La depressione è una patologia riconosciuta che può influire significativamente sulla capacità lavorativa di un individuo.
In Italia i lavoratori dipendenti hanno diritto all'assenza dal lavoro per depressione, previa certificazione medica, e devono rispettare le normative relative alla mutua e alla visita fiscale.
Di seguito un approfondimento in merito.
Certificato medico e procedura per l'assenza dal lavoro per depressione
Il primo passo per ottenere il riconoscimento della malattia è rivolgersi al proprio medico di base o a uno specialista (psichiatra o psicologo).
Il professionista qualificato, dopo un'attenta valutazione, potrà rilasciare un certificato medico per depressione, attestante la diagnosi e la necessità di astensione dal lavoro per depressione.
Il certificato dovrà essere inviato telematicamente all'INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale) e al datore di lavoro, specificando i giorni di malattia per depressione necessari.
Importante: il datore di lavoro non ha diritto a conoscere la natura della malattia, ovvero la diagnosi. Il numero di protocollo della malattia, infatti, permette di sapere solo il domicilio scelto per l’assenza, la data d’inizio e quella di fine, ma non la diagnosi.
L'INPS copre i giorni di malattia per depressione secondo specifiche percentuali di retribuzione, che variano a seconda del contratto collettivo applicato.
È importante, dunque, rispettare le fasce orarie di reperibilità per la visita fiscale per depressione, al fine di evitare sanzioni o la sospensione dell'indennità.
Mutua per depressione e indennità di malattia
Se un lavoratore soffre di depressione e il medico certifica la necessità di astensione dal lavoro, è possibile farne richiesta.
Durante il periodo di assenza il lavoratore ha, dunque, diritto all'indennità di malattia, comunemente chiamata mutua per depressione. L'importo dell'indennità varia in base al contratto di lavoro e alla durata della malattia.
I lavoratori dipendenti, infatti, hanno diritto alla tutela previdenziale in caso di malattia, compresa la depressione.
Le percentuali di indennità erogate dall'INPS sono le seguenti:
- fino al 90° giorno di malattia: 50% della retribuzione media giornaliera;
- dal 91° giorno fino alla guarigione clinica: 66,66% della retribuzione media giornaliera.
Quanti giorni di mutua per depressione si possono ottenere?
La durata della malattia per depressione dipende dalla valutazione medica e dalla risposta terapeutica del paziente.
Generalmente, nei casi meno gravi, il medico può concedere un periodo di malattia breve (da pochi giorni a qualche settimana); per i casi più complessi è possibile ottenere un'astensione dal lavoro più lunga, con certificati rinnovabili.
In alcune situazioni, se la depressione diventa invalidante e compromette la capacità lavorativa in modo permanente, il lavoratore potrebbe valutare con un medico e l'INPS la possibilità di una richiesta di invalidità civile o di inabilità al lavoro.
La depressione è una condizione che può richiedere un periodo di assenza dal lavoro per garantire la ripresa psicofisica del lavoratore.
È fondamentale seguire le procedure corrette per ottenere il certificato medico per depressione, rispettare le regole relative alla mutua e alla visita fiscale, e conoscere i propri diritti per una gestione ottimale della malattia in ambito lavorativo.
Per ulteriori informazioni è possibile consultare il sito dell'INPS o rivolgersi al medico di base per chiarimenti sulla propria situazione.
Depressione: quando la causa è il lavoro
Se la depressione è causata dal lavoro, si potrebbe configurare un caso di malattia professionale o di stress lavoro-correlato.
In questo caso il lavoratore ha diritto a tutele specifiche, tra cui l'eventuale riconoscimento della patologia da parte dell’INAIL e la possibilità di richiedere un periodo di malattia o altre misure di protezione.
Vediamo i punti principali:
Depressione come malattia professionale
Se la depressione è causata da condizioni lavorative stressanti, mobbing, carichi di lavoro eccessivi o turni usuranti, può essere riconosciuta come malattia professionale. Occorre, però, dimostrare il nesso causale tra l’attività lavorativa e l’insorgenza della patologia.
Per ottenere il riconoscimento dall'INAIL, il lavoratore deve:
- farsi visitare da un medico specialista o dal medico competente dell'azienda;
- ottenere una certificazione che attesti il collegamento tra lavoro e depressione;
- presentare una denuncia di malattia professionale all’INAIL, con l’aiuto di un medico o di un patronato.
Se l’INAIL riconosce la depressione come malattia professionale, il lavoratore può ottenere un'indennità per inabilità temporanea o permanente e, nei casi più gravi, un risarcimento.
Stress lavoro-correlato e tutela del lavoratore
Lo stress lavoro-correlato è regolamentato dal D.Lgs. 81/2008, che impone al datore di lavoro di valutare i rischi psicosociali e adottare misure per prevenirli.
Se un lavoratore sviluppa depressione a causa dello stress lavorativo, può segnalare il problema a:
- rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (RLS);
- medico competente aziendale;
- INAIL, se si sospetta una malattia professionale
In casi gravi, il lavoratore può anche chiedere un cambio di mansione o valutare azioni legali per mobbing, se vi sono elementi di vessazione sistematica sul posto di lavoro.
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Depressione e inidoneità al lavoro
Se la depressione diventa invalidante e impedisce al lavoratore di svolgere le proprie mansioni, il medico del lavoro può dichiararlo temporaneamente o permanentemente inidoneo.
Questo può portare a:
- un'astensione prolungata dal lavoro con indennità INPS;
- un cambio di mansione (se compatibile con lo stato di salute);
- nei casi più gravi, una richiesta di invalidità civile o pensione di inabilità.
Visita fiscale per depressione: cosa sapere
L'INPS può disporre una visita fiscale per depressione per verificare la legittimità dell'assenza dal lavoro.
Il lavoratore deve essere reperibile nelle fasce orarie previste dalla normativa (10:00-12:00 e 17:00-19:00 nei giorni feriali e festivi per i dipendenti privati); in caso di assenza ingiustificata, si rischiano sanzioni o la perdita dell'indennità.
Esistono alcune esenzioni dalla visita fiscale per depressione, come nei casi di patologie gravi certificate o stati ansioso-depressivi particolarmente debilitanti.
Depressione e lavoro: aspetti legali e tutele
La depressione è una patologia che può avere un impatto significativo sulla vita lavorativa: riconoscere i propri diritti e conoscere le procedure corrette è fondamentale per affrontare questo periodo nel modo più sereno possibile.
Si tratta di un tema delicato che richiede attenzione sia da parte del lavoratore che del datore di lavoro, poiché:
- il lavoratore ha diritto alla tutela della propria salute e alla conservazione del posto di lavoro durante il periodo di malattia, nei limiti del periodo di comporto previsto dal contratto collettivo nazionale;
- il datore di lavoro è tenuto a rispettare la privacy del lavoratore e a non discriminare chi soffre di depressione.
Ecco alcuni consigli generali da seguire in caso ci si trovasse a dover affrontare questa problematica:
- non sottovalutare i sintomi della depressione e rivolgersi tempestivamente a un medico;
- comunicare la propria situazione al datore di lavoro in modo trasparente, nel rispetto delle procedure previste;
- richiedere il supporto di associazioni e organizzazioni che si occupano di salute mentale;
- in caso si tratti di depressione legata al luogo di lavoro, è bene segnalare il problema all’RLS o al medico competente aziendale e, se necessario, consultare un avvocato o un sindacato per valutare possibili azioni legali.