'individuo verso una tendenza all'isolamento.
Tumore e lato invisibile: ansia, isolamento, bisogno di supporto
Secondo una revisione pubblicata su Psycho-Oncology, fino al 50% dei pazienti oncologici manifesta livelli significativi di distress psicologico nei primi mesi dopo la diagnosi.
Tuttavia, solo una minoranza accede a percorsi di supporto psico-oncologico, spesso per vergogna o per timore di “gravare” sugli altri.
Questa combinazione di cambiamenti pratici e isolamento emotivo spiega perché annunci pubblici come quello di Bonaccorti siano così potenti: ricordano che dietro la malattia ci sono persone, routine interrotte, emozioni e la necessità di reti di sostegno.
Fonti:
RaiNews - Enrica Bonaccorti ha un tumore, l'annuncio in sedia a rotelle: "Mi sono nascosta per mesi"
PubMed - Effects of psycho-oncologic interventions on emotional distress and quality of life in adult patients with cancer: systematic review and meta-analysis