Un innovativo dispositivo medico che sfrutta il legame tra cervello e sistema nervoso ha ricevuto l'approvazione della Food and Drug Administration (FDA), offrendo una nuova prospettiva per i circa 1,5 milioni di americani che soffrono di artrite reumatoide, una malattia spesso refrattaria alle terapie convenzionali.
Scopriamo i dettagli.
Come funziona il dispositivo
Il dispositivo, chiamato sistema SetPoint, è una svolta rispetto ai trattamenti farmacologici standard che solitamente sopprimono il sistema immunitario, rendendo i pazienti più vulnerabili alle infezioni.
Si tratta di un approccio che è radicalmente diverso perché sfrutta la naturale capacità del cervello e del sistema nervoso di frenare l'infiammazione cronica che caratterizza questa debilitante patologia autoimmune.
Lungo circa 2,5 centimetri, il dispositivo viene impiantato chirurgicamente nel collo: qui si avvolge intorno al nervo vago, quello più lungo del corpo e una vera e propria "autostrada delle informazioni" che attraversa il corpo; per un minuto al giorno il dispositivo lo stimola elettricamente e la ricerca ha dimostrato che questa stimolazione può inibire l'infiammazione e "resettare" il sistema immunitario.
SetPoint, il culmine di decenni di ricerca guidata dal Kevin J. Tracey, neurochirurgo e attuale presidente e amministratore delegato dei Feinstein Institutes for Medical Research, rappresenta una prima prova del potenziale della medicina bioelettronica nel modulare l'infiammazione, un fattore chiave in diverse patologie come il diabete, le malattie cardiache e il cancro.
Sono, inoltre, già in corso studi clinici per valutare la stimolazione del nervo vago nel trattamento di altre condizioni, come le malattie infiammatorie intestinali nei bambini, il lupus, la sclerosi multipla e il morbo di Crohn.
In uno studio controllato e randomizzato, durato un anno e condotto su 242 pazienti, più della metà dei partecipanti che hanno utilizzato esclusivamente l'impianto SetPoint ha raggiunto la remissione o ha visto la malattia regredire; i livelli di dolore e il gonfiore articolare sono diminuiti rispettivamente del 60% e del 63%.
La complicazione grave più comune, riscontrata in meno del 2% dei partecipanti, è stata la raucedine legata all'intervento chirurgico.
Prospettive future e opinioni della comunità scientifica
Sebbene i risultati siano promettenti, l'efficacia e la sicurezza a lungo termine del dispositivo al di fuori di un ambiente clinico controllato non sono ancora note: l'approvazione della FDA prevede un monitoraggio dei pazienti e degli eventuali eventi avversi.
Gli esperti, infatti, sottolineano che gli interventi chirurgici per l'impianto di dispositivi possono comportare il rischio di gravi infezioni, potenzialmente resistenti agli antibiotici.
Tracey, che è anche co-fondatore di SetPoint Medical e ora ne è consulente, descrive il nervo vago come un "interruttore on-off" per il sistema immunitario iperattivo. "Il cervello può inibire l'infiammazione finché il nervo vago è intatto", spiega. "È come il sistema frenante di un'auto".
David Chernoff, direttore sanitario di SetPoint Medical, ha sottolineato la differenza fondamentale rispetto alle terapie convenzionali: "I farmaci individuano un percorso che contribuisce a danneggiare le articolazioni nei pazienti affetti da artrite reumatoide e cercano di bloccarlo", ha specificato. "Quello che stiamo facendo è differente, perché stiamo rieducando il sistema immunitario attraverso il cervello a comportarsi in modo diverso".
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Un approccio, ha spiegato, che permette di evitare di "bloccare la capacità di combattere le infezioni", mantenendo un livello di infiammazione salutare necessario per la guarigione, la riparazione dei tessuti e la difesa dalle infezioni, come ha ribadito anche Tracey.
Il prezzo dell'impianto non è stato comunicato, ma una portavoce ha specificato che è stato progettato per durare 10 anni e costerebbe meno di un anno di farmaci per l'artrite reumatoide, i cui costi possono ammontare a migliaia di dollari al mese.
Fonti:
American College of Rheumatology - Neuroimmune Modulation in Adults with Rheumatoid Arthritis and Inadequate Response or Intolerance to Biological or Targeted Synthetic DMARDs: Results at 12 and 24 Weeks from a Randomized, Sham-Controlled, Double-Blind Pivotal Study