L'ablazione endometriale è una procedura di distruzione dell'endometrio (il rivestimento interno dell'utero).
Nessuna incisione è necessaria per l'ablazione endometriale; il medico inserisce strumenti sottili attraverso la cervice (la porta tra la vagina e l'utero). Gli strumenti variano, a seconda del metodo utilizzato per distruggere l'endometrio. Alcuni tipi di ablazione endometriale usano il freddo estremo, mentre altri tipi si avvalgono di fluidi riscaldati, energia a microonde o radiofrequenze.
In generale, è consigliabile che l'ablazione venga eseguita in una sala operatoria, sia per la necessità di ricorrere ad anestesia generale, sia per il monitoraggio continuo delle condizioni emodinamiche della paziente durante l'infusione di liquidi per dilatare la cavità uterina. Fattori quali la dimensione e la condizione dell'utero aiuteranno a determinare quale metodo di ablazione endometriale è più appropriato.
Le metodiche utilizzate per questo tipo di trattamento chirurgico sono diverse e includono:
Il tipo di anestesia dipende dalla metodica applicata.
Prima di effettuare l’ablazione endometriale vanno rimossi eventuali dispositivi anticoncezionali uterini; nelle settimane precedenti l’intervento va assunta una terapia ormonale per indurre l’assottigliamento del tessuto endometriale.
L'ablazione endometriale è un trattamento teso a risolvere l'eccessiva perdita di sangue mestruale, caratterizzato da:
Mentre i farmaci sono in genere la prima linea di trattamento per ciclo mestruale abbondante, l'ablazione endometriale può essere un'opzione se i farmaci non aiutano.
L’ablazione endometriale è un trattamento che si effettua solo quando le terapie mediche ed ormonali si dimostrano inefficaci nel tenere sotto controllo l’eccessiva perdita ematica (emorragia).
Non è, dunque, una pratica molto in uso e non può essere effettuata con leggerezza. La causa di mestruazioni molto abbondanti, frequenti nelle donne con età compresa tra i 40 e 50 anni, è spesso ormonale, di solito dovuta ad un iniziale deficit della funzione ovarica.
Prima di ipotizzare questa tipologia di trattamento bisogna escludere cause “organiche” come per esempio la presenza di patologie che possono determinare una sintomatologia simile. Per effettuare una diagnosi precisa si utilizzano test specifici, quali:
Se i test escludono patologie, come miomi o polipi, che richiedono trattamenti specifici, si inizia con un trattamento farmacologico, a base di terapie ormonali, per correggere il deficit funzionale ovarico.
Quando le terapie non risultano essere efficaci, e dopo aver valutato tutti i trattamenti possibili, il medico specialista può consigliare l’ablazione endometriale, quest’ultima è un trattamento impegnativo per la paziente ma che cerca di salvare l’utero che, in casi di una certa gravità, si può decidere di asportare direttamente (isterectomia), un intervento ancora più drastico rispetto all’ablazione endometriale.
Tale procedura è consigliabile quando la donna ha superato i 40 anni. Generalmente si ottengono risultati tanto più apprezzabili quanto più la donna è vicina alla menopausa.
Tuttavia l’ablazione può essere effettuata in donne di età inferiore, se la condizione è tale da richiedere la procedura e se la paziente non ha in programma gravidanze future.
L’ablazione endometriale non può essere effettuata in presenza di patologie uterine che richiedono, invece, l’isterectomia, quali:
L'ablazione endometriale non è raccomandata per le donne che:
Numerose sono le controindicazioni nel caso dell’ablazione endometriale, tra le quali indichiamo:
Tra i possibili effetti indesiderati del trattamento troviamo:
Tra i rischi della procedura troviamo emorragie, infezioni, perforazione involontaria della parete uterina, danni alla cervice, infertilità futura. L’endometrio potrebbe, inoltre, riformarsi dando vita nuovamente all’eccessivo sanguinamento che aveva portato i medici ad effettuare l’ablazione endometriale.
I rischi di ablazione endometriale possono includere, in sintesi:
Molte donne smettono di avere il ciclo mestruale dopo l'ablazione endometriale, dato che con un'ablazione fatta radicalmente si asportano, oltre alle cellule cubiche endometriali, anche le ghiandole che concorrono a riformare l’endometrio. La gravidanza, in rari casi, è ancora possibile in alcune donne.
Tuttavia, queste gravidanze di solito finiscono con un aborto spontaneo a causa del danneggiamento del rivestimento dell'utero.
Potrebbero essere necessari alcuni mesi per vedere i risultati finali, ma l'ablazione endometriale riesce di solito a ridurre la quantità di sangue perso durante le mestruazioni. La maggior parte delle donne avrà cicli più leggeri, e altre donne smetteranno di avere il ciclo del tutto. È consigliato continuare ad usare un metodo anticoncezionale, perché l'ablazione endometriale non è una procedura di sterilizzazione.
In donne che non ricercano gravidanza e, soprattutto in età perimenopausale, è consigliabile far precedere la ablazione endometriale, da una terapia con analoghi del GnRH, che bloccano l'ovulazione e, quindi la mestruazione. Tali farmaci vanno però somministrati per periodo breve (massimo 2-3 mesi), perché causano effetti collaterali, legati soprattutto ad una menopausa indotta.