Un mese di pausa dall'alcol: ecco perché il Dry January funziona (e fa bene)

Arianna Bordi | Autrice e divlugatrice su salute femminile, psicologia e salute del cervello
A cura di Arianna Bordi
Autrice e divlugatrice su salute femminile, psicologia e salute del cervello

Data articolo – 15 Dicembre, 2025

Amiche che si godono un brindisi con succo di arancia fresco in un ambiente rilassato

Una review pubblicata su Alcohol and Alcoholism, condotta da specialisti della Brown University School of Public Health e della Warren Alpert Medical School, ha messo in luce i profondi impatti del Dry January, un mese senza alcool, analizzando 16 studi e coinvolgendo oltre 150.000 partecipanti.

I ricercatori non solo hanno tracciato il profilo di chi partecipa e come ne viene influenzato, ma hanno anche evidenziato strategie per espandere il successo di questa iniziativa.

Scopriamo di più in merito.                    

I vantaggi di una breve pausa

I risultati sono incoraggianti: anche una sospensione temporanea dall'alcol può innescare un’ondata di miglioramenti significativi, sia fisici che psicologici.

Chi ha completato il mese intero ha, infatti, riscontrato:

  • sonno e umore migliori;
  • perdita di peso;
  • miglioramenti nella funzionalità epatica e nella pressione sanguigna;
  • maggiore energia e una capacità di concentrazione più nitida.

È interessante notare che anche chi ha solo ridotto il consumo, senza astenersi completamente, ha comunque registrato benefici in queste aree.

Non solo una pausa: una moderazione duratura

L'autrice principale, Megan Strowger, ricercatrice associata post-dottorato presso l'Università di Buffalo, ha spiegato che lo sforzo porta a una moderazione duratura.

"Si tratta di uno sforzo che porta a una moderazione duratura: la maggior parte dei partecipanti continua a bere meno alcol anziché aumentarne il consumo in seguito", ha affermato Strowger.

"Nel complesso partecipare al Dry January consente alle persone di fermarsi, riflettere e riconsiderare il proprio rapporto con l'alcol, incluso il modo in cui influisce sulla loro vita sociale, sulla salute mentale e sulla salute fisica."

Un fenomeno in crescita e un cambiamento sociale

Il Dry January, nato nel Regno Unito nel 2013, ha visto una crescita esponenziale: da appena 4000 iscritti ufficiali sul sito web della campagna nel 2003, oggi conta milioni di partecipanti a livello globale.

Una popolarità crescente che si inserisce in un contesto più ampio, dove la consapevolezza sui rischi dell'alcol è in aumento.

I ricercatori hanno delineato un profilo tipico del partecipante: tende a essere più giovane, di sesso femminile, con redditi più elevati e un titolo universitario.

Soprattutto, i partecipanti tendono a identificarsi come bevitori più assidui della media, un dato che i ricercatori considerano una "ottima notizia" poiché il programma sta intercettando un gruppo solitamente difficile da raggiungere con i tradizionali interventi.

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Matthew K. Meisel, professore associato di scienze comportamentali e sociali, ha ribadito, inoltre, che anche i non-astemi traggono benefici significativi, in particolare per quanto riguarda la salute mentale.

Lo studio ha anche confermato che l'impegno paga: le persone che si sono registrate formalmente e hanno sfruttato gli strumenti della campagna (come l'app Try Dry, email o messaggi di coaching) hanno avuto molte più probabilità di completare il mese con successo e di mantenere un consumo ridotto in seguito.

Da sottolineare, per completezza, che un piccolo numero di partecipanti che non è riuscito a completare il mese ha riportato un consumo maggiore in seguito, un potenziale "effetto rebound"; nonostante ciò, però, il messaggio complessivo è positivo.


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Gli autori, in conclusione, raccomandano anche di ampliare la portata della campagna, utilizzando diversi influencer e adattando i messaggi per raggiungere un pubblico più vasto.

Fonti:

Alcohol and Alcoholism - A scoping review of Dry January: evidence and future directions

Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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