Il contatto con la natura come cura e prevenzione per il corpo e l'anima. Parliamo della pratica del Forest Bathing

Arianna Bordi | Editor

Ultimo aggiornamento – 20 Maggio, 2025

Ragazza in una foresta che a braccia aperte si gode la natura intorno a sé

Immergiti in un mondo di quiete e benessere, dove il fruscio delle foglie e il profumo della terra si fondono in un'esperienza rigenerante: benvenuti nel cuore del forest bathing. 

Una pratica antica, riscoperta e validata dalla scienza moderna, che ci invita a rallentare, a connetterci profondamente con la natura e a riscoprire i benefici sorprendenti che un "bagno" nella foresta può offrire al corpo e alla mente.

Ne abbiamo parlato con Andrea Mariotti, Fondatore e referente nazionale CSEN (Settore Forest Bathing), il primo Ente Nazionale del CONI per numero di associazioni affiliate e tesserati riconosciuto dal Ministero dell’interno.

Approfondiamo le sue origini e il suo impiego

Il termine è la traduzione anglofona di Shinrin-Yoku ed esprime “il godere appieno dei benefici dell’atmosfera della foresta uniti all’elemento acqua”.

Come sottolineato nella pagina introduttiva sul nostro sito, è stato coniato in Giappone nel 1982 da M.Tomohide Akiyama, allora direttore dell’Ente forestale, poi promosso dal Ministero dell’Agricoltura, delle Foreste e della Pesca giapponese, per incoraggiare stili di vita sani, oltre che per proteggere i bellissimi ambienti naturali e le foreste.

In seguito il Dott. Quin Li, immunologo e Presidente della Società Giapponese di Medicina Forestale, introdusse nel mondo il termine di Forest Therapy, con cui si fa riferimento a una “terapia naturale senza medicine”.  

La Forest Therapy (Terapia Forestale), oppure medicina forestale, marchio depositato dalla Japanese Forest Therapy Society – JFTS, è un insieme di pratiche di Forest Bathing svolte con persone affette da patologie diagnosticate

In Giappone questa pratica funziona innanzitutto perché loro hanno una religione politeista che comprende gli spiriti della foresta e un’unione fra la medicina e le scienze forestali; infatti, per loro esistono le prescrizioni verdi, quindi una persona può detrarre fiscalmente questa esperienza, che viene prescritta dalla medicina ufficiale.

Inoltre, loro hanno una relazione totalmente diversa con il bosco, proprio in quanto luogo fisico: è, infatti, per loro un luogo denso di sacralità.

Noi vediamo la foresta come qualcosa dal quale prendere il legno per scaldarci il legno, per costruire, per andarci a raccogliere i funghi oppure per andarci d'estate perché in foresta fa un po' più fresco.

In Italia, con una religione monoteista e, culturalmente parlando, con una forte separazione fra la parte medica ospedaliera e le scienze forestali, chiaramente siamo molto lontani dal portare il cittadino ad avere una contemplazione consapevole.

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Infatti, occorre fare attenzione poiché la “terapia” qui da noi può essere praticata solo da personale abilitato alle professioni sanitarie (Art. 348 C.P.). 

Mentre in Giappone, Scozia e Svezia la Forest Therapy può essere prescritta dal sistema medico nazionale, in Italia non è ancora riconosciuta dal SSN o come attività sanitaria, salvo in rarissimi casi sperimentali.

In cosa si differenzia dalla camminata nel bosco in autonomia?

Andare nei boschi a camminare e respirare aiuta sicuramente a rallentare i ritmi a prescindere, ma se non hai qualcuno che ti aiuta e che ti facilita, per non dire che ti guida, è un’esperienza decisamente riduttiva. 

Ovviamente è un'attività che fa bene già di per sé perché ci sono i monoterpeni, molecole organiche volatili a dieci atomi di carbonio, appartenenti alla famiglia dei terpeni; diffusi in piante, funghi, batteri e insetti, costituiscono la base di resine e oli essenziali e sono i principali responsabili dell'odore di foglie e fiori. 

Il loro assorbimento cutaneo e mucosale ha, infatti, effetti benefici su immunità, apparato respiratorio e digestivo, oltre ad azioni antisettiche, antispastiche e analgesiche.

