Megacolon tossico: cosa si intende?
Il megacolon tossico è una
complicanza acuta e potenzialmente letale della colite grave, caratterizzata da una eccessiva dilatazione del colon associata a segni di tossicità sistemica.
Questa condizione si manifesta con sintomi che richiedono un rapido intervento medico per prevenire complicanze più serie. Vediamo nel dettaglio come si sviluppa il megacolon tossico, i sintomi, come diagnosticarlo e come curarlo.
La
colite è un'infiammazione del
colon (intestino crasso, ovvero l'ultima parte dell'intestino) che
colpisce il rivestimento mucoso dell'intestino.
Ma in presenza di una infiammazione grave e prolungata, questa può coinvolgere gli strati più profondi del colon, coinvolgendo anche i muscoli e compromettendo l'integrità strutturale del colon.
Il megacolon tossico si caratterizza per un'espansione piuttosto importante del colon, che può superare anche i 6 cm nel colon trasverso.
La condizione si presenta insieme a sintomi di tossicità sistemica come febbre, tachicardia e alterazioni dello stato mentale, e può essere causata da diverse patologie sottostanti che provocano un'infiammazione severa del colon.
Cause di megacolon tossico
In linea generale, qualsiasi tipo di colite può portare al megacolon tossico, ma questa condizione si manifesta con maggiore frequenza associata alla
malattia infiammatoria intestinale (IBD).
Al suo interno, la malattia infiammatoria intestinale comprende diverse altre condizioni che causano la colite cronica.
Le cause del megacolon tossico possono comprendere diverse forme di colite grave, tra cui la colite ulcerosa, il morbo di Crohn, la colite infettiva da Clostridioides difficile. Fattori come l'uso improprio di farmaci anti-diarroci o oppiodi possono aumentare il rischio.
Colite ulcerosa
La
colite ulcerosa è tra le forme più comuni di malattia infiammatoria intestinale nonché una delle cause più comuni di megacolon tossico. La maggior parte dei casi si manifesta nei primi anni dopo la diagnosi.
Morbo di Crohn
Il
morbo di Crohn è un altro tipo di malattia infiammatoria intestinale che colpisce più spesso l'intestino tenue, ma che può interessare anche il colon.
A differenza della colite ulcerosa, il Crohn può interessare aree di intestino anche sconnesse tra loro.
Colite ischemica
La colite ischemica o ischemia intestinale è un effetto collaterale della sindrome ischemica intestinale, che si verifica quando l'intestino non riceve abbastanza sangue.
Una riduzione dell’apporto sanguigno al colon può compromettere la funzionalità intestinale ed evolvere in megacolon tossico.
Colite infettiva
La colite infettiva è causata da infezioni da batteri, parassiti o virus. Le comuni intossicazioni alimentari e le infezioni da influenza intestinale possono causare coliti gravi. Persone con sistema immunitario compromesso sono particolarmente vulnerabili al citomegalovirus.
La colite pseudomembranosa è causata dal batterio C. diff (clostridioides difficile) e viene indicata come rischio di megacolon tossico. L'infezione colpisce perlopiù persone che assumono antibiotici per trattare altro genere di infezioni.
Gli antibiotici uccidono i batteri utili dell'intestino che di solito tengono sotto controllo il batterio C. diff, permettendo a quest'ultimo di scatenarsi. L'infezione da C. diff può diventare grave rapidamente.
Farmaci
I farmaci antidiarroici o oppioidi che rallentano la motilità intestinale possono predisporre allo sviluppo di megacolon tossico.
Sintomi di megacolon tossico
I sintomi del megacolon tossico possono manifestarsi attraverso:
- dolore addominale intenso e persistente, spesso accompagnato da distensione addominale visibile;
- febbre elevata spia di un processo infiammatorio o infettivo in corso;
- tachicardia: aumento della frequenza cardiaca in risposta allo stress sistemico;
- alterazioni dello stato mentale: confusione, letargia o altri cambiamenti nel livello di coscienza;
- diarrea: scariche diarroiche frequenti, talvolta con presenza di sangue o, al contrario, occlusione intestinale e assenza di evacuazioni.
Megacolon tossico: la diagnosi
Come viene diagnosticato il megacolon tossico? Come per la maggior parte delle condizioni cliniche da indagare, prima di passare a esami più specifici, il medico inizia dai
sintomi, ovvero con l'anamnesi completa delle condizioni di salute e dei farmaci.
