Meno TV, minore rischio di depressione? Ecco i dati dello studio

Arianna Bordi | Autrice e divulgatrice esperta in salute femminile, psicologia e salute del cervello
A cura di Arianna Bordi
Autrice e divulgatrice esperta in salute femminile, psicologia e salute del cervello

Data articolo – 24 Novembre, 2025

Giovane ragazza con telecomando guarda la tv in salotto seduta sul divano

Un recente studio di coorte ha voluto gettare nuova luce su una correlazione sempre più discussa: il legame tra il tempo speso a guardare la televisione e il rischio di sviluppare un episodio di depressione maggiore nelle diverse fasi della vita.

Da tempo, infatti, la scienza osserva con sospetto le attività definite "mentalmente passive", come appunto l'eccessiva visione della TV, collegandole a un aumento del rischio depressivo.

Scopriamo di più.

Il contesto di partenza dello studio

I ricercatori si sono posti un obiettivo chiaro: comprendere come il rischio depressivo cambiasse non solo in base a quanto si guardava la TV, ma soprattutto in base a cosa veniva fatto al suo posto.

Non solo sport, quindi, ma anche mansioni quotidiane, come spostarsi con i mezzi pubblici, lavorare e persino dedicarsi al riposo notturno.

Lo studio ha coinvolto un vasto campione di 65.454 adulti, tutti non depressi all'inizio, monitorati per un periodo di ben quattro anni.

Per valutare l'influenza delle abitudini sulla salute mentale i partecipanti sono stati suddivisi in tre fasce d'età:

  • giovane età: 18-39 anni;
  • mezza età: 40-59 anni;
  • terza età: più di 60 anni.

Durante i quattro anni di osservazione il 2,4% del campione totale ha sviluppato la depressione maggiore e, analizzando i dati, è emerso che la diversa allocazione del tempo quotidiano era un fattore di rischio cruciale.

Ecco cosa è emerso

Considerando tutti i partecipanti, senza distinzione anagrafica, i ricercatori hanno potuto quantificare l'impatto di una riduzione del tempo davanti alla TV.

Rosa Palazuelos-González, ricercatrice dell'Università di Groninga e a capo dello studio, ha spiegato che "ridurre di un'ora al giorno il tempo trascorso a guardare la TV e dedicarlo ad altre attività diminuisce la probabilità di sviluppare una depressione maggiore dell’11%". Inoltre, il guadagno è esponenziale: se si riescono a togliere 90 o 120 minuti, il rischio si contrae ulteriormente, fino a un -26%.

I risultati più sbalorditivi e significativi si sono, però, concentrati nel gruppo di mezza età: in questa fascia, infatti, la sostituzione del tempo passato davanti allo schermo con qualsiasi altra attività, anche il dormire, ha comportato un rischio di depressione quasi dimezzato: eliminare anche solo un'ora di TV al giorno per fare altro implicava una riduzione del rischio prossima al 19%.


Potrebbe interessarti anche:


Questo vantaggio si amplificava fino a una diminuzione del 43% delle probabilità di sviluppare depressione maggiore per coloro che eliminavano due ore di TV al giorno per dedicarsi ad attività alternative.

Per quanto riguarda gli altri gruppi, le conclusioni sono state più specifiche:

  • terza età: il rischio si è ridotto solo per i partecipanti che hanno sostituito la TV con lo sport;
  • giovane età: curiosamente, in questa fascia, guardare la TV non ha mostrato alcuna associazione con una variazione del rischio depressivo.

undefined

In sintesi, i dati suggeriscono che non tutti gli svaghi sono uguali per la nostra salute mentale e che, soprattutto per chi è nella mezza età, la parola d'ordine è fare qualcosa, non importa cosa, purché non sia guardare passivamente la televisione.

Fonti:

European Psychiatry - Effects of substituting TV-watching time with physical activities or sleep on incident major depression. Results from the lifelines cohort study

Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
Contenuti correlati
Primo piano del riflesso di una donna anziana truccata in uno specchio tondo che lei tiene in mano
Perché il tempo sembra accelerare con l'età? Un viaggio nella nostra percezione cerebrale

Non è solo un'impressione: il tempo sembra scorrere più veloce per il tuo cervello andando avanti con l'età. Scopri la spiegazione neuro-scientifica.

Genitori anziani sorridenti e felici con la figlia adulta che beve il tè
Hai 32 anni? Il tuo cervello ha finito l'adolescenza ora, dice la scienza

Il tuo cervello non invecchia in linea retta. La neuroscienza ha identificato le fasi e i momenti di riconfigurazione: 9, 32, 66 e 83 anni.