In alcuni casi può succedere che il medico consigli il parto cesareo, in particolare quando si è già avuto un precedente cesareo; se ci sono condizioni mediche particolari della mamma; in presenza di condizioni di sviluppo del bambino.
È bene sapere tutto ciò che riguarda questa procedura e anche quanto dura un cesareo, tenendo conto sia dei tempi legati all'intervento, sia di quelli richiesti dal pre e post parto cesareo, per evitare qualsiasi rischio di complicazioni come emorragie, infezioni o lesioni agli organi vicini.
Quanto dura un parto cesareo
In media, la durata dell'intervento cesareo per partorire varia dai 30 ai 45 minuti, tempo che può allungarsi in base alla situazione clinica della mamma e del suo bambino.
Il tempo totale dell'intervento si può suddividere in diverse fasi operative:
- circa 10-15 minuti per l'apertura della parete addominale e dell'utero;
- 5-10 minuti per l'estrazione del bambino
- i rimanenti 15-20 minuti per la sutura dell'utero e della parete addominale.
Come premesso, questi tempi sono indicativi e possono variare in base ad alcuni fattori: parto cesareo d'urgenza; presenza di aderenze da interventi precedenti; condizioni della paziente, come obesità o patologie preesistenti.
È bene chiarire che i tempi sopra citati, si riferiscono alla procedura chirurgica vera e propria alla quale vanno aggiunte le fasi di preparazione pre-operatoria e il risveglio dall'anestesia, che possono richiedere diverse ore.
Prima dell'intervento, l'équipe medica monitora i parametri vitali, il posizionamento del catetere vescicale e la somministrazione dell'anestesia (in genere, anestesia spinale o epidurale), che richiede tempo per fare effetto. Dopo l'intervento, si deve attendere il risveglio dall'anestesia e il monitoraggio post-operatorio.
Le fasi del cesareo
La preparazione pre-operatoria prevede alcune procedure di base, come la disinfezione e, quando necessario, la rasatura per ridurre il rischio di infezioni. Questi passaggi iniziali sono fondamentali per garantire le opportune condizioni igieniche prima dell’intervento.
Oltre a queste procedure sono indispensabili alcuni controlli preliminari: esami del sangue completi come emocromo, coagulazione e gruppo sanguigno con test di compatibilità, la rilevazione e monitoraggio dei parametri vitali, la verifica della compatibilità con l'anestesia. Infine, viene posizionato un accesso venoso per gestire eventuali emergenze durante l'intervento.
Un altra procedura che rientra nella fase di preparazione del parto cesareo è il posizionamento del catetere vescicale. Il dispositivo serve per prevenire possibili perforazioni durante l'operazione e consente anche di monitorare la funzionalità renale, un aspetto importante nel periodo post-operatorio.
Anestesia e parto cesareo
La scelta tra epidurale e spinale si basa sulla considerazione di alcuni fattori:
- durata prevista dell'intervento;
- le condizioni di salute della paziente;
- eventuali patologie sottostanti.
Tra le due, la scelta più comune nei cesarei programmati è l'anestesia spinale. Questo perché agisce in modo più rapido ed è adeguata alla durata media dell'intervento. Dal canto suo, invece, l'epidurale allunga l'effetto analgesico anche nel post-operatorio. In casi particolari, in presenza di emergenze o controindicazioni, si può ricorrere all'anestesia generale.
L'intervento chirurgico
Il taglio cesareo avviene seguendo un protocollo standardizzato. L'intervento prevede due incisioni principali: la prima attraverso la parete addominale e la seconda nell'utero.
L'incisione addominale prevede una piccola incisione trasversale di circa 12-15 cm poco sopra il pube, circa 2-3 cm. Prima di raggiungere l'utero, si procede attraverso i diversi strati tissutali: cute, tessuto sottocutaneo, fascia muscolare, muscoli retti addominali, peritoneo.
