Minaccia di aborto: ecco i segnali da tenere d'occhio

Arianna Bordi | Editor

Ultimo aggiornamento – 18 Aprile, 2025

Donna incinta con medico che fa alcune domande sulla gravidanza

La minaccia di aborto è una condizione che si verifica quando una gravidanza vitale è a rischio di interruzione, solitamente entro le prime 20 settimane di gestazione.

Vediamo di seguito un approfondimento in merito.

Cos'è la minaccia di aborto?

L'aborto spontaneo si verifica in circa il 10-15% delle gravidanze riconosciute; la stima, però, è/ ancora più alta poiché ce ne sono molti che avvengono prima che la donna si renda conto di essere incinta.

Indicativamente la maggior parte degli aborti spontanei, circa l'85%, si verifica entro le prime 12 settimane di gravidanza; il restante 15% si verifica tra la 13ª e la 20ª settimana di gestazione.

La minaccia di aborto è una condizione caratterizzata dalla presenza di sintomi che suggeriscono un possibile aborto spontaneo, ma senza che quest'ultimo sia avvenuto.

Si manifesta solitamente nelle prime 20 settimane di gravidanza con sanguinamento vaginale e talvolta dolori addominali.

È importante sottolineare che la minaccia di aborto non significa necessariamente che l'aborto avverrà, ma richiede attenzione medica immediata.

Cause delle minacce di aborto

Le cause della minaccia di aborto possono essere molteplici e variano da fattori materni a problemi fetali.

Tra le principali:

Fattori materni

Vediamo quali condizioni di salute di partenza della madre potrebbero rappresentare un fattore di rischio:

  • squilibri ormonali, come bassi livelli di progesterone, possono compromettere il mantenimento della gravidanza;
  • infezioni vaginali o sistemiche, come la toxoplasmosi o la rosolia, possono aumentare il rischio di aborto;
  • alcune malattie croniche, come il diabete non controllato, le malattie autoimmuni o le trombofilie, possono aumentare il rischio di aborto;
  • patologie uterine come malformazioni uterine, fibromi, insufficienza cervicale, anomalie congenite possono interferire con l'impianto o lo sviluppo dell'embrione;
  • stili di vita non salutari, come fumo, alcol e droghe;
  • stress eccessivo.

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Fattori fetali

Ecco i fattori legati all'embrione che potrebbero avere delle conseguenze negative: 

  • anomalie cromosomiche spesso incompatibili con la vita. La maggior parte degli aborti spontanei precoci è, infatti, dovuta a problemi genetici dell'embrione;
  • impianto anomalo della placenta.

Altri fattori

Infine, ulteriori fattori che potrebbero influenzare negativamente lo sviluppo corretto della gravidanza sono: 

  • fattori ambientali: l'esposizione a sostanze tossiche, come il fumo di sigaretta o l'alcol, può aumentare il rischio di aborto;
  • traumi: ad esempio, i traumi fisici all'addome possono causare minaccia di aborto.

Sintomi della minaccia di aborto

I sintomi possono variare in intensità, ma i più comuni sono:

  • sanguinamento vaginale: può variare da lieve a abbondante, e può essere rosso vivo o marrone;
  • dolore o crampi addominali, simili a quelli mestruali. Può presentarsi come crampi, dolore sordo o pressione;
  • mal di schiena;
  • perdite di tessuto o coaguli (meno comuni);
  • contrazioni uterine che possono essere irregolari e dolorose;
  • riduzione dei sintomi di gravidanza come nausea e affaticamento.

Se si verificano uno o più di questi sintomi, è fondamentale consultare subito un medico per valutare la gravità della situazione.

Diagnosi della minaccia di aborto

La diagnosi viene effettuata attraverso:

  1. esame clinico: valutazione del sanguinamento e dello stato della cervice uterina;
  2. ecografia transvaginale: per verificare il battito cardiaco fetale e lo stato della placenta;
  3. esami del sangue: controllo dei livelli di beta-hCG e progesterone.

Quanto è pericolosa la minaccia di aborto?

La minaccia di aborto è una condizione che può destare preoccupazione nelle donne in gravidanza, ma il suo livello di pericolosità varia in base a diversi fattori, tra cui l'intensità dei sintomi, le cause sottostanti e l'epoca gestazionale in cui si manifesta.

La minaccia di aborto non sempre porta alla perdita della gravidanza: il sanguinamento vaginale nel primo trimestre si verifica nel 20-25% delle gravidanze, ma solo il 50% dei casi evolve in aborto spontaneo.

La gravità della minaccia di aborto dipende da diversi elementi:

  • epoca gestazionale: le minacce di aborto nel primo trimestre sono più comuni e meno pericolose rispetto a quelle nel secondo trimestre. Dopo la 12ª settimana, la prognosi è generalmente migliore;
  • intensità dei sintomi: un sanguinamento lieve e sporadico può non influire sulla gravidanza; un sanguinamento abbondante con crampi intensi e dolore pelvico aumenta il rischio di aborto.
  • condizioni materne preesistenti: patologie come diabete non controllato, ipotiroidismo, sindrome da anticorpi antifosfolipidi possono aumentare il rischio di complicanze;
  • infezioni non trattate e anomalie uterine strutturali possono influire negativamente sull'esito della gravidanza.

Anche quando non evolve in aborto spontaneo, una minaccia di aborto può essere un segnale di una gravidanza a rischio.

Alcune possibili complicanze includono:

  • distacco parziale della placenta, con rischio di aborto o parto prematuro; 
  • restrizione della crescita fetale (IUGR), se la circolazione placentare è compromessa; 
  • parto prematuro, specialmente nei casi di insufficienza cervicale.

Cosa fare in caso di minacce di aborto?

La prima raccomandazione è quella di informare immediatamente il proprio medico o recarsi al pronto soccorso.

Le indicazioni mediche, fondamentali per trattare questa situazione, dipendono dalla causa e dalla gravità della condizione.

Alcuni consigli generali includono:

Riposo e riduzione dello stress

La donna incinta dovrebbe sempre valorizzare il riposo, tenendo a mente le seguenti indicazioni:

  • evitare sforzi fisici eccessivi;
  • ridurre lo stress con tecniche di rilassamento;
  • evitare rapporti sessuali fino a nuovo parere medico.

Eventuale terapia farmacologica

L'eventuale somministrazione di farmaci, che deve essere tassativamente valutata con il medico o ginecologo, potrebbe includere:

  • progesterone (se indicato per insufficienza luteinica), poiché è l'ormone di supporto essenziale durante la gravidanza per le sue proprietà di rilassamento della muscolatura uterina;
  • in caso di gravidanze in stato avanzato, potrebbe essere necessaria la somministrazione di farmaci tocolitici per ridurre le contrazioni uterine e, dunque, arrestare ulteriori minacce di aborto;
  • trattamento di eventuali infezioni con antibiotici.

Monitoraggio medico

Ecco i controlli medici raccomandati:

  • controlli ecografici frequenti;
  • esami del sangue per monitorare i livelli ormonali.

Se il sanguinamento diventa abbondante, si verifica un forte dolore addominale o si espellono tessuti, è necessario recarsi subito in ospedale.

Minacce di aborto: come capire se si è fuori pericolo?

La minaccia di aborto è una condizione che può destare preoccupazione durante la gravidanza e stabilire con precisione quando si è "fuori pericolo" non è sempre possibile, poiché dipende da vari fattori, ma ci sono indicatori che possono suggerire una prognosi favorevole:

Arresto delle perdite vaginali

Uno dei principali segnali di miglioramento è la cessazione completa delle perdite ematiche vaginali.

Quando le perdite si arrestano definitivamente e non persistono altri sintomi, la situazione è generalmente considerata sotto controllo.

Assenza di altri sintomi

Oltre al sanguinamento, sintomi come dolori addominali o crampi possono accompagnare una minaccia di aborto; la loro scomparsa, insieme all'arresto delle perdite, è un segnale positivo.

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Monitoraggio ecografico positivo

Un esame ecografico che conferma la presenza del battito cardiaco fetale e dello sviluppo appropriato per l'età gestazionale rappresenta un importante metodo di sorveglianza del benessere fetale.

Superamento del primo trimestre

Il rischio di aborto spontaneo è più elevato nelle prime settimane di gestazione: superare il primo trimestre, in particolare / la 12ª settimana, riduce significativamente il rischio di aborto.

Assenza di cause sottostanti

Se la minaccia di aborto non è associata a condizioni materne preesistenti o anomalie uterine, la prognosi è generalmente migliore. 


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È essenziale escludere infezioni o altre patologie che possano influire sulla gravidanza.

Prevenzione della minaccia di aborto

Anche se non sempre prevenibile, alcune precauzioni possono ridurre il rischio:

  • seguire una dieta equilibrata ricca di acido folico;
  • evitare alcol, fumo e droghe;
  • controllare eventuali malattie preesistenti;
  • effettuare visite prenatali regolari.

La minaccia di aborto, infatti, anche se non sempre porta alla perdita della gravidanza, richiede attenzione medica tempestiva e mirata.

Arianna Bordi | Editor
Scritto da Arianna Bordi | Editor

Dopo la laurea in Letteratura e Lingue straniere, durante il mio percorso di laurea magistrale mi sono specializzata in Editoria e Comunicazione visiva e digitale. Ho frequentato corsi relativi al giornalismo, alla traduzione, alla scrittura per il web, al copywriting e all'editing di testi.

a cura di Dr.ssa Anna Maria Ferri
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