Un recente studio di coorte ha voluto gettare nuova luce su una correlazione sempre più discussa: il legame tra il tempo speso a guardare la televisione e il rischio di sviluppare un episodio di depressione maggiore nelle diverse fasi della vita.
Da tempo, infatti, la scienza osserva con sospetto le attività definite "mentalmente passive", come appunto l'eccessiva visione della TV, collegandole a un aumento del rischio depressivo.
Scopriamo di più.
Il contesto di partenza dello studio
I ricercatori si sono posti un obiettivo chiaro: comprendere come il rischio depressivo cambiasse non solo in base a quanto si guardava la TV, ma soprattutto in base a cosa veniva fatto al suo posto.
Non solo sport, quindi, ma anche mansioni quotidiane, come spostarsi con i mezzi pubblici, lavorare e persino dedicarsi al riposo notturno.
Lo studio ha coinvolto un vasto campione di 65.454 adulti, tutti non depressi all'inizio, monitorati per un periodo di ben quattro anni.
Per valutare l'influenza delle abitudini sulla salute mentale i partecipanti sono stati suddivisi in tre fasce d'età:
- giovane età: 18-39 anni;
- mezza età: 40-59 anni;
- terza età: più di 60 anni.
Durante i quattro anni di osservazione il 2,4% del campione totale ha sviluppato la depressione maggiore e, analizzando i dati, è emerso che la diversa allocazione del tempo quotidiano era un fattore di rischio cruciale.
Ecco cosa è emerso
Considerando tutti i partecipanti, senza distinzione anagrafica, i ricercatori hanno potuto quantificare l'impatto di una riduzione del tempo davanti alla TV.
Rosa Palazuelos-González, ricercatrice dell'Università di Groninga e a capo dello studio, ha spiegato che "ridurre di un'ora al giorno il tempo trascorso a guardare la TV e dedicarlo ad altre attività diminuisce la probabilità di sviluppare una depressione maggiore dell’11%". Inoltre, il guadagno è esponenziale: se si riescono a togliere 90 o 120 minuti, il rischio si contrae ulteriormente, fino a un -26%.
I risultati più sbalorditivi e significativi si sono, però, concentrati nel gruppo di mezza età: in questa fascia, infatti, la sostituzione del tempo passato davanti allo schermo con qualsiasi altra attività, anche il dormire, ha comportato un rischio di depressione quasi dimezzato: eliminare anche solo un'ora di TV al giorno per fare altro implicava una riduzione del rischio prossima al 19%.
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Questo vantaggio si amplificava fino a una diminuzione del 43% delle probabilità di sviluppare depressione maggiore per coloro che eliminavano due ore di TV al giorno per dedicarsi ad attività alternative.
Per quanto riguarda gli altri gruppi, le conclusioni sono state più specifiche:
- terza età: il rischio si è ridotto solo per i partecipanti che hanno sostituito la TV con lo sport;
- giovane età: curiosamente, in questa fascia, guardare la TV non ha mostrato alcuna associazione con una variazione del rischio depressivo.
In sintesi, i dati suggeriscono che non tutti gli svaghi sono uguali per la nostra salute mentale e che, soprattutto per chi è nella mezza età, la parola d'ordine è fare qualcosa, non importa cosa, purché non sia guardare passivamente la televisione.
Fonti:
European Psychiatry - Effects of substituting TV-watching time with physical activities or sleep on incident major depression. Results from the lifelines cohort study