Trauma vicario: cos'è, cause, sintomi e trattamenti

Valentina Montagna | Editor

Ultimo aggiornamento – 15 Aprile, 2025

Una ragazza dalla psicologa

Conosciuto anche come "compassion fatigue" (“affaticamento da compassione”) o "cost of caring" ("costo del prendersi cura"), il trauma vicario si verifica quando una persona sviluppa sintomi di trauma legati al dolore e alla paura che osserva nelle persone che assiste, reduci da traumi e stress.

Cos'è il trauma vicario?

Identificato per la prima volta negli anni '80 (Figley, 1982), il trauma vicario è legato all'empatia, al coinvolgimento emotivo e all’immedesimazione con la sofferenza altrui. 

Si tratta di una condizione psicologica, una forma di sovraccarico emotivo che si manifesta come un effetto del coinvolgimento empatico con le esperienze difficili di persone traumatizzate in chi, per motivi professionali, è esposto in modo prolungato al loro intenso carico emotivo. 

Quali sono le cause del trauma vicario? 

Come emerge anche da questa revisione, il trauma vicario si manifesta in risposta a un'esposizione ripetuta agli eventi traumatici vissuti da altre persone.

È diffuso tra persone che svolgono professioni nel settore assistenziale e sanitario, che si occupano della salute mentale e fisica, o anche in persone che operano in contesti ad alta intensità emotiva come forze dell’ordine e vigili del fuoco.

Il trauma vicario è molto più diffuso da quando esiste una continua esposizione a notizie, immagini e testimonianze di eventi traumatici, amplificata dai media e dai social network, che può generare un forte impatto emotivo anche in chi non è direttamente coinvolto. 

Questa sovraesposizione contribuisce alla comparsa di sintomi di stress, ansia e affaticamento emotivo. 

Fattori di rischio

Chiunque sia esposto a queste situazioni può sviluppare un trauma vicario, ma le persone con una storia personale di traumi hanno maggiori probabilità di sperimentarlo rispetto a chi non ha vissuto traumi in passato.

Chi ha vissuto esperienze traumatiche in passato potrebbe essere più sensibile al dolore altrui. Anche un'elevata empatia, sebbene sia una qualità preziosa, può amplificare il rischio e far sì che sia difficile mantenere un sano distacco emotivo. 

La presenza di disturbi dell'umore o una condizione di stress cronico può predisporre al trauma vicario. 

In particolare, professionisti giovani e/o con meno esperienza tendono a essere più esposti, così come coloro che faticano a trovare un equilibrio tra lavoro e vita privata, senza spazi per il recupero emotivo.


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L'ambiente di lavoro gioca un ruolo determinante: l’'esposizione costante a storie o situazioni traumatiche, come accade nelle professioni di aiuto o in contesti ad alta intensità emotiva, è un fattore di rischio non indifferente.

Carichi di lavoro eccessivi e aspettative irrealistiche in ambienti lavorativi caratterizzati da disorganizzazione o scarsità di strutturazione possono favorire il sovraccarico emotivo.

Inoltre, la carenza di risorse, come personale o strumenti adeguati, può aggravare la situazione. Infine, in molte realtà lavorative non viene messo in atto un adeguato programma di prevenzione per i dipendenti.

Quale è il meccanismo alla base della traumatizzazione vicaria?

Da un punto di vista prettamente neuropsicologico, il trauma vicario coinvolge, tra le altre, le aree cerebrali deputate alla percezione empatica. Un ruolo di rilievo, a tal propoisto, è ricoperto dai cosiddetti neuroni specchio

Studi con tecniche di neuroimaging mostrano che, ascoltando storie traumatiche, si attivano zone quali la corteccia cingolata anteriore e l'insula, coinvolte nel sentire il dolore sia nostro che altrui.

In altre parole, ascoltare questi racconti può scatenare nel corpo reazioni simili a quelle che si hanno in seguito a un trauma diretto.

