Ma è vero che il cioccolato fondente può rallentare l’invecchiamento?

Mattia Zamboni | Autore e divulgatore esperto in salute, nutrizione e psicologia applicata al benessere quotidiano
A cura di Mattia Zamboni
Autore e divulgatore esperto in salute, nutrizione e psicologia applicata al benessere quotidiano

Data articolo – 12 Dicembre, 2025

Del cioccolato fondente

Secondo una nuova ricerca, un composto naturale presente nel cacao – la teobromina – potrebbe contribuire a mantenere il corpo biologicamente più giovane rispetto all’età anagrafica.

Lo studio suggerisce che questo alcaloide è associato a un processo di invecchiamento più lento, probabilmente grazie ai suoi effetti sui marcatori epigenetici e su alcune strutture cellulari coinvolte nella longevità.

Scopriamo cosa hanno scoperto gli scienziati.

Lo studio

Per indagare il potenziale ruolo della teobromina sull'invecchiamento, i ricercatori hanno analizzato i dati di 1.669 adulti coinvolti in due tra le più solide coorti europee dedicate allo studio dell’invecchiamento:

  • TwinsUK, che include coppie di gemelli monitorate da anni nel Regno Unito;
  • KORA, un grande progetto tedesco sulla salute della popolazione.

Il campione comprendeva persone con un’età media di circa 60 anni, tutte in buona salute e non selezionate in base alla presenza di specifiche malattie.

Questo ha permesso agli scienziati di osservare i potenziali effetti della teobromina in una popolazione il più possibile vicina alla vita reale.


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Ogni partecipante è stato sottoposto a:

  • analisi del sangue per misurare i livelli di teobromina circolante;
  • valutazioni epigenetiche, utili a stimare l’età biologica tramite i livelli di metilazione del DNA;
  • analisi della lunghezza dei telomeri, le strutture che proteggono i cromosomi e che tendono ad accorciarsi con l’età e con l’insorgenza di malattie.

È emerso che chi aveva nel sangue quantità più elevate di teobromina mostrava un’età biologica inferiore rispetto a quella anagrafica. L'effetto, inoltre, non risultava condiviso da altri composti del cacao o dalla caffeina, ma appariva specifico per questo alcaloide.

I ricercatori sottolineano che questo studio rappresenta il primo passo nella comprensione di come un alimento comune come il cioccolato fondente possa offrire indizi utili sui processi dell’invecchiamento.

Le motivazioni

È ancora presto per stabilire con precisione in che modo la teobromina contribuisca a rallentare l’invecchiamento biologico, ma gli scienziati stanno esplorando alcune ipotesi plausibili.

La prima riguarda l'interazione con i marcatori epigenetici: alcuni composti vegetali sono in grado di influenzare il modo in cui i geni vengono attivati o disattivati, modulando processi legati al metabolismo cellulare, alla riparazione del DNA e alla risposta allo stress ossidativo.

La teobromina potrebbe far parte di questo gruppo, agendo in sinergia con altri composti del cacao come i polifenoli.

Un secondo possibile meccanismo è legato alla protezione dei telomeri: livelli più elevati di teobromina sembrano associarsi a telomeri relativamente più lunghi, una caratteristica che di solito si osserva nei soggetti che invecchiano più lentamente.

Infine, diversi studi precedenti avevano già mostrato come la teobromina possa:

  • supportare il flusso sanguigno;
  • favorire il metabolismo dei grassi;
  • ridurre la pressione arteriosa;
  • contribuire a una migliore funzione cognitiva.

È probabile che una combinazione di questi effetti contribuisca a rendere le cellule più resistenti ai processi che tipicamente si intensificano con l’avanzare dell’età.

Attenzione: non è un invito a mangiare più cioccolato

Sebbene i risultati siano incoraggianti, il team di ricerca – guidato dalla Dr.ssa Jordana Bell – invita alla cautela: il cioccolato fondente è ricco di teobromina, ma contiene anche grassi saturi e zuccheri, che devono essere consumati con moderazione.

Del cioccolato fondente con del cacao

Per questo motivo la ricerca non suggerisce di aumentare il consumo di cioccolato, bensì incoraggia a capire meglio come i suoi composti possano influenzare i meccanismi dell’invecchiamento.

Per chi desidera sfruttare le proprietà della teobromina attraverso l’alimentazione, è importante ricordare che:

  • il cioccolato fondente contiene molta più teobromina rispetto al cioccolato al latte;
  • il cioccolato bianco ne è praticamente privo;
  • solo i prodotti con una percentuale di cacao superiore al 70% garantiscono un apporto significativo del composto.

La teobromina è concentrata soprattutto nella massa di cacao, che si ottiene dopo la fermentazione, l’essiccazione e la tostatura delle fave. Più alta è la percentuale di cacao in una tavoletta, maggiore sarà il contenuto di teobromina.

È bene tenere presente, però, che in molti prodotti industriali la quantità di cacao è stata progressivamente ridotta, sostituita da grassi, zuccheri e ingredienti più economici. In questi casi, si parla spesso di prodotti “al gusto di cioccolato”, che non offrono i benefici associati ai composti naturali del cacao.

Scegliere cioccolato di qualità, con cacao di alta percentuale, è quindi fondamentale se si vuole assumere teobromina attraverso l’alimentazione.

Il contesto della ricerca precedente

Lo studio del King’s College non è un caso isolato, ma si inserisce in un crescente interesse scientifico verso i componenti bioattivi degli alimenti.

Negli ultimi anni, vari gruppi di ricerca hanno osservato che composti naturali presenti in cacao, barbabietole, frutta e tè possono interagire con i meccanismi che regolano la longevità.

In particolare:

  • il Mass General Brigham Hospital ha evidenziato un possibile effetto del cacao sul declino cognitivo nei soggetti a rischio di demenza;
  • la Columbia University ha collegato alcuni flavanoli del cacao a migliori prestazioni di apprendimento.

Queste evidenze suggeriscono che il cacao, se consumato nelle giuste quantità e sotto forma di prodotti poco lavorati, possa esercitare effetti benefici su vari aspetti della salute.

Fonti:

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