Insonnia: il ruolo dei neuroni

Dr.ssa Elisabetta Ciccolella Farmacista
Redatto scientificamente da Dr.ssa Elisabetta Ciccolella, Farmacista |
A cura di Elisabetta Ciccolella

Data articolo – 11 Marzo, 2014

Un recente studio, pubblicato sulla rivista Sleep, dimostra che una scarsa qualità del sonno può essere correlata a una variazione della struttura del nostro cervello e, più in particolare, a una riduzione di materia grigia nel lobo frontale celebrale. 

Il lobo frontale è una regione molto importante poiché svolge un ruolo fondamentale nel mediare le abilità di pensiero astratto, organizzare il comportamento in sequenze logiche e in serie temporale, e inibire risposte automatiche inappropriate agli stimoli ambientali.

Chi soffre di disturbi del sonno?

I disturbi del sonno sono molto diffusi: circa il dieci per cento della popolazione occidentale soffre di insonnia in modo cronico.  
Difficoltà ad addormentarsi, sonno interrotto, risveglio mattutino precoce e lunghe veglie notturne, sono tra i disturbi del sonno più comuni.

Cosa ha analizzato lo studio?

Durante lo studio, condotto dai ricercatori della University of California di San Francisco, circa 150 veterani della Guerra del Golfo sono stati sottoposti a esami radiologici, come la risonanza magnetica svolta durante il sonno. I dati raccolti sono stati poi utilizzati per determinare il volume dell'ippocampo e la quantità di materia grigia presente a livello corticale dei partecipanti. 

Pur tenendo conto di fattori specifici, come la sindrome post-traumatica da stress, l’uso di farmaci psicotropi, la depressione e l’esperienza della guerra del Golfo, i ricercatori hanno comunque concluso che vi sia un'associazione tra una scarsa qualità del sonno e una ridotta quantità di materia grigia del lobo frontale, assieme a un ridotto volume della materia grigia corticale totale.

Tuttavia, i risultati dello studio non sono sufficienti a spiegare se la cattiva e scarsa qualità del sonno sia causata da queste diminuzioni del volume della materia grigia.

Un altro studio, pubblicato nel 2010 sempre sulla rivista Sleep, dimostra che si assiste a una diminuzione della concentrazione di materia grigia celebrale, in particolare nel cervelletto, nella corteccia prefrontale e nelle strutture limbiche, in soggetti affetti da una forma grave di apnea ostruttiva durante il sonno, patologia che spesso compromette la qualità del sonno stesso.

Insomma, gli studi stanno continuando ad analizzare le cause che costringono milioni di persone a restar svegli anche di notte, nella speranza che almeno la primavera concili il sonno anche dei più resistenti.

Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
Contenuti correlati
Genitori anziani sorridenti e felici con la figlia adulta che beve il tè
Hai 32 anni? Il tuo cervello ha finito l'adolescenza ora, dice la scienza

Il tuo cervello non invecchia in linea retta. La neuroscienza ha identificato le fasi e i momenti di riconfigurazione: 9, 32, 66 e 83 anni.

Vista dall'alto di un project manager al lavoro mentre il team di marketing supporta le sue prestazioni. Un'imprenditrice caucasica che lavora insieme a un gruppo di persone intelligenti sceglie un'idea durante una riunione.
I modelli AI prendono piede, ma l'intelligenza umana è ancora 10 passi avanti: ecco perché

L'AI continua a essere migliorata e implementata, ma il cervello vince in flessibilità. Uno studio di Princeton svela il segreto: "mattonicni" riutilizzabili per un apprendimento immediato.