Anche gli uomini piangono (e no, non c’è nulla di cui vergognarsi)

Mattia Zamboni | Seo Content Specialist

Ultimo aggiornamento – 27 Novembre, 2024

Un uomo in un bosco

La figura maschile è sempre stata associata a forza, comando e un'apparente invulnerabilità emotiva: frasi come "gli uomini non piangono" o "non fare la femminuccia" fungono da gabbie culturali e impediscono a molti uomini di esplorare e accettare le proprie emozioni.

Ora, però, è arrivato il momento di abbattere questi muri: sì, anche gli uomini piangono e non c’è nulla di sbagliato nel farlo.

La cultura della mascolinità tossica 

La narrazione tradizionale della mascolinità ha radici profonde: dalla letteratura ai media, gli uomini sono sempre stati rappresentati come stoici e risoluti, immuni al dolore emotivo: tutto ciò, però, ha portato a uno stigma verso chi mostra segni di vulnerabilità, spingendo molti uomini a reprimere le proprie emozioni.

Ma a quale prezzo? Uno studio ha dimostrato che reprimere le proprie emozioni può avere conseguenze decisamente impattanti sul benessere mentale e incrementa i livelli di ansia, depressione e stress.

Evitare di piangere non significa essere più forti, ma accumulare un peso che, prima o poi, diventerà insostenibile; di contro, essere vulnerabili non è sinonimo di debolezza, ma di autenticità.

Mostrare le proprie emozioni è un atto di coraggio che contraddistingue l'essere umano: piangere è, quindi, una manifestazione di empatia, dolore, amore o semplicemente bisogno di liberarsi.

Come cambiare questa narrativa? Innanzitutto cercando di smantellare del tutto lo stereotipo di forza e durezza dell’uomo – che deve iniziare fin da bambini. Per formare adulti emotivamente sani, occorre insegnare ai più piccoli che tutte le emozioni, comprese le lacrime, hanno un valore.

Perché non chiedere a un amico come si sente veramente? Parlare dei propri sentimenti in cerchie di fiducia può fare una differenza enorme. Il primo passo verso la vulnerabilità è riconoscere quello che si prova. Sentirsi tristi, feriti o sopraffatti non è un errore, ma un diritto.

Big boys can cry: alcuni esempi ispiratori

Alcune delle figure pubbliche più rispettate hanno dimostrato che il pianto non sminuisce il valore di un uomo, ma lo arricchisce.

Pensiamo, ad esempio, a Terry Crews: l'attore e attivista ha parlato apertamente delle sue lotte emotive e del trauma legato alla sua infanzia. Crews ha spesso sottolineato che mostrare emozioni è fondamentale per superare il dolore e costruire una vita autentica.

Il principe Harry ha rivelato il suo dolore per la perdita della madre, la Principessa Diana, e come ha dovuto affrontarlo anni dopo. Le sue lacrime pubbliche sono state un esempio di come elaborare il lutto con autenticità.

Infine, Roger Federer: un esempio lampante di come la vulnerabilità emotiva possa essere espressa anche ai massimi livelli di successo. Federer è noto per essersi commosso in diversi momenti della sua carriera, mostrando al pubblico il lato umano dietro al campione.

Un caso particolarmente significativo è avvenuto dopo la vittoria agli Australian Open nel 2017 quando, alzando il trofeo, Federer non è riuscito a trattenere le lacrime per l'importanza del momento e del percorso di recupero fisico e mentale che lo ha portato a trionfare a 35 anni – dopo un lungo periodo di assenza dai campi a causa di un infortunio.

Federer si è anche emozionato nel 2022 durante il suo ritiro ufficiale dal tennis, nella Laver Cup accanto ai suoi colleghi, con cui ha condiviso lacrime di gioia e malinconia.

Questi momenti hanno rafforzato la connessione tra Federer e i suoi fan, sottolineando come la vulnerabilità non sia un segno di debolezza, ma una manifestazione autentica di gratitudine e passione (una parte naturale e toccante delle esperienze più significative della vita).

Oggi più che mai è fondamentale celebrare il valore di quelle lacrime – che per troppo tempo è rimasto nascosto: piangere è un dono, un linguaggio che connette e guarisce.

"Big boys can cry too" non è solo uno slogan, ma un invito a ridefinire la mascolinità. La forza di un uomo non si misura nella sua capacità di nascondere il dolore, ma nel coraggio di abbracciarlo e condividerlo. Perché, in fondo, la vera grandezza sta nell’essere pienamente umani.

Il parere della psicologa

Per approfondire l’argomento, abbiamo chiesto il parere della Dr. Rostagno, psicologa:

Si tratta di un tema cruciale nella psicologia contemporanea: la metafora delle gabbie culturali è particolarmente efficace nel descrivere come gli stereotipi sulla mascolinità abbiano creato vere e proprie prigioni emotive per gli uomini.  Gli esempi di figure pubbliche citati – Terry Crews, il Principe Harry e Roger Federer – sono particolarmente significativi perché rappresentano diverse sfaccettature della mascolinità tradizionale (forza fisica, status reale, eccellenza sportiva) che si intersecano con la vulnerabilità emotiva.

Il caso di Federer è emblematico: un campione che ha saputo mostrare come la forza e la grandezza sportiva possano coesistere con l'espressione autentica delle emozioni.

Nella mia pratica clinica osservo quotidianamente le conseguenze della repressione emotiva maschile; lo studio citato trova riscontro nella realtà: ansia, depressione e stress sono spesso il prezzo da pagare per mantenere questa ”maschera di forza”.

Particolarmente importante è il focus sull'educazione dei bambini: è proprio nell'infanzia che si formano questi modelli emotivi restrittivi: insegnare ai bambini che tutte le emozioni hanno un valore è fondamentale per crescere adulti emotivamente sani.

Risulta necessario un nuovo paradigma della mascolinità non più basato sulla negazione delle emozioni, ma sulla loro piena integrazione come parte fondamentale dell'esperienza umana.

Mattia Zamboni | Seo Content Specialist
Scritto da Mattia Zamboni | Seo Content Specialist

Ho conseguito la laurea in Scienze della Comunicazione con un particolare focus sullo storytelling. Con quasi un decennio di esperienza nel campo del giornalismo, oggi mi occupo della creazione di contenuti editoriali che abbracciano diverse tematiche, tra cui salute, benessere, sessualità, mondo pet, alimentazione, psicologia, cura della persona e genitorialità.

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