Con l’arrivo dell’autunno e l'avvicinarsi dell'inverno, dunque nel pieno del cambio di stagione, sono molti gli individui che sperimentano episodi di malinconia, irritabilità o calo di energia. Non tutti, però, reagiscono al medesimo modo.
La ricera scientifica indica che alcune persone sono più sensibili ai cambi di stagione, e che in questi soggetti la variazione di alcuni fattori quotidiani può incidere profondamente sull’equilibrio emotivo.
Si tratta di una vulnerabilità biologica e psicologica, influenzata da fattori genetici, ormonali e ambientali, che oggi rappresenta un campo di studio in rapida espansione.
Vediamo quali sono i fattori che determinano il manifestarsi di tale vulnerabilità emotiva e quali soggetti sono maggiormente predisposti.
Cambio di stagione: quando la stagione influenza la mente?
Il cervello umano segue ritmi interni sincronizzati con l’alternanza di luce e buio. Quando questo equilibrio si altera, il tono dell’umore può risentirne.
A seguito dell’accorciarsi delle giornate, la ridotta esposizione alla luce solare diminuisce la produzione di serotonina, l’ormone del benessere, e aumenta quella di melatonina, che regola il sonno e può favorire apatia e sonnolenza.
Il disturbo affettivo stagionale (SAD) è la forma clinica più nota di questa sensibilità. Secondo il National Institute of Mental Health, fino al 10% della popolazione dei Paesi temperati ne soffre, con prevalenza maggiore nelle regioni meno soleggiate.
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Ma anche in assenza di una diagnosi formale, molti individui riferiscono un peggioramento dell’umore e dell’energia nei passaggi stagionali, segno di una suscettibilità diffusa ma spesso trascurata.
Chi è più vulnerabile al cambio di stagione?
La meta-analisi pubblicata su The Primary Care Companion for CNS Disorders evidenziano alcune categorie particolarmente sensibili agli effetti stagionali.
- Soggetti con disturbi dell’umore: le persone affette da depressione maggiore o disturbo bipolare mostrano un netto aumento dei sintomi nei mesi autunnali e invernali. Alcuni studi segnalano un incremento fino al 40% dei ricoveri per episodi depressivi in questa fase;
- Donne tra i 20 e i 40 anni: la prevalenza del SAD è da due a tre volte superiore nel sesso femminile. Le fluttuazioni ormonali e la maggiore reattività ai cicli luce-buio rappresentano fattori predisponenti;
- Giovani e adolescenti: la desincronizzazione tra luce naturale e orari scolastici può causare insonnia, irritabilità e difficoltà di concentrazione. Uno studio su PLOS Biology ha rilevato che la fascia 11-20 anni mostra i pattern stagionali più marcati nei disturbi d’ansia e dell’umore;
- Individui con cronotipo serotino o disturbi del sonno: chi tende a essere attivo nelle ore serali o dorme poco risente maggiormente della riduzione della luce mattutina, con ripercussioni sul tono dell’umore;
- Persone con elevata sensibilità psicologica: circa un quarto della popolazione presenta una sensory processing sensitivity, caratterizzata da una risposta amplificata agli stimoli esterni. Questi individui reagiscono più intensamente alle variazioni di luce, temperatura e pressione atmosferica;
- Soggetti in condizioni socio-ambientali difficili: vivere in zone poco soleggiate, affrontare isolamento o stress economico aumenta la vulnerabilità emotiva, accentuando ansia e tristezza stagionale.
Tale sensibilità non incarna una debolezza caratteriale, ma il risultato di un’interazione complessa tra biologia, ormoni, storia personale e ambiente.
Come proteggere la salute mentale nei passaggi stagionali
Gli specialisti raccomandano di mantenere una routine regolare e di favorire l’esposizione alla luce naturale. Alcuni comportamenti aiutano a stabilizzare l’umore:
- esporsi al sole nelle ore centrali del giorno;
- rispettare orari costanti per sonno e pasti;
- praticare attività fisica moderata e costante;
- privilegiare una dieta equilibrata e ricca di nutrienti;
- valutare, su consiglio medico, la fototerapia o l’integrazione di vitamina D.
Il sonno rappresenta un potente regolatore dei ritmi circadiani e dell’equilibrio emotivo. Anche la luce mattutina, naturale o artificiale, contribuisce a sincronizzare l’orologio biologico e ridurre il rischio di malinconia stagionale.
Ogni individuo possiede una soglia distintiva di adattamento ai cambi di stagione. Pertanto, risulta fondamentale indagare e conoscere la propria sensibilità psicologica, così da adottare strategie preventive e proteggere la salute mentale anche a seguito delle variazioni stagionali.
Il cambio di stagione non incarna dunque un mero fenomeno meteorologico, ma una sfida concreta per il corpo e per la mente. Occorre dunque che la si affronti con consapevolezza e presenza mentale, con l'obiettivo di prendersi cura del proprio equilibrio interiore.
Fonti:
Nature - Seasonality of brain function: role in psychiatric disorders
National Institute of Mental Health - Seasonal Affective Disorder