Si tratta di un'attività di tipo motorio sportivo senza impegno cardiovascolare per la quale occorre un istruttore, perché durante l’attività di forest bathing si tolgono le scarpe, si abbracciano gli alberi, si cammina lentamente, si respira profondamente, ma senza il mindset per osservare la linfa che sale le radici, senza tecniche di visualizzazione e/o di mindfulness, tecniche motorie di postura per gestire al meglio il tempo passato in foresta.

Come riportato dal protocollo ufficiale, PEFC (Programme for the Endorsement of Forest Certification schemes) Italia e CSEN (Centro Sportivo Educativo Nazionale) collaborano dal settembre 2022 per promuovere il forest bathing in boschi certificati come idonei al benessere forestale. 

Riconoscendo che i suoi benefici dipendono dalle caratteristiche specifiche del bosco, le due organizzazioni intendono comunicare e formare sulle buone pratiche ambientali e sportive in queste aree certificate, valorizzando la gestione forestale sostenibile e la conoscenza di questa pratica in zone la cui idoneità è comprovata. 

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Il nostro obiettivo è quello di cominciare a portare i cittadini a questa consapevolezza: se tu sei in un ambiente antropizzato, tipo la città o l'ufficio, quindi fortemente innaturale, il meccanismo di produzione non si autoregola e continua a produrre cortisolo, generando conseguenze psico-fisiche.

A tal proposito, per approfondire l’aspetto scientifico legato ai benefici dell’immersione nella foresta qui si possono trovare diverse ricerche interessanti e puntuali.

La nostra società, oltre a essere antropizzata, è anche abbastanza stressata da ritmi innaturali, quindi occorre che quando si va a fare questa attività ci sia un operatore, un facilitatore che aiuti a ritornare ad avere un equilibrio, che dia quelli che possono essere degli stimoli e dei suggerimenti.

Perché fare Forest Bathing?

In primo luogo comprende un'attività psicofisiologica di miglioramento motoria, ma senza essere pericolosa o eccessiva; si rivela salutistica soprattutto per la prevenzione e può anche essere utilizzata come coadiuvo di una terapia, ma con un medico che collabori con e supervisioni.

Un altro aspetto da non sottovalutare è quello della socialità: infatti, si conoscono nuovi amici e si ritrova un po' di socialità in una civiltà un po' troppo mediatica dal punto di vista televisivo e di device elettronici.

Vediamo che gli adulti passano sempre più spesso ore e ore su Instagram e su Facebook, perdendo, quindi, un po' questa bellezza dell'incontro che c'era un tempo, del raccontarsi le cose intorno al fuoco; ci siamo ridotti a vivere dentro delle macchine in città e non abbiamo in modo resiliente abituato il nostro organismo a essere in salute anche in un elemento non naturale

Si tratta di una pratica che si può sperimentare in qualsiasi periodo dell’anno, anche in inverno con le ciaspole, l’importante è adattare il proprio abbigliamento alla stagione; la durata è variabile da una a quattro ore, ma volendo si può estendere anche a una giornata intera. 

Il bagno nella foresta è possibile per tutti: abbiamo già avuto esperienza con gruppi di bambini delle scuole, anziani delle RSA, persone accompagnate dal proprio cane, anche non vedenti, persone disabili che si muovono in sedia a rotelle; vogliamo unire e non dividere e siamo sempre aperti a personalizzare l’esperienza in base alle esigenze del gruppo o dei singoli.

Si può praticare in compagnia di amici, con un gruppo di persone sconosciute che potrebbero rivelarsi delle connessioni significative oppure anche da soli una volta che si è acquisita l'esperienza adeguata.


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Vengono utilizzati, inoltre, per misurare il prima e il dopo una sessione, dei questionari da far compilare ai partecipanti.

Inoltre, in caso ci si volesse formare a riguardo, al di là dei corsi più strutturati che prevedono un attestato, eroghiamo anche un percorso formativo che abbiamo definito “Forest Bathing per tutti”, quindi appassionati e neofiti, grazie al quale è possibile avvicinarsi a questa pratica e conoscerla in maniera completa per educarsi a riguardo.

Arianna Bordi | Editor
Scritto da Arianna Bordi | Editor

Dopo la laurea in Letteratura e Lingue straniere, durante il mio percorso di laurea magistrale mi sono specializzata in Editoria e Comunicazione visiva e digitale. Ho frequentato corsi relativi al giornalismo, alla traduzione, alla scrittura per il web, al copywriting e all'editing di testi.

Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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