Durante la menopausa, il rivestimento interno dell'utero (endometrio) si assottiglia per la diminuzione degli estrogeni.
In assenza di sintomi, uno spessore endometriale fino a 4-5 mm è considerato normale. Se una donna in menopausa presenta sanguinamento vaginale, la misurazione dello spessore endometriale tramite ecografia transvaginale è fondamentale: un valore di 4 mm o meno è altamente rassicurante e il rischio di carcinoma endometriale è molto basso (>99% di casi negativi).
In presenza di sanguinamento e spessore superiore a 4 mm, invece, sono necessari accertamenti come isteroscopia e biopsia per escludere patologie come iperplasia o tumore.
Nelle donne asintomatiche, uno spessore superiore a 11 mm è considerato anomalo e richiede valutazione specialistica.
L'ecografia transvaginale è l'esame di primo livello per la valutazione dell’endometrio. Nei casi dubbi o quando si riscontrano anomalie importanti, l'isteroscopia con eventuale biopsia è l'approfondimento diagnostico di scelta.
Cosa può indicare un endometrio di 11 mm in menopausa?
Nelle donne asintomatiche in postmenopausa, uno spessore endometriale superiore a 11 mm è considerato anomalo e può essere associato a un rischio aumentato di patologie endometriali, tra cui l'iperplasia e il carcinoma.
Sebbene il rischio assoluto sia inferiore rispetto alle pazienti sintomatiche, è consigliabile una valutazione specialistica per escludere la presenza di patologie.
Un valore di 11 mm in post-menopausa è decisamente anomalo e indica quasi sempre patologia.
Studi clinici (Smith-Bindman et al., 2004) hanno stimato che, nelle donne in post-menopausa, il rischio di carcinoma endometriale aumenta quando lo spessore endometriale supera gli 11 mm (rischio fino al 6,7%). Per valori inferiori o uguali a 11 mm, invece, il rischio è molto basso.
Per riassumere: l'endometrio sottile in menopausa (<4 mm) è fisiologico; un endometrio ispessito in menopausa (ad es. di 11 mm) richiede valutazioni aggiuntive per iperplasia o neoplasia.
Spessore endometriale: valori normali e significato patologico
In una donna in post‑menopausa, lo spessore endometriale normale, misurato all'ecografia transvaginale, è basso, di solito uguale o inferiore a 4 mm.
Le linee guida ACOG riportano che un endometrio uguale o inferiore a 4 mm nelle donne con sanguinamento in post‑menopausa ha un valore predittivo negativo >99% per l'assenza di carcinoma endometriale. In pratica, un endometrio sottile in menopausa è rassicurante.
Nel complesso, valori fino a 4–5 mm sono considerati normali in assenza di sintomi o fattori di rischio. Se invece all'ecografia risulta un endometrio ispessito in menopausa, soprattutto oltre 5–6 mm, occorre approfondire.
Quali possono essere le cause di ispessimento endometriale in menopausa?
Un ispessimento endometriale in menopausa può essere il segnale di alcune condizioni patologiche le cui cause più frequenti sono:
- terapia ormonale sostitutiva (soprattutto con estrogeni non bilanciati da progestinici) o farmaci come il tamoxifene che stimolano l'endometrio;
- iperplasia endometriale (cioè proliferazione eccessiva delle ghiandole endometriali), possibilmente legata a un eccesso di estrogeni in circolo;
- polipi endometriali benigni: comuni in post-menopausa e che possono dare ispessimento focalizzato della mucosa;
- carcinoma dell'endometrio (adenocarcinoma): una patologia temibile che inizia con ispessimento e sanguinamento anomalo;
- Altre condizioni che aumentano i livelli di estrogeni nell’organismo, come i tumori ovarici estrogeno-secernenti (ad esempio i tumori della granulosa) o l’obesità grave (che favorisce la conversione periferica degli androgeni in estrogeni), possono stimolare eccessivamente l’endometrio.
Tra le cause iatrogene, ossia dovute a interventi medici o sanitari, come trattamenti, procedure o farmaci, si ricorda anche la terapia con SERMs (Modulatori Selettivi del Recettore degli Estrogeni) o TOS (Terapia Ormonale Sostitutiva) non appropriati – due tipi di trattamenti ormonali.
Come riportato in letteratura, in menopausa il sanguinamento anomalo (spesso associato ad ispessimento endometriale) può essere correlato a polipi, iperplasia, tumori o all’uso di tamoxifene o di terapie ormonali sostitutive (HRT). Nell'inquadramento clinico va sempre indagata la presenza di questi fattori.
Endometrio e menopausa
L'endometrio è il tessuto mucoso che riveste la parete interna dell'utero. Durante l'età fertile subisce variazioni morfologiche sotto l’influenza degli ormoni ovarici raggiungendo uno spessore compreso tra 7 e 14 mm nella fase preovulatoria per prepararsi all'impianto embrionale.
Con la menopausa fisiologica dovuta alla cessazione dell’attività ovarica e al calo degli estrogeni, l'endometrio va incontro ad atrofia. In una condizione in cui i livelli di estrogeni sono bassi o insufficienti rispetto alla norma, l'endometrio diventa molto sottile, quasi assente (spessore tipicamente <4–5 mm).
Questo sottile strato povero di cellule endometriali spiega perché il sanguinamento post‑menopausa sia per lo più dovuto ad endometrio atrofico. Il rigonfiamento tipico del ciclo mestruale viene meno con la cessazione della produzione degli estrogeni ovarici.
Questa condizione può verificarsi naturalmente, come appunto durante la menopausa, ma anche nel post-partum, durante l'allattamento, o in presenza di alcune patologie o terapie che riducono la produzione o l'efficacia degli estrogeni.
Quando calano gli estrogeni, i tessuti e gli organi che dipendono da questi ormoni (come utero, vagina, ossa, sistema nervoso) possono manifestare sintomi o alterazioni date dalla carenza di questi ormoni, come secchezza vaginale, osteoporosi, vampate di calore e altri disturbi.
Esami diagnostici per la valutazione dell'endometrio spesso in menopausa
Gli esami cui si ricorre per indagare l'endometrio sono:
Ecografia transvaginale (TVUS)
L'ecografia transvaginale è il primo esame diagnostico non invasivo che valuta lo spessore endometriale, la sua struttura e vascolarizzazione. Come premesso, un endometrio sottile esclude anomalie, un ispessimento o lesioni focali richiedono approfondimenti.
Isteroscopia diagnostica
Questo esame permette di visualizzare la cavità uterina e identificare polipi, miomi sottomucosi o aree sospette. Conduce a biopsia mirata dei rilievi osservati. In presenza di spessore >5 mm con sanguinamento, o di sospetti ecografici, si esegue isteroscopia con prelievo bioptico. L'isteroscopia operativa (resezione) è indicata per rimuovere polipi o fibromi di grandi dimensioni.
Biopsia endometriale
La biopsia consiste nel prelievo di tessuto endometriale tramite aspirazione (pipelle) o raschiamento (curettage). Va effettuata quando vi è sanguinamento anomalo persistente o endometrio inspessito. Se il campione ottenuto è insufficiente o negativo ma la sintomatologia clinica resta sospetta, si procede con isteroscopia e biopsia mirata.
Studi clinici indicano che la biopsia guidata in isteroscopia è preferita rispetto alla biopsia "cieca" per confermare lesioni endometriali. In ogni caso, l'esame istologico del campione è fondamentale per diagnosticare iperplasia o carcinoma.
Tutti questi esami vanno scelti in base al quadro clinico e al profilo di rischio della paziente. Il percorso diagnostico in menopausa inizia con l'ecografia transvaginale (per misurare lo spessore e notare anomalie), seguita da isteroscopia e biopsia endometriale in caso di sospetti clinici o reperti anomali.
Attraverso queste indagini è possibile distinguere le cause benigne (atrofia, polipi, effetti della terapia ormonale sostitutiva) da quelle maligne (iperplasia atipica, carcinoma endometriale).