Dopo oltre quattro anni di sperimentazioni, negli USA, gli urologi dell’Università di Los Angeles hanno effettuato il primo trapianto di vescica al mondo.
Le varie fasi di progettazione dell’intervento hanno previsto numerose procedure precliniche sia presso il Keck Medical Center dell'USC che presso OneLegacy, l'organizzazione per l'approvvigionamento di organi della California meridionale.
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L’intervento
A raggiungere questo traguardo storico è stata un'equipe medica del Ronald Reagan Medical Center, presso l'Università della California di Los Angeles (UCLA), grazie alla collaborazione del chirurgo urologico specializzato in trapianti Dr. Nima Nassiri e del Dr. Inderbir Gill, direttore della sezione di Urologia.
Il paziente che ha ricevuto il trapianto era sottoposto a dialisi da sette anni per via di tumori aggressivi che avevano colpito la vescica e i reni (questi ultimi già asportarti).
Dopo la rimozione della massa tumorale, infatti, era rimasta una porzione troppo piccola e disfunzionale della vescica: in un comunicato stampa, i medici hanno spiegato che, proprio per questi motivi, il soggetto è risultato idoneo ad essere sottoposto a un intervento chirurgico unico nel suo genere.
L’operazione, dunque, è avvenuta in un contesto di preesistente insufficienza renale allo stadio terminale: è durata otto ore e ha previsto anche il trapianto di un rene (collegato successivamente alla nuova vescica), per un ripristino parziale dell’apparato urinario.
I chirurghi sono soddisfatti dei progressi clinici che il paziente ha affrontato e affermano che sta bene: il recupero del rene e della vescica dal donatore è stato eseguito presso il Transplant Recovery Center di OneLegacy ad Azusa, in California.
Rischi e prospettive future
I medici spiegano che, nonostante questi interventi chirurgici possano essere efficaci, comportano anche rischi a breve e lungo termine, in grado di compromettere la salute del paziente – ad esempio la compromissione della funzionalità renale, alcune infezioni ricorrenti e problemi digestivi – ma, allo stesso tempo, forniscono anche una regolare riserva urinaria e permettono di affrontare alcune sfide associate all'uso dell'intestino.
Il trapianto degli organi, però, può prevedere alcuni rischi: ad esempio, il rigetto da parte dell'organismo e gli effetti collaterali causati dai farmaci immunosoppressori somministrati obbligatoriamente per prevenire questo episodio: proprio data la necessità di un'immunosoppressione a lungo termine, spiegano i due esperti, i migliori candidati sono coloro che hanno già subito un trapianto di organi o coloro che necessitano di un trapianto combinato di rene e vescica.
Essendo la prima sperimentazione concreta condotta su un essere umano, esistono diverse incognite – come il funzionamento immediato e duraturo della vescica trapiantata e il livello di immunosoppressione necessario – ma, nonostante questo, l’obiettivo dei medici è quello di capire se il trapianto di vescica può aiutare i pazienti a condurre una vita più sana.