Inoltre, l'esposizione continua a tali storie porta a un'attivazione costante dell'amigdala, un’area cerebrale in grado, tra le altre cose, di rilevare uno stato di minaccia. Tale meccanismo, utile in situazioni di reale pericolo, diventa problematico se si attiva troppo a lungo, portando a una gestione emotiva difficile e a un affaticamento delle nostre capacità cognitive.

Quali sono i sintomi del trauma vicario? 

I sintomi possono essere simili a quelli del disturbo da stress post-traumatico (PTSD) e manifestarsi attraverso condizioni psicologiche, emotive, cognitive, fisiche e sociali.

Le persone che vivono il trauma vicario riportano esperienze di ricordi involontari e intrusivi degli eventi traumatici; sogni inquietanti o incubi legati agli eventi; sintomi dissociativi e disagio psicologico in risposta a elementi che richiamano gli eventi vissuti.

Il trauma vicario può far sì che mente e corpo reagiscano in maniera simile a quanto accade in presenza di uno stress acuto. 

Possono manifestarsi anche sintomi quali:

  • problemi di sonno;
  • cambiamenti nell'appetito;
  • abuso di sostanze;
  • autolesionismo;
  • attacchi di panico;
  • difficoltà di concentrazione;
  • depressione o ansia;
  • maggiore predisposizione alle malattie, dovuta alla ridotta risposta immunitaria indotta dallo stress cronico.

Sintomi cognitivi e psicologici 

Tra i sintomi psicologici possono manifestarsi pensieri ossessivi e immagini intrusive legati ai traumi, flashback, evitamento di situazioni o persone associate al trauma; alterazioni negative della visione di sé e del mondo (cinismo, perdita di speranza, percezione del mondo come pericoloso); difficoltà nel prendere decisioni e problemi di concentrazione; riduzione dell’autostima e aumento dei dubbi circa il senso di valore personale.

I sintomi per punti:

  • pensieri ossessivi, flashback e immagini intrusive legate ai traumi;
  • evitamento di situazioni o persone associate al trauma;
  • alterazione negativa della visione di sé e del mondo (cinismo, perdita di speranza);
  • difficoltà di concentrazione, riduzione dell’autostima e problemi nel prendere decisioni.

Sintomi emotivi

Il trauma vicario può manifestarsi con ansia, tristezza e depressione, ma anche irritabilità e rabbia; senso di colpa per non aver fatto abbastanza; intorpidimento emotivo e perdita di connessione con sé stessi e gli altri.

I sintomi per punti:

  • ansia, tristezza, depressione e irritabilità;
  • rabbia e senso di colpa per non aver fatto abbastanza;
  • intorpidimento emotivo e perdita di connessione con sé stessi e gli altri.

Sintomi fisici

Un'attivazione eccessiva dell'asse ipotalamo-ipofisi-surrene può portare a un aumento anomalo della frequenza cardiaca, anche a riposo. Lo stress può provocare disturbi allo stomaco e all'intestino, se si tende a somatizzare.

Un ragazzo dallo psicologo

I sintomi fisici possono manifestarsi anche attraverso affaticamento cronico, mal di testa e indebolimento del sistema immunitario.

I sintomi per punti:

  • affaticamento cronico e mal di testa;
  • disturbi gastrointestinali e indebolimento del sistema immunitario;
  • tachicardia, sudorazione e difficoltà respiratorie.

Sintomi comportamentali

I sintomi comportamentali possono manifestarsi attraverso cambiamenti nell'appetito, abuso di sostanze e autolesionismo.

Come trattare il trauma vicario?

Le persone che soffrono di trauma vicario possono trovare sollievo dai sintomi attraverso terapie utilizzate per trattare altre forme di trauma:

Ricerca scientifica sui trattamenti del trauma vicario in professionisti esposti 

In questa review vengono individuati e valutati alcuni interventi utili per ridurre i sintomi del trauma vicario in persone esposte. L'analisi si basa su 27 studi empirici pubblicati tra il 2008 e il 2019 e offre una panoramica completa degli approcci terapeutici adottati e dei risultati ottenuti.

L'analisi si concentra su alcuni studi che hanno approfondito l'impatto di diverse strategie terapeutiche, permettendo così di comprendere quali approcci possano essere più efficaci in contesti lavorativi soggetti a elevato stress.

