Secondo una nuova ricerca, un composto naturale presente nel cacao – la teobromina – potrebbe contribuire a mantenere il corpo biologicamente più giovane rispetto all’età anagrafica.
Lo studio suggerisce che questo alcaloide è associato a un processo di invecchiamento più lento, probabilmente grazie ai suoi effetti sui marcatori epigenetici e su alcune strutture cellulari coinvolte nella longevità.
Scopriamo cosa hanno scoperto gli scienziati.
Lo studio
Per indagare il potenziale ruolo della teobromina sull'invecchiamento, i ricercatori hanno analizzato i dati di 1.669 adulti coinvolti in due tra le più solide coorti europee dedicate allo studio dell’invecchiamento:
- TwinsUK, che include coppie di gemelli monitorate da anni nel Regno Unito;
- KORA, un grande progetto tedesco sulla salute della popolazione.
Il campione comprendeva persone con un’età media di circa 60 anni, tutte in buona salute e non selezionate in base alla presenza di specifiche malattie.
Questo ha permesso agli scienziati di osservare i potenziali effetti della teobromina in una popolazione il più possibile vicina alla vita reale.
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Ogni partecipante è stato sottoposto a:
- analisi del sangue per misurare i livelli di teobromina circolante;
- valutazioni epigenetiche, utili a stimare l’età biologica tramite i livelli di metilazione del DNA;
- analisi della lunghezza dei telomeri, le strutture che proteggono i cromosomi e che tendono ad accorciarsi con l’età e con l’insorgenza di malattie.
È emerso che chi aveva nel sangue quantità più elevate di teobromina mostrava un’età biologica inferiore rispetto a quella anagrafica. L'effetto, inoltre, non risultava condiviso da altri composti del cacao o dalla caffeina, ma appariva specifico per questo alcaloide.
I ricercatori sottolineano che questo studio rappresenta il primo passo nella comprensione di come un alimento comune come il cioccolato fondente possa offrire indizi utili sui processi dell’invecchiamento.
Le motivazioni
È ancora presto per stabilire con precisione in che modo la teobromina contribuisca a rallentare l’invecchiamento biologico, ma gli scienziati stanno esplorando alcune ipotesi plausibili.
La prima riguarda l'interazione con i marcatori epigenetici: alcuni composti vegetali sono in grado di influenzare il modo in cui i geni vengono attivati o disattivati, modulando processi legati al metabolismo cellulare, alla riparazione del DNA e alla risposta allo stress ossidativo.
La teobromina potrebbe far parte di questo gruppo, agendo in sinergia con altri composti del cacao come i polifenoli.
Un secondo possibile meccanismo è legato alla protezione dei telomeri: livelli più elevati di teobromina sembrano associarsi a telomeri relativamente più lunghi, una caratteristica che di solito si osserva nei soggetti che invecchiano più lentamente.
Infine, diversi studi precedenti avevano già mostrato come la teobromina possa:
- supportare il flusso sanguigno;
- favorire il metabolismo dei grassi;
- ridurre la pressione arteriosa;
- contribuire a una migliore funzione cognitiva.
È probabile che una combinazione di questi effetti contribuisca a rendere le cellule più resistenti ai processi che tipicamente si intensificano con l’avanzare dell’età.
Attenzione: non è un invito a mangiare più cioccolato
Sebbene i risultati siano incoraggianti, il team di ricerca – guidato dalla Dr.ssa Jordana Bell – invita alla cautela: il cioccolato fondente è ricco di teobromina, ma contiene anche grassi saturi e zuccheri, che devono essere consumati con moderazione.
Per questo motivo la ricerca non suggerisce di aumentare il consumo di cioccolato, bensì incoraggia a capire meglio come i suoi composti possano influenzare i meccanismi dell’invecchiamento.
Per chi desidera sfruttare le proprietà della teobromina attraverso l’alimentazione, è importante ricordare che:
- il cioccolato fondente contiene molta più teobromina rispetto al cioccolato al latte;
- il cioccolato bianco ne è praticamente privo;
- solo i prodotti con una percentuale di cacao superiore al 70% garantiscono un apporto significativo del composto.
La teobromina è concentrata soprattutto nella massa di cacao, che si ottiene dopo la fermentazione, l’essiccazione e la tostatura delle fave. Più alta è la percentuale di cacao in una tavoletta, maggiore sarà il contenuto di teobromina.
È bene tenere presente, però, che in molti prodotti industriali la quantità di cacao è stata progressivamente ridotta, sostituita da grassi, zuccheri e ingredienti più economici. In questi casi, si parla spesso di prodotti “al gusto di cioccolato”, che non offrono i benefici associati ai composti naturali del cacao.
Scegliere cioccolato di qualità, con cacao di alta percentuale, è quindi fondamentale se si vuole assumere teobromina attraverso l’alimentazione.
Il contesto della ricerca precedente
Lo studio del King’s College non è un caso isolato, ma si inserisce in un crescente interesse scientifico verso i componenti bioattivi degli alimenti.
Negli ultimi anni, vari gruppi di ricerca hanno osservato che composti naturali presenti in cacao, barbabietole, frutta e tè possono interagire con i meccanismi che regolano la longevità.
In particolare:
- il Mass General Brigham Hospital ha evidenziato un possibile effetto del cacao sul declino cognitivo nei soggetti a rischio di demenza;
- la Columbia University ha collegato alcuni flavanoli del cacao a migliori prestazioni di apprendimento.
Queste evidenze suggeriscono che il cacao, se consumato nelle giuste quantità e sotto forma di prodotti poco lavorati, possa esercitare effetti benefici su vari aspetti della salute.
Fonti:
- Aging – Theobromine is associated with slower epigenetic ageing
- Twins Uk – Twin Research for a healthy future
- Helmholtz Munich – KORA
- The American Journal of Clinical Nutrition – Effect of cocoa extract supplementation on cognitive function: results from the clinic subcohort of the COSMOS trial
- Scientific Reports – Insights into the role of diet and dietary flavanols in cognitive aging: results of a randomized controlled trial