Consulto psicologico: quando è opportuno, a chi rivolgersi e con quali costi

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A cura di Redazione

Ultimo aggiornamento – 18 Novembre, 2025

paziente e psicologa

Un consulto psicologico è un incontro strutturato con un professionista della salute mentale, finalizzato a valutare il disagio della persona, comprenderne le cause e definire un possibile percorso di intervento. Non è riservato a situazioni estreme o a diagnosi psichiatriche gravi, ma può essere utile in molte fasi della vita in cui compaiono sintomi emotivi, comportamentali o relazionali che limitano il benessere e il funzionamento quotidiano.

L’obiettivo non è solo “curare” un disturbo, ma anche prevenire un peggioramento, promuovere la consapevolezza e rafforzare le risorse personali. Capire quando rivolgersi a uno psicologo, come scegliere il professionista e quali costi aspettarsi aiuta a prendere decisioni informate e a ridurre lo stigma ancora presente attorno alla salute mentale.

Che cos'è un consulto psicologico

Il consulto psicologico è generalmente costituito da uno o più colloqui clinici durante i quali il professionista raccoglie informazioni sulla storia personale, familiare e lavorativa, sui sintomi riferiti e sulle difficoltà attuali.

Durante questi incontri lo psicologo:

  • ascolta il racconto della persona in modo strutturato
  • pone domande per chiarire la natura dei sintomi e il loro esordio
  • valuta la presenza di fattori di rischio e di protezione
  • propone, quando opportuno, un percorso di psicoterapia, un invio ad altri specialisti o un monitoraggio nel tempo.

È importante sottolineare che lo psicologo è vincolato dal segreto professionale e opera all’interno di un codice deontologico. Questo garantisce la riservatezza delle informazioni e tutela il paziente, che può esprimersi liberamente in un contesto protetto e non giudicante.

Segnali che indicano che può essere utile chiedere aiuto

Un consulto non è necessario solo in presenza di una diagnosi psichiatrica formalizzata. Può rivelarsi indicato ogni volta che emerge una sofferenza psicologica persistente che incide sul funzionamento quotidiano.

In modo sintetico, si possono citare alcuni segnali che dovrebbero indurre a valutare il ricorso a uno psicologo:

  • Umore depresso o sensazione di tristezza marcata che si protrae per settimane, con perdita di interesse per attività prima piacevoli.
  • Ansia intensa, preoccupazioni difficili da controllare, attacchi di panico, timore costante che “succeda qualcosa di grave”.
  • Disturbi del sonno (difficoltà ad addormentarsi, risvegli frequenti, incubi ricorrenti) che compromettono il riposo e la concentrazione.
  • Alterazioni dell’appetito con aumento o diminuzione significativi di peso non spiegati da altre condizioni mediche.
  • Difficoltà nella gestione delle emozioni, con irritabilità, scoppi di rabbia, impulsività o tendenza al ritiro sociale.
  • Problemi ricorrenti nelle relazioni familiari, di coppia o lavorative, con conflitti che si ripetono e sembrano impossibili da risolvere.
  • Eventi di vita critici, come lutti, separazioni, malattie croniche, licenziamenti, che generano una sofferenza percepita come ingestibile.

La presenza di uno o più di questi aspetti non significa automaticamente avere un disturbo mentale, ma rappresenta un’indicazione che un intervento psicologico precoce può essere utile per evitare un peggioramento del quadro.

Costi e modalità di accesso alla consulenza

Il prezzo di una seduta dallo psicologo può variare, anche in modo considerevole, in base a diversi fattori: la città, l’esperienza del professionista, la durata del colloquio, il contesto in cui la prestazione viene erogata (privato, convenzionato, associazioni, strutture pubbliche).

Nel settore privato, il compenso viene generalmente definito dal singolo professionista nel rispetto delle indicazioni dell’Ordine di appartenenza. In alcuni casi sono possibili tariffe agevolate per studenti, persone in difficoltà economica o percorsi brevi di consulenza. È sempre consigliabile chiedere fin dal primo contatto informazioni chiare su costi, modalità di pagamento, eventuale fatturazione sanitaria e possibilità di detrazione fiscale.

