Troppo lavoro danneggia il cervello: a dirlo è una ricerca pubblicata sulla rivista online Occupational & Environmental Medicine, che spiega come le ore di lavoro possano alterare la struttura cerebrale, in particolare le aree associate alla memoria di lavoro e alla risoluzione dei problemi.
Scopriamo cosa dice nel dettaglio la revisione scientifica.
Come si è strutturato lo studio
Per arrivare a definire tale assunto, gli scienziati hanno utilizzato l'analisi del volume strutturale del cervello confrontata con l'impatto di ore eccessive di lavoro su specifiche regioni cerebrali in operatori sanitari che lavorano abitualmente 52 o più alla settimana.
Gli autori della ricerca hanno, poi, attinto ai dati dello studio di coorte Grocs (Gachon Regional Occupational Cohort Study) ai cui partecipanti è stato chiesto di sottoporsi a una risonanza magnetica: l'analisi finale ha incluso 110 persone – medici, 32 di loro lavoravano per un numero di ore settimanali in eccesso (28%), mentre 78 rispettavano un orario standard – andando ad escludere i soggetti con dati mancanti o con scarsa qualità delle immagini.
Le differenze nel volume del cervello sono state valutate utilizzando una tecnica di neuroimaging in grado di identificare e confrontare le differenze regionali nei livelli di materia grigia.
I risultati sul cervello
Questa analisi ha mostrato che le persone che lavoravano 52 o più ore a settimana presentavano cambiamenti significativi nelle regioni del cervello associate a funzione esecutiva e regolazione emotiva, a differenza di chi lavorava un numero di ore standard.
Lo studio ha, poi, dimostrato che in chi lavora molte ore vi è un aumento del 19% del volume del giro frontale mediale – una parte del cervello che possiede un ruolo importantissimo nelle funzioni cognitive del lobo frontale, nell'attenzione, nella memoria di lavoro e nell'elaborazione del linguaggio.
Sono stati rilevati anche aumenti in 17 regioni, tra cui il giro frontale superiore e l'insula, fondamentale nell'integrazione del feedback sensoriale, motorio e autonomo proveniente dal corpo – oltre ad essere coinvolta nell'elaborazione delle emozioni, nella consapevolezza di sé e nella comprensione del contesto sociale.