Gli interventi individuati sono stati classificati in quattro categorie principali:

  • psicoeducazione: attività di formazione sui sintomi del trauma vicario, gestione dello stress e piani di autocura;
  • mindfulness: tecniche di meditazione, yoga e pratiche di consapevolezza corporea;
  • attività artistiche e ricreative che favoriscono l'espressione emotiva e il benessere;
  • medicina alternativa come l'agopuntura auricolare e il Reiki, non hanno mostrato alcun beneficio.

I risultati degli studi hanno evidenziato l’efficacia di alcuni tra gli interventi presi in esame, , con particolare riferimento alla riduzione dello stress traumatico secondario, dell'affaticamento da compassione e del burnout. Degno di considerazione è il fatto che non tutti i sintomi hanno subìto un miglioramento significativo.

Gli studi presi in esame presentano alcuni problemi: mancano gruppi di controllo; servono approcci più personalizzati che tengano conto dei contesti lavorativi e delle caratteristiche dei partecipanti; sarebbe necessario confrontare l’efficacia dei trattamenti presi in esame con terapie più note per il trattamento delle manifestazioni traumatiche

FAQ – Domande Frequenti

Qual è la differenza fra trauma vicario e trauma secondario?

Il trauma secondario e il trauma vicario possono presentare sintomi simili, ma le due esperienze sono definite in modo diverso. Entrambi possono verificarsi a seguito dell'esposizione al trauma vissuto da un'altra persona.

  • trauma secondario: si riferisce ai sintomi traumatici che emergono dopo aver ascoltato o assistito al trauma di qualcun altro in un’unica occasione;
  • trauma vicario: riguarda i sintomi traumatici che si sviluppano nel tempo a causa di un’esposizione prolungata al dolore di molte persone.

I sintomi del trauma secondario tendonoad avere un esordio rapido; il trauma vicario si sviluppa gradualmente nel tempo.

Il trauma vicario è una forma di PTSD?

No, il PTSD (disturbo post-traumatico da stress) è stato definito con criteri clinici univoci che possono essere trovati nel DSM-5-TR.

Il trauma vicario, che pure presenta degli aspetti in comune col PTSD, rappresenta un’altra possibile manifestazione di caratteristiche traumatiche, ma rappresenta un’etichetta differente e non ancora ufficialmente riconosciuta nei principali manuali diagnostici.

Qual è la differenza tra burnout e trauma vicario?

Dal 1970, i ricercatori hanno documentato una connessione tra stress lavorativo e burnout. Il burnout si riferisce alla "reazione e processo di stress a lungo termine che si verifica tra i professionisti che lavorano con altre persone in qualche capacità", specialmente nelle relazioni d’aiuto.

A differenza del trauma vicario, il burnout non colpisce solo coloro che sono esposti al dolore e alla sofferenza altrui come parte del loro lavoro. Chiunque, all’interno di una relazione d’aiuto (psicologo, psicoterapeuta, educatore, medico, insegnante) può sperimentare burnout in risposta al sovraccarico emotivo e all’assenza di confini interpersonali con l’utente dei suoi servizi.

Alcuni sintomi del burnout sono simili a quelli del trauma vicario, come irritabilità, conflitti interpersonali e sentimenti di sopraffazione. Le persone che soffrono di burnout possono lasciare il lavoro o mostrare una diminuzione della motivazione. Nonostante la somiglianza dei sintomi, il trauma vicario è un fenomeno specifico che si verifica in risposta all'esposizione al dolore vissuto da chi ha subito un trauma.

Valentina Montagna | Editor
Scritto da Valentina Montagna | Editor

La mia formazione comprende una laurea in Lingue e Letterature Straniere, arricchita da una specializzazione in Web Project Management. La mia esperienza nel campo si estende per oltre 15 anni, nei quali ho collaborato con nutrizionisti, endocrinologi, medici estetici e dermatologi, psicologi e psicoterapeuti e per un blog di un'azienda che produce format televisivi in ambito alimentazione, cucina, lifestyle.

a cura di Dr. Alberto Galia
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