Dalla seta dei ragni una speranza per la ricostruzione dei tessuti

Dr.ssa Elisabetta Ciccolella Farmacista
Redatto scientificamente da Dr.ssa Elisabetta Ciccolella, Farmacista |
A cura di Benedetta Borzillo

Data articolo – 06 Marzo, 2014

Se mai vorrai allevare ragni, sappi che non è un compito facile, soprattutto se vorrai trarne della seta: ne producono pochissima e si mangiano tra loro.

Ma perché poi allevare ragni? 

Perché la seta dei ragni ricostruisce i tessuti umani. Li rigenera, li fa ricresce da capo.

La strepitosa scoperta viene dagli Usa, e già dal 2010 è oltre oceano un’opzione terapeutica di prima scelta soprattutto per i danni cartilaginei alle articolazioni. Si chiama FibroFix Implant e sono già 600mila gli interventi ricostruttivi svolti sinora con pieno successo.

In che modo la seta dei ragni ricostruisce i tessuti lesi?

Sottopelle si impiantano dei minuscoli filamenti di seta. Questi sviluppano una rete assolutamente biocompatibile tra i lembi di tessuto sano; al contempo, stimolano le cellule dei tessuti a “riempire” quella rete di filamenti di seta con nuovo tessuto umano.

“È come se qualcosa nella seta aracneidea incoraggiasse le cellule umane a produrre nuovo tessuto, e a ripopolare di tessuto sano il tessuto leso” spiega il prof. Skaer, che ha diretto lo studio.

La cura di seta è certo straordinaria: evita la chirurgia, è del tutto biocompatibile, consente un pieno recupero e ha un impatto minimo. 

Attenzione però: solo la seta di ragno.

Sono state fatte molte verifiche: purtroppo i bachi da seta, molto più produttivi e addomesticabili dei ragni, filano una seta troppo spessa, troppo fragile, non biocompatibile né rigenerante. L’unica speranza ci viene dai ragni.

Dalle ginocchia all’osteoartrite. Quali orizzonti per la cura di seta?

Naturalmente non ci si ferma alla ricostruzione cartilaginea delle ginocchia. Gli orizzonti prevedono impianti ricostruttivi alle anche, spalle, schiena – l’obiettivo è impiegare il FibroFix per la terapia dell’osteoartrite, e dare una risposta alla domanda di qualità della vita che la popolazione chiede a gran voce. I trials sono appena cominciati e almeno due anni di studi sono necessari prima che si abbiano certezze (anche minime) in proposito.

Speranze per la riparazione dei nervi lesi?

Ma il dottor Skaer e il suo team guardano ancora più lontano.
Ipotizzano che piccole architetture di fili di seta potranno ricostruire intestini, ernie e muscoli. Cuore compreso.
Di più.
La maggiore speranza, è che gli impianti di seta di ragno potranno un giorno curare i fili spezzati dei tessuti nervosi e ricostruire le connessioni dei nervi.

Ma oggi siamo appena ai primi passi di questa nuova tecnologia. E ancora molto, molto lontani da queste mete straordinarie, ora solo ipotizzabili.

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