Anche perché alcuni medicinali possono essere all'origine del megacolon tossico. Mentre altri, come gli steroidi, possono mascherarne i sintomi.
L'esame fisico può rilevare tensione e
gonfiore addominale, dolore alla palpazione, assenza di rumori intestinali. Lo specialista valuta le condizioni dell'intestino e i parametri vitali per verificare la presenza di febbre, pressione bassa, battito cardiaco accelerato, tutti segni di tossicità.
Altri indagini che potranno confermare la diagnosi comprendono l'esame del sangue ed esami di imaging radiologico (la diagnostica per immagini dell'addome):
- radiografia addominale;
- ecografia addominale;
- TC – tomografia computerizzata.
Attraverso questi esami di approfondimento si vuole individuare la dilatazione del colon ed eventuali complicazioni correlate, come perforazioni.
L'esame del sangue, invece, viene eseguito per segnalare l'eventuale presenza di un'infiammazione profonda attraverso il conteggio dei globuli rossi e bianchi: leucocitosi, anemia, squilibri elettrolitici e marcatori di infezione o infiammazione sistemica.
Per confermare la diagnosi di megacolon tossico, si prendono come riferimento alcuni criteri.
Almeno tre dei seguenti fattori:
- febbre superiore a 38 gradi Celsius;
- dilatazione del colon superiore a 6 centimetri;
- frequenza cardiaca superiore a 120 battiti al minuto;
- elevata conta dei globuli bianchi;
- anemia (basso numero di globuli rossi).
Almeno una delle seguenti condizioni:
- disidratazione;
- squilibrio elettrolitico/fluidico;
- stato mentale alterato;
- bassa pressione sanguigna.
Trattamento conservativo e chirurgico
Il megacolon tossico richiede cure combinate con un trattamento che può svilupparsi su più fronti, comprendendo terapie conservative e, quando necessario, interventi chirurgici.
Il trattamento conservativo è un primo tentativo di stabilizzare il paziente attraverso alcuni interventi:
- correzione degli squilibri idroelettrolitici attraverso somministrazione endovenosa di fluidi per contrastare la disidratazione associata a questa condizione;
- terapia antibiotica per trattare eventuali infezioni batteriche che potrebbero intervenire complicando il quadro clinico;
- monitoraggio in terapia intensiva per controllare i parametri vitali e individuare subito eventuali peggioramenti che possono richiedere un intervento chirurgico d'urgenza.
Quando è necessario l'intervento chirurgico
Alcuni pazienti rispondono positivamente alla terapia farmacologica, altri potrebbero aver bisogno di un intervento chirurgico: la
colectomia.
Si ricorre alla colectomia, ovvero alla rimozione della porzione di colon interessata, quando si presentano complicazioni potenzialmente letali. O quando la terapia conservativa non porta i risultati sperati.
Il risultato dell'intervento è la stomia, un'apertura chirurgica nell'addome che permette l'evacuazione delle feci. A seconda del tipo di colectomia subita, la stomia può essere temporanea o permanente.
Prognosi e complicazioni del megacolon tossico
La prognosi del megacolon tossico è strettamente correlata alla velocità della diagnosi e all'appropriatezza del trattamento.
Un intervento precoce e mirato può agire riducendo il rischio di complicanze più gravi. Tra queste, la perforazione intestinale, la
sepsi o setticemia, e lo
shock.
La perforazione intestinale con la dilatazione estrema del colon può causare una rottura della parete intestinale, portando a
peritonite e sepsi, mentre lo
shock settico può svilupparsi come conseguenza della risposta infiammatoria sistemica.
La combinazione di infezione, infiammazione e disidratazione può precipitare uno shock settico, una condizione potenzialmente fatale.
Megacolon tossico: la prevenzione
La prevenzione ha una funzione fondamentale nel gestire le malattie infiammatorie intestinali croniche, attraverso controlli regolari e aderenza alle terapie; nell'assunzione corretta e consapevole degli antibiotici per prevenire
disbiosi e le infezioni da Clostridioides difficile, che possono rappresentare fattori scatenanti del megacolon tossico; nel riconoscimento precoce dei sintomi nei pazienti a rischio.
Sottoporsi alla valutazione del proprio medico curante, nonché seguire i suoi consigli e le sue indicazioni terapeutiche, sono passi fondamentali per gestire al meglio questo tipo di situazioni sanitarie.