Manovre di Kristeller, cosa sapere su questa tecnica considerata invasiva e rischiosa

Valentina Montagna | Editor

Ultimo aggiornamento – 21 Febbraio, 2023

Scopriamo in cosa consiste la manovra di Kresteller

Cosa sono le Manovre di Kristeller, perché si eseguono e per quale ragione sono considerate rischiose? 

La tecnica prende il nome dal ginecologo tedesco Samuel Kristeller, ovvero il primo medico che le fece conoscere nel lontano 1867. 

La manovra di Kristeller oggi viene considerata rischiosa per il genitore e per il bambino perché può provocare danni a entrambi. Inoltre, i benefici di questa pratica ostetrica non sono sostenuti da alcuna evidenza scientifica. In alcuni paesi viene addirittura ritenuta illegale e la stessa OMS non la raccomanda. 

Cerchiamo di capire di cosa si tratta, perché la manovra di Kristeller viene considerata pericolosa e dove viene proibita per legge.

Manovra Kristeller, cos'è, quando si esegue e perché

La manovra di Kristeller (o spremitura di Kristeller) è una manovra che il personale medico esegue premendo in modo deciso sull'addome con la mano o con gli avambracci, precisamente sul fondo uterino che corrisponde alla parte superiore dell'utero e agevolando con una spinta verso il basso per accompagnare l’espulsione finale del feto (feto-expressio).

Quando si effettua la tecnica

La tecnica viene eseguita durante la fase espulsiva del parto, negli ultimi momenti dell’espulsione del bebè, quando sono già iniziate le contrazioni e la partoriente spinge per accompagnare la fuoriuscita del bambino dall'utero. 

Perché si ricorre alla Manovra Kristeller

Si ricorre a questa manovra, utilizzata di frequente nella pratica clinica sebbene non sia affatto suffragata da alcuna evidenza scientifica in merito alla sua efficacia e sicurezza, quando si presentano alcune condizioni relative al mancato evolversi del parto, alla stanchezza della partoriente, in presenza di particolari stati di salute che non le permettono ulteriori sforzi per le spinte espulsive.

In sostanza, l'obiettivo della manovra è quello di aiutare la fase espulsiva e accorciare la durata del secondo stadio del travaglio. Attraverso la manovra, si spinge il corpo dall'alto verso il canale vaginale, per velocizzarne l'espulsione.

Come avviene la manovra

La manovra avviene attraverso delle pressioni, come premesso, ma può variare nell'intensità, nella modalità e in funzione di alcune variabili, tra le quali:

  • posizione del feto 
  • volume del liquido amniotico
  • conformazione fisica
  • circonferenza addominale
  • canale del parto.

I rischi e gli effetti indesiderati per la mamma e il suo bambino

Non ci sono pubblicazioni scientifiche a sostegno dell'efficacia e della sicurezza di questa tecnica che usa la pressione su parti delicate del corpo.

La manovra è sicuramente dolorosa e può causare anche gravi conseguenze:

  • nel genitore: ematomi, strappi muscolari, fratture delle costole e del coccige, lesioni al fegato e alla milza, rottura dell'utero, inversione uterina, distacco della placenta, emorragia post parto, lacerazioni della vagina e del perineo, prolassi e incontinenze, dolori cronici
  • nel bambino: fratture e danni a livello cerebrale, deficit respiratorio per carenza di ossigeno (ipossia), ematomi, frattura della clavicola o dell'omero. 

Dove si praticano le manovre di Kristeller e dove non sono ammesse

Il caso delle manovre di Kristeller è diventato noto a livello internazionale.

Nel 2018, l'OMS si esprime dichiarandole non raccomandabili e di fatto sconsigliando il ricorso a questa pratica ostetrica per i possibili rischi che comporta, oltre che per la mancanza di pubblicazioni che ne comprovino la reale efficacia e i benefici. 

In Inghilterra e in Spagna la tecnica non è ammessa ed è proibita per legge. Mentre in Germania non viene considerata

In Italia non esistono protocolli o linee guida sulla pratica di questa manovra ginecologica. La tecnica non è vietata, in virtù del fatto che se non esistono evidenze rilevanti sulla sua efficacia nel semplificare il processo di nascita. Non essendo raccomandata come procedura non è ammessa neanche nei protocolli ospedalieri

Per questa ragione, il Ministero della Sanità e l'Istituto Superiore di Sanità non vietano l'uso della manovra per legge, pur sconsigliandone l'uso e sollecitando, per contro, programmi di formazione aggiornati e adeguati all'assistenza al parto, nonché esortando a compiere altri studi e ricerche al riguardo.

In alcuni paesi, la manovra di Kristeller è più che altro diffusa nelle strutture dove non è possibile adottare altri metodi operativi per assistere la donna nel parto, o dove non vi sia personale istruito in tal senso. Tuttavia, a causa del fatto che non viene registrata nella cartella clinica, non si può fare una stima ufficiale del suo impiego. 

A questo proposito, è anche bene precisare che data la non ufficialità della pratica, cui si ricorre anche senza la consapevolezza della partoriente, non è possibile avere un quadro preciso della correlazione tra la manovra ed eventuali problemi durante il parto per la mamma e il bambino. 

Per evitare il rischio di incorrere in gravi effetti collaterali, laddove venga ancora praticata, sarebbe opportuno seguire un protocollo ufficiale che ne regoli il funzionamento, ovvero:

  • che ne proibisca la ripetizione oltre le tre volte 
  • che istruisca nella modus operandi della pratica per quanto riguarda la pressione e la direzione della spinta.
  • che venga inserita in cartella clinica e non omessa.

È sempre importante che si arrivi informati al momento del parto, che non vi siano pratiche o interventi operativi di cui spesso neanche si è consapevoli, ed è fondamentale conoscere i propri diritti esercitando quello di mantenere un controllo attivo di tutto ciò che viene fatto durante il parto. 

Per prendere decisioni informate, ed evitare di subire "iniziative" alle quali nessuno ha mai dato consenso, ci si può confrontare con il medico e il personale sanitario addetto, per definire un programma di interventi operativi consentiti e non, da descrivere e documentare dai sanitari nella cartella clinica della paziente, questo prende il nome di piano del parto

Valentina Montagna | Editor
Scritto da Valentina Montagna | Editor

La mia formazione comprende una laurea in Lingue e Letterature Straniere, arricchita da una specializzazione in Web Project Management. La mia esperienza nel campo si estende per oltre 15 anni, nei quali ho collaborato con nutrizionisti, endocrinologi, medici estetici e dermatologi, psicologi e psicoterapeuti e per un blog di un'azienda che produce format televisivi in ambito alimentazione, cucina, lifestyle.

a cura di Letizia Samantha Zeverino
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