I muscoli retti dell'addome vengono divaricati, senza essere tagliati, per un recupero più rapido dopo il parto. Si procede poi con l'apertura del peritoneo e si pratica una piccola incisione trasversale nella parte bassa dell'utero, una zona elastica e meno vascolarizzata, che lascia una cicatrice minima.
L'incisione uterina viene effettuata nel segmento inferiore dell'utero (tecnica di Kerr). Dopo l'estrazione del bambino e della placenta, si esegue la sutura di tutti i tessuti.
Complicazioni che allungano la durata del parto cesareo
Il cesareo moderno utilizza tecniche chirurgiche avanzate e materiali di sutura specifici che permettono una migliore guarigione e riducono il rischio di complicazioni.
Detto ciò, alcune complicazioni intraoperatorie possono allungare la durata di un cesareo:
- presenza di aderenze da precedenti interventi chirurgici;
- posizione anomala del bambino e difficoltà nell'estrazione;
- problemi di sanguinamento che richiedono interventi;
- alcune condizioni preesistenti, come l'obesità della donna, la presenza di fibromi uterini, anomalie placentari o malformazioni fetali.
Le aderenze sono tessuti cicatriziali che si formano tra organi e tessuti adiacenti e possono causare dolore cronico e complicare eventuali interventi futuri. Nelle gravidanze successive, il rischio principale è rappresentato dalla possibile rottura della cicatrice uterina, motivo per cui spesso si opta per un nuovo cesareo in caso di precedente taglio cesareo.
Recupero e tempo di degenza post cesareo
Il cesareo, sebbene più breve nella fase operativa, comporta un recupero più lungo del post parto naturale. Oltre ai tempi più lunghi, richiede attenzione nella gestione del dolore post-operatorio e nella prevenzione delle complicanze.
Il periodo di degenza ospedaliera ha una durata di 3-4 giorni durante i quali vengono monitorati con attenzione i diversi aspetti del recupero.
Nelle prime 24 ore, l'attenzione si concentra sul controllo del dolore, sul monitoraggio dei parametri vitali e sulla ripresa graduale dell'alimentazione.
Il secondo giorno vede la rimozione del catetere vescicale e l'inizio della mobilizzazione precoce, fondamentale per prevenire complicanze tromboemboliche.
Il terzo e quarto giorno sono dedicati al consolidamento del recupero e all'educazione della paziente sulla gestione domiciliare.
Le 4-6 settimane di recupero completo rappresentano un periodo che richiede particolare attenzione. Durante la prima settimana, la ferita deve restare asciutta e pulita, vanno monitorati eventuali segni di infezione come rossore, gonfiore o secrezioni anomale.
Nelle settimane successive, si deve riprendere il movimento iniziando da brevi passeggiate fino ad arrivare per gradi ad attività più lunghe e impegnative. Da evitare per almeno 6 settimane il sollevamento di pesi superiori al peso del neonato.
Quando si ricorre al parto cesareo
La decisione di ricorrere al taglio cesareo viene presa valutando diversi fattori medici. Tra questi, le condizioni di salute della madre, la posizione del feto, eventuali gravidanze precedenti con cesareo, e la presenza di patologie che potrebbero complicare un parto naturale.
Si parla di parto cesareo elettivo quando viene pianificato sulla scorta delle condizioni sottostanti che potrebbero rendere rischioso il parto naturale.
Il cesareo viene programmato dalla 39ª settimana perché, a questo punto, i polmoni del bambino sono maturi e si riducono i rischi di problemi respiratori dopo la nascita. Si decide per un cesareo elettivo in caso di situazioni come il bambino in posizione podalica, la placenta che copre il collo dell’utero (placenta previa), precedenti interventi sull’utero, gestosi grave o altre condizioni particolari del bambino.
Il cesareo d'emergenza, d'altra parte, è una soluzione d'emergenza che si prende in situazioni di criticità:
- sofferenza fetale;
- arresto del travaglio;
- distacco di placenta;
- prolasso del cordone ombelicale;
- grave preeclampsia.