Dagli USA l'ipotesi di una correlazione tra paracetamolo e autismo. Ecco le opinioni delle autorità medico-sanitarie

Arianna Bordi | Autrice e divulgatrice esperta in salute femminile, psicologia e salute del cervello per P. by pazienti.it

Ultimo aggiornamento – 24 Settembre, 2025

Primo piano di donna incinta sorridente e con la mano sul pancione mentre parla col suo ginecologo

Il paracetamolo, il principio attivo comune a farmaci diffusissimi come il Tylenol® negli Stati Uniti e la popolare Tachipirina® in Italia, è finito sotto i riflettori, divenendo il centro di un acceso dibattito, indicato come una delle possibili, sebbene non dimostrate, cause dell'autismo.

Ecco una panoramica con i commenti della comunità scientifica.

Paracetamolo e autismo, esiste una correlazione?

L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) è chiara nel suo comunicato in data odierna: al momento non esistono prove scientifiche definitive che colleghino in modo causale l'uso del paracetamolo in gravidanza con l'autismo.

Nel mondo quasi 62 milioni di persone (quindi circa 1 su 127) convivono con i disturbi dello spettro autistico, un insieme eterogeneo di condizioni legate allo sviluppo cerebrale.

Nonostante i progressi nella consapevolezza e nella diagnosi, le cause esatte dell'autismo, seppur ampiamente studiate, restano sfuggenti, suggerendo il coinvolgimento di molteplici fattori.

Negli ultimi dieci anni la comunità scientifica ha condotto ricerche approfondite e studi su vasta scala proprio per indagare un possibile nesso tra paracetamolo prenatale e autismo, con una conclusione coerente: nessuna associazione è stata stabilita.

Le rassicurazioni e le linee guida europee e italiane

L'OMS, come per ogni farmaco assunto, esorta tutte le donne a mantenere un dialogo costante con il proprio medico o professionista sanitario.

È, infatti, cruciale che le decisioni sull'uso di farmaci in gravidanza siano prese caso per caso, sotto consiglio medico, soprattutto durante la fase più delicata della gravidanza, ossia il primo trimestre.

Nessun cambiamento nelle raccomandazioni anche da parte di altri enti: l'Agenzia europea del farmaco (Ema) e l'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) hanno fatto fronte comune per ribadire la sicurezza dell'uso del paracetamolo (noto anche come acetaminofene) durante la gestazione.

L'Ema ha confermato che, all'interno dell'Unione Europea, i farmaci a base di paracetamolo possono continuare a essere utilizzati in gravidanza, purché seguendo le raccomandazioni ufficiali in vigore; ha, inoltre, rafforzato la sua posizione sottolineando che l'uso del paracetamolo in gravidanza è supportato da un'enorme mole di dati che esclude rischi di malformazioni fetali.

Già nel 2019, infatti, aveva analizzato in modo critico gli studi che ipotizzavano un nesso tra l'esposizione al paracetamolo in utero e i successivi disturbi dello sviluppo neurologico nei bambini. La conclusione di allora fu netta: i dati erano inconcludenti, e pertanto non si poteva stabilire alcun legame causale.

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L'Aifa ha fatto eco alla posizione europea, specificando che le più recenti valutazioni scientifiche a livello UE non hanno prodotto nuove prove che necessitino di una modifica delle attuali indicazioni per l'uso in gravidanza. In sostanza, il protocollo resta invariato: le donne incinte possono affidarsi al paracetamolo secondo il consiglio medico.

In sintesi, la scienza attuale, supportata su pi fronti, non solo rassicura sulla sicurezza fisica del feto, ma mantiene ferma la posizione sulla mancanza di prove concrete che leghino il farmaco a problematiche di sviluppo neurologico.

Inoltre, Elisa Fazzi, presidentessa della Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (SINPIA), afferma: "Tali dichiarazioni, ampiamente riprese dai media risultano prive di reale fondamento scientifico, creano disinformazione e contribuiscono ad alimentare insicurezze e confusione su un problema rilevante per milioni di bambini, adolescenti e famiglie. L’autismo è un disturbo complesso e multifattoriale, frutto dell’interazione tra genetica e ambiente. Non esistono evidenze credibili che colleghino con certezza l’insorgenza dell’autismo a farmaci, vaccini o altri fattori invocati in narrazioni infondate."

Fonti:

Arianna Bordi | Autrice e divulgatrice esperta in salute femminile, psicologia e salute del cervello per P. by pazienti.it
Scritto da Arianna Bordi | Autrice e divulgatrice esperta in salute femminile, psicologia e salute del cervello per P. by pazienti.it

Arianna Bordi è una professionista dell'informazione con un forte impegno nella divulgazione di tematiche legate alla salute psico-fisica, al benessere cognitivo e sociale, agli strumenti di prevenzione. Racconta le nuove evidenze che emergono dalla ricerca scientifica, con un focus in particolare su salute femminile, igiene del sonno, salute del cervello, psicologia, relazioni, dispositivi medici innovativi e nutrizione. In un contesto editoriale saturo e dispersivo, il suo lavoro si distingue per l’autorevolezza e l’attenzione alle fonti di riferimento: offre risposte aggiornate e rilevanti, strumenti indispensabili per orientarsi con cognizione di causa nel complesso universo di salute e benessere. La sua abilità di spaziare su tematiche afferenti all’ambito scientifico con autorevolezza, tra salute mentale, medicina di genere e neurologia, le conferisce una credibilità trasversale, conquistando un pubblico eterogeneo: da chi intraprende percorsi personali a professionisti del settore sanitario e preventivo. Arianna Bordi, dunque, utilizza la divulgazione per ancorare la salute nella vita di tutti i giorni, rendendola una decisione informata e a portata di mano.

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