L’accesso può avvenire in 3 modalità:

  1. tramite studio privato, contattando direttamente lo psicologo o psicoterapeuta
  2. attraverso servizi pubblici (Centri di Salute Mentale, consultori familiari, servizi territoriali) dove, in genere, il costo è coperto dal Servizio Sanitario Nazionale con eventuale ticket
  3. tramite associazioni, enti o sportelli di ascolto che offrono colloqui a costi contenuti o con contributo simbolico.

È fondamentale che prima dell’avvio del percorso vengano condivisi e concordati con il paziente obiettivi, frequenza delle sedute e durata orientativa, così da fornire un quadro trasparente delle tempistiche e delle spese previste.

A chi rivolgersi: psicologo, psicoterapeuta, psichiatra

Nel campo della salute mentale intervengono figure diverse, ciascuna con competenze specifiche, che possono collaborare tra loro. Comprendere queste differenze aiuta a orientarsi.

Lo psicologo è un laureato in Psicologia, abilitato all’esercizio della professione e iscritto all’Ordine. È formato alla valutazione psicologica, alla prevenzione, alla consulenza e al sostegno.

Lo psicoterapeuta è uno psicologo o un medico che ha completato una scuola di specializzazione quadriennale in psicoterapia, riconosciuta dal Ministero. È abilitato a condurre percorsi di psicoterapia individuale, di coppia, familiare o di gruppo, con specifici modelli teorici e tecniche di intervento.

Lo psichiatra è un medico specialista in Psichiatria, abilitato a prescrivere farmaci e a gestire i disturbi mentali dal punto di vista farmacologico e clinico-organico.

Nella pratica clinica, soprattutto in presenza di disturbi complessi o di lunga durata, può essere utile una presa in carico integrata, con collaborazione tra psicologo, psicoterapeuta e psichiatra. La scelta del professionista dipende dalla natura del problema, dalla gravità dei sintomi, dalla necessità o meno di terapia farmacologica e dalle preferenze della persona.

Un criterio trasversale riguarda la qualifica e l’iscrizione all’Ordine professionale, che dovrebbero sempre essere verificabili, così come la chiarezza del contratto terapeutico e la sensazione soggettiva di fiducia che si instaura nel corso dei primi colloqui.

Per maggiori chiarimenti potete leggere il nostro articolo dedicato intitolato: “Le differenze tra psicologo, psicoterapeuta e psichiatra”.

Servizi di supporto psicologico online

Accanto alla consulenza tradizionale in studio, negli ultimi anni si sono diffusi servizi di supporto psicologico online, erogati tramite videochiamata, telefono o piattaforme digitali dedicate. Si tratta di strumenti che possono offrire maggiore accessibilità, soprattutto a chi vive lontano dai centri urbani, ha difficoltà di spostamento o orari lavorativi poco flessibili.

Se gestiti da professionisti abilitati e nel rispetto delle norme deontologiche e della tutela dei dati sensibili, questi servizi possono rappresentare un’alternativa valida o un’integrazione alla psicoterapia in presenza. È importante che il paziente verifichi sempre:

  • che il professionista sia effettivamente iscritto all’Ordine
  • che siano garantite privacy e sicurezza nella gestione delle informazioni e delle sessioni
  • che il tipo di problema riportato sia effettivamente trattabile a distanza, poiché alcune situazioni cliniche richiedono una presa in carico in presenza o un setting più strutturato.

La scelta tra consulto in studio e consulto online dovrebbe basarsi su una valutazione condivisa tra paziente e professionista, considerando le esigenze cliniche, logistiche e personali. In ogni caso, l’elemento centrale resta la qualità della relazione terapeutica e la possibilità per la persona di sentirsi ascoltata, compresa e accompagnata in un percorso di cura strutturato e professionalmente fondato.

Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.