Che cos'è la perla di latte che può comparire durante l'allattamento? È vero che può comportare dei problemi per la salute della mamma? E si sì, come si fa per rimuoverla? Facciamo chiarezza su questo argomento cercando di scoprirne di più.
Che cos'è la perla di latte in allattamento?
La perla di latte, o vescicola, come sarebbe più corretto chiamarla, è una problematica che compare durante l'allattamento al seno e che provoca dolore e disagio nella neo mamma. Anche chiamate "vesciche da latte", si tratta di formazioni simili a delle piccole cisti o a un brufolo, che possono comparire sul seno materno.
La perla di latte è fondamentalmente un accumulo di latte solidificato che, andando a ostruire i dotti lattiferi, causa malessere e dolore nella donna, rendendo complicato l'allattamento al seno del neonato.
Nonostante il nome piuttosto evocativo, la perla di latte è un'eventualità da non sottovalutare, dal momento che, oltre a determinare la comparsa di fastidio e disagio, può anche compromettere la buona riuscita dell'allattamento e aprire le porte a problematiche più gravi.
Se riconosciuto e trattato in tempo, invece, questo puntino bianco che compare sul capezzolo della donna, tenda risolversi spontaneamente e a non lasciare conseguenze negative, né per la mamma, né per il bambino. La perla di latte, infatti, è una vera e propria "ampolla" o un tappo, che comprime e ostruisce i dotti lattiferi, rendendo difficile e dolorosa la suzione del latte materno.
Le cause che conducono alla formazione della perla di latte sul capezzolo sono diverse e possono comprendere:
- un attacco sbagliato del bambino al seno;
- la conseguenza di un'infezione, come ad esempio nel caso della mastite;
- uno svuotamento non completo ed efficace del seno da parte del bambino.
Perla di latte: cosa fare se compare
La perla di latte materno non è di per sé un problema grave, né è tantomeno dovuta a una scarsa igiene, tuttavia va riconosciuta e trattata nel più breve tempo possibile, dal momento che provoca dolore nella donna e una suzione difficoltosa nel bimbo. Le ragioni che rendono consigliabile rimuovere la perla di latte includono:
- la possibilità che si sviluppi un'infezione causata dall'occlusione di un dotto lattifero. Ciò comporta un drenaggio del latte rallentato e può favorire l'accumulo di batteri, aumentando la possibilità che si sviluppi un'infezione al seno. Quest'ultima, nota anche col nome di mastite, è una condizione particolarmente dolorosa che determina forte dolore, febbre, gonfiore e che, se viene trascurata, può richiedere anche l'utilizzo di farmaci antibiotici;
- produzione di latte ridotta. La difficoltà di suzione e il disagio avvertito dalla madre possono rendere meno semplice la produzione di latte, il che potrebbe avere delle ripercussioni sull'accrescimento del neonato;
- dolore. La perla di latte in allattamento provoca dolore nella donna e rendere quindi mal sopportabile il momento dell'attacco al seno;
- ulteriori complicazioni. Se la perla di latte non viene rimossa in tempi celeri può causare problematiche ricorrenti durante l'allattamento;
- suzione difficoltosa da parte del neonato, che, oltre a determinare uno scarso accrescimento, può anche determinare irritabilità, nervosismo e frustrazione nel piccolo.
È importante sapere come eliminare una perla di latte nel modo più corretto possibile, dal momento che questa formazione può evolversi in problematiche più gravi e provocare nella donna la comparsa di:
- febbre;
- dolori muscolari;
- dolore al seno;
- brividi;
- affaticamento;
- arrossamento al seno;
- gonfiore al seno.
Come rimuovere la perla di latte
Se si nota la presenza di un puntino bianco sul capezzolo simile a un brufolo o a una vescica, e la suzione è dolorosa e difficile, è molto probabile essere in presenza della cosiddetta perla di latte. Alcuni consigliano di far scoppiare la bolla mediante l'utilizzo di un ago sterile, tuttavia questa soluzione potrebbe non essere ottimale.
A differenza delle ragadi, in genere la perla di latte non produce sangue, tuttavia ciò non significa che non sia dolorosa. In alcuni casi una suzione vigorosa e completa riesce a rompere l'ampolla e a eliminare tale formazione, ma se così non fosse è importante non trascurare la vescicola e adoperarsi per rimuoverla.
Bucare la perla di latte con un ago, però, potrebbe esporre al rischio di infezione, pertanto in caso di dubbio è preferibile contattare un'ostetrica o una consulente per l'allattamento in modo da ricevere indicazioni corrette sul procedimento da seguire.
Vediamo brevemente come rompere la perla di latte e stimolarne la guarigione:
- prima di attaccare il bambino al seno, eseguire degli impacchi caldi- umidi e massaggiare la ghiandola mammaria, così da stimolare lo scioglimento dei noduli di latte e favorire il flusso;
- far attaccare il bambino al seno nel modo più corretto, in modo da incentivare una suzione completa ed efficace;
- premere il seno per svuotarlo (utilizzando il tiralatte o la spremitura manuale), soprattutto se il bambino non l'ha fatto completamente;
- ripetere questo iter per diversi giorni, così da essere sicuri che il dotto venga liberato dall'ostruzione.
Altri rimedi utili da sfruttare sono poi:
- l'applicazione di unguenti lenitivi sul capezzolo (come quelli a base di calendula), che favoriscono la guarigione;
- l'utilizzo di un tiralatte ospedaliero per svuotare completamente i seni e rimuovere gli ingorghi di latte;
- applicare del ghiaccio sui seni per sfiammare e arrecare sollievo alla cute gonfia e arrossata;
- aumentare la frequenza delle poppate, sia per mantenere alta la produzione che per rimuovere sempre tutto il latte dai seni;
- dopo la doccia, massaggiare il seno esercitando una leggera pressione sul capezzolo, in modo da favorire il drenaggio;
- se il dolore fosse molto intenso, si possono (chiedendo prima consiglio al proprio medico), prendere degli antidolorifici al bisogno.
Come prevenire la formazione della perla di latte in allattamento
Per prevenire la formazione di una perla di latte può essere utile adottare i seguenti accorgimenti:
- verificare che la posizione del neonato durante l'attacco sia sempre corretta, eventualmente cambiandola e adottando quella "a pallone da rugby", cioè sul fianco, o "a culla", così da ridurre la pressione al seno durante l'allattamento;
- mantenere pulita l'area del seno e, dopo ogni poppata, detergere i capezzoli per eliminare i residui di latte;
- assicurarsi bere abbastanza e di osservare una dieta bilanciata;
- verificare che non vi sia nulla che comprime l'area del seno, come ad esempio ferretti del reggiseno, indumenti troppo attillati o vestiti realizzati in materiale sintetico;
- non utilizzare le coppette assorbilatte durante la notte, le quali potrebbero favorire la comparsa di infiammazioni nell'area dei capezzoli;
- prestare attenzione che i seni siano sempre svuotati dal latte;
- se compare il mughetto, trattarlo subito senza perdere tempo, in modo che non possa evolversi causando la comparsa delle vescicole;
- prima di attaccare il bambino al seno, ammorbidire l'area effettuando un massaggio con i polpastrelli.