Un esperimento condotto in condizioni estreme, insieme a diverse ricerche sul comfort termico, sta confermando un dato spesso intuitivo: i guanti non sempre rappresentano la scelta più efficace per mantenere le mani calde.
Le lesioni da freddo, come congelamento o perdita temporanea di sensibilità, interessano soprattutto mani e piedi, aree particolarmente vulnerabili quando la temperatura esterna scende. La protezione adeguata diventa quindi essenziale non solo per il comfort, ma anche per preservare la funzionalità manuale.
L’esperimento in Antartide: quando le muffole superano i guanti
Nel 2016 un medico di emergenza impegnato in una base scientifica in Antartide ha testato oltre venti tipologie di protezioni per le mani, tra guanti, muffole, fodere interne e sistemi riscaldati, con l’obiettivo di identificare l’opzione più efficace nel mantenere stabile la temperatura delle dita.
Per ogni tipologia, lo sperimentatore ha applicato un sensore digitale al mignolo e ha percorso più volte lo stesso tragitto all’aperto, tra vento e temperature medie di −10 °F. L’analisi dei dati ha evidenziato un risultato netto: le muffole garantivano un maggiore mantenimento del calore rispetto ai guanti tradizionali, anche quando questi ultimi erano associati a scaldamani chimici.
Un effetto paradossale osservato durante le misurazioni riguardava proprio gli scaldamani monouso: il loro ingombro poteva creare sacche d’aria vicino al polso, facilitando l’ingresso del freddo e peggiorando la protezione complessiva.
Le mu
ffole isolate o combinate con un sottoguanto, invece, mostravano una capacità più costante di mantenere la temperatura al di sopra della soglia considerata di comfort termico.
Perché le muffole proteggono meglio
Il vantaggio delle muffole trova spiegazione nei seguenti fattori fisiologici e fisici:
- dita a contatto, che creano un microambiente caldo e condividono il calore corporeo;
- superficie esposta inferiore rispetto ai guanti, che isolano ogni dito e ne aumentano la dispersione termica;
- riduzione del dispendio energetico, poiché il corpo non deve riscaldare ogni dito in modo indipendente.
Organizzazioni come la Wilderness Medical Society raccomandano da tempo l’uso delle muffole nelle attività outdoor in condizioni di freddo intenso, soprattutto quando non è necessario compiere movimenti fini.
Il limite dei guanti: destrezza contro protezione
I guanti garantiscono maggiore precisione nei movimenti e consentono di maneggiare oggetti, utilizzare attrezzature, scrivere o regolare zaini e attrezzature tecniche.
Il problema è che, man mano che la temperatura delle dita scende, la destrezza diminuisce in modo drastico: la letteratura scientifica mostra come le prestazioni manuali peggiorino sensibilmente quando la temperatura cutanea delle mani scende tra 12 °C e 20 °C.
Per attività semplici, una passeggiata, un’escursione tranquilla, brevi spostamenti, le muffole risultano generalmente più efficaci. Quando invece serve manipolare oggetti a lungo, possono essere utili guanti riscaldati elettricamente, che nello studio antartico hanno mantenuto le dita costantemente sopra la soglia di comfort.
Oltre alla forma della protezione, incidono:
- qualità dell’isolamento,
- resistenza al vento,
- impermeabilità,
- capacità di traspirare,
- presenza o meno di strati combinati.
La tecnica “a cipolla”, con sottoguanti traspiranti e moffola esterna, rappresenta uno dei sistemi più efficaci e versatili.
Freddo, rischio di lesioni e condizioni particolari
L’esposizione prolungata a basse temperature può determinare frostnip (raffreddamento superficiale, reversibile) o frostbite (congelamento dei tessuti), più frequenti nelle estremità come dita di mani e piedi.
Alcune persone presentano inoltre una particolare sensibilità al freddo, come nel fenomeno di Raynaud, in cui il vaso-spasmo riduce ulteriormente il flusso sanguigno digitale e aumenta il rischio di danno.
L’obiettivo, in tutti i casi, è evitare che la temperatura delle mani scenda in modo prolungato, intervenendo con protezioni adeguate e rientrando in ambienti più caldi ai primi segnali di intorpidimento.
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Una scelta più informata per proteggere le mani
Le evidenze disponibili suggeriscono una conclusione chiara: nei contesti di freddo intenso, le muffole offrono un vantaggio reale nel mantenere le mani calde, mentre i guanti restano l’opzione preferibile quando la destrezza è indispensabile.
La combinazione di strati, l’uso di materiali tecnici e la valutazione delle condizioni ambientali permettono di ottimizzare la protezione e ridurre il rischio di lesioni da freddo.
Fonti
- International Journal of Circumpolar Health - Glove and mitten protection in extreme cold weather: an Antarctic study