Dal 2026 i prodotti di uso quotidiano dovranno indicare in etichetta la presenza di interferenti endocrini, sostanze chimiche capaci di alterare il sistema ormonale.
La decisione arriva dall’Unione Europea nell’ambito delle nuove norme sulla sicurezza chimica e punta a tutelare in modo particolare le fasce più vulnerabili della popolazione, come feti e bambini.
Ma cosa sono gli interferenti endocrini e quali effetti hanno sulla salute? In quali prodotti si trovano più spesso?
Interferenti endocrini e rischi per i bambini: perché l’Europa interviene ora
La notizia riguarda un cambio normativo: l’Unione Europea ha introdotto l’obbligo di segnalare la presenza, certa o sospetta, di interferenti endocrini nei prodotti immessi sul mercato.
Dal 2025 l’obbligo riguarda la filiera industriale, mentre dal 2026 l’indicazione sarà estesa anche ai prodotti destinati al consumatore finale, rendendo l’informazione finalmente visibile in etichetta.
La misura si basa sul principio di precauzione e nasce dall’accumularsi di evidenze scientifiche sugli effetti di queste sostanze, soprattutto durante le fasi critiche dello sviluppo.
Cosa sono gli interferenti endocrini
Secondo la definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, gli interferenti endocrini sono sostanze chimiche in grado di alterare il funzionamento del sistema endocrino, interferendo con la produzione, il rilascio o l’azione degli ormoni.
Potrebbe interessarti anche:
La pericolosità di tali sostanze non dipende solo dalla dose assunta momentaneamente. Vi sono diversi fattori che ne determinano il potenziale di rischio e conseguenze sulla salute annesse.
Vediamo quali:
- possono agire anche a concentrazioni molto basse;
- l’esposizione è spesso cronica e cumulativa;
- i bambini sono più vulnerabili perché il loro organismo è in fase di sviluppo.
Interferenti endocrini: quali sono i rischi per i bambini
Le evidenze scientifiche più solide indicano un possibile legame tra esposizione agli interferenti endocrini e diversi effetti sulla salute in età pediatrica.
Tra i rischi più studiati rientrano:
- pubertà precoce o ritardata;
- alterazioni della funzione tiroidea;
- aumento del rischio di obesità infantile;
- disturbi del neurosviluppo.
Alcuni studi osservazionali hanno inoltre associato l’esposizione precoce a problemi comportamentali, come difficoltà di attenzione e iperattività.
Si rivela importante sottolineare che si tratta spesso di associazioni e non di relazioni causa-effetto dirette. Tuttavia il quadro complessivo ha spinto le autorità sanitarie ad agire in via preventiva.
Interferenti endocrini: in quali prodotti si trovano più spesso
Gli interferenti endocrini non sono rari da incontrare e possono essere presenti in una grande varietà di oggetti di uso quotidiano. Vediamo quali sono le principali categorie coinvolte:
- cosmetici e prodotti per l’igiene personale;
- creme solari;
- plastica e imballaggi alimentari;
- pesticidi e diserbanti;
- detergenti e prodotti per la casa;
- alcuni giocattoli e articoli per l’infanzia.
In particolare, l’assorbimento attraverso la pelle rappresenta una via di esposizione rilevante nei bambini, che hanno una cute più sottile e una superficie corporea proporzionalmente maggiore rispetto agli adulti.
Dunque, cosa cambia per i consumatori?
Con l’introduzione dell’obbligo di etichetta, i produttori dovranno dichiarare se un prodotto contiene sostanze classificate come interferenti endocrini certi o sospetti. Questo permetterà alle famiglie di fare scelte più consapevoli, senza allarmismi ma con maggiore trasparenza.
In attesa del 2026, il suggerimento é quello di ridurre le esposizioni non necessarie, preferendo prodotti semplici, limitando l’uso di cosmetici nei bambini e scegliendo alimenti freschi rispetto a quelli ultraprocessati.
Fonti:
PubMed - Exposure to Environmental Endocrine Disruptors and Child Development