Il cancro al seno rimane una minaccia globale, la seconda neoplasia più diagnosticata e una delle principali cause di morte oncologica.
Nel 2022 il bilancio è stato pesante: oltre due milioni di diagnosi e più di 665.000 decessi a livello mondiale; in Italia la marea continua a salire, con una stima di quasi 53.700 nuovi casi nel 2024 (un aumento rispetto ai 48.000 del 2014).
Scopriamo quali sono le novità recenti in questo campo.
La svolta degli ADC, anticorpi farmaco-coniugati
Una forma particolarmente insidiosa è il tumore al seno HER2 positivo, che rappresenta circa un quinto (il 20%) dei circa 55.000 nuovi casi annui in Italia (circa 11.000 donne).
Questa aggressività è dovuta a una produzione eccessiva della proteina Her2 (Human Epidermal growth factor Receptor 2) sulle cellule cancerose per cui circa un terzo di queste pazienti in stadio iniziale è considerato ad alto rischio di recidiva.
Oggi, per queste donne, una speranza concreta arriva da una nuova generazione di farmaci: gli anticorpi farmaco-coniugati (ADC), che agiscono come veri e propri "missili guidati" per veicolare la chemioterapia direttamente nelle cellule tumorali.
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I risultati presentati all'European Society for Medical Oncology (ESMO) 2025 a Berlino hanno sancito un cambio di paradigma in questo senso.
Infatti, in particolare due studi di fase III, mettono in luce il potenziale di trastuzumab deruxtecan (T-DXd), un ADC di nuova generazione:
- dopo la terapia neoadiuvante: nelle pazienti ad alto rischio con malattia residua, T-DXd ha ridotto in modo significativo il rischio di recidiva o morte del 52.8% rispetto al trattamento standard (T-DM1). A tre anni, quasi il 92,4% delle pazienti trattate con T-DXd era vivo e libero da malattia invasiva, contro l'83,7% del gruppo di controllo. Ha inoltre abbattuto il rischio di metastasi cerebrali, un risultato cruciale;
- prima dell'intervento: nello studio neoadiuvante su pazienti ad alto rischio non trattate l'uso di T-DXd prima della terapia standard ha portato a una risposta patologica completa (remissione del tumore) nel 67% dei casi, un aumento significativo rispetto alla terapia convenzionale. Come spiega Alessandra Fabi (Fondazione Policlinico Universitario Gemelli), per pazienti con tumori precoci ma inoperabili o con grandi masse, questo confronto indica un "maggiore vantaggio di quest'ultimo [T-DXd] in termini di remissione del tumore."
Un nuovo standard di cura
Per gli esperti i dati dimostrano che gli ADC possono "quasi raddoppiare i tassi di sopravvivenza libera da malattia" e che questa strategia terapeutica ha un "potenziale enorme", secondo Paolo Tarantino, della Harvard Medical School, promettendo di "migliorare la sopravvivenza in diversi tipi di cancro negli anni a venire".
Giuseppe Curigliano (Presidente eletto Esmo) sottolinea che T-DXd è "il primo regime in oltre un decennio in grado di migliorare significativamente i risultati" in questo setting precoce e che dovrebbe diventare il nuovo standard di cura: "Tutte le pazienti che presentano malattia residua dovrebbero essere indirizzate all'utilizzo di questo anticorpo coniugato, che cambia la pratica clinica per il risultato che ha ottenuto arrivando a dimezzare il rischio di recidiva in queste pazienti ad alto rischio".
Aggiunge, poi: "Le sfide principali restano le forme metastatiche e quelle iniziali ad alto rischio. Ma la strada è chiara: occorre continuare a sviluppare terapie mirate sui profili molecolari dei tumori."
Fonti:
- The New England Journal of Medicine - Trastuzumab Deruxtecan after Endocrine Therapy in Metastatic Breast Cancer;
- ESMO (European Society for Medical Oncology) - Trastuzumab Deruxtecan Prolongs PFS After Endocrine-Based Therapy in Patients with HR-positive, HER2-low or HER2-ultralow Metastatic Breast Cancer;
- Nature Medicine - Neoadjuvant nivolumab and chemotherapy in early estrogen receptor-positive breast cancer: a randomized phase 3 trial;
- American Association for Cancer Research (AACR) - Abstract OT1-12-04: A phase 3, open-label trial of neoadjuvant trastuzumab deruxtecan (T-DXd) monotherapy or T-DXd followed by THP compared with ddAC-THP in patients with high-risk HER2-positive early-stage breast cancer (DESTINY